Otto Skorzeny: differenze tra le versioni

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[[File:Bundesarchiv Bild 183-J22932, Gran Sasso, Mussolini im Fieseler »Storch«.jpg|thumb|[[Benito Mussolini|Mussolini]] sul [[Fieseler Storch|Cicogna]], dopo la sua liberazione, poco prima del decollo]]
 
Dopo il [[25 luglio 1943]], Skorzeny fu inviato in [[Italia]] da [[Heinrich Himmler|Himmler]] con l'incarico di coadiuvare il generale [[Kurt Student]], cui [[Adolf Hitler|Hitler]] aveva affidato l'incarico di condurre l'[[Operazione Eiche]] (ovvero di cercare il luogo in cui [[Benito Mussolini|Mussolini]] era tenuto prigioniero e di liberarlo). I paracadutisti di Student dovevano effettuare l'incursione mentre le SS di Skorzeny dovevano reperire le informazioni sul luogo di detenzione del prigioniero. Secondo il maggiore Harald Mors, responsabile dell'operazione sotto il comando di Student, Skorzeny non ebbe grande merito nella liberazione di Mussolini, dato che i suoi compiti di fatto si esaurirono nel momento in cui fu scoperta, appunto, la prigione del duce sul [[Gran Sasso]]. Ufficialmente egli infatti prese parte all'operazione (condotta il 12 settembre appunto da paracadutisti del ''Fallschirmjäger-Lehrbataillon''), come osservatore<ref>{{cita libro|autore=AA. VV.|curatore=Enzo Biagi|titolo=Chi lo liberò veramente?|editore=Gruppo Editoriale Fabbri|anno=1983|volume=4|operacollana=La Seconda Guerra Mondiale|pp=1439-1440|ISBN=}}</ref>. Secondo un'altra visione dei fatti, invece, Skorzeny ebbe il merito della riuscita dell'operazione, poiché ebbe l'idea di portare con sé il generale di polizia [[Fernando Soleti|Soleti]] che, facendosi riconoscere dai carabinieri e dai soldati che presidiavano l'albergo sul Gran Sasso e intimando loro di non sparare, consentì la liberazione del duce che fu quindi incruenta.
 
Skorzeny riuscì in effetti a presentarsi da Mussolini per annunciargli che, per ordine di Hitler, i tedeschi erano venuti a liberarlo senza affrontare alcuna reazione da parte degli italiani, totalmente disorientati dalla presenza del generale Soleti, alla cui vista lo stesso Mussolini, affacciatosi alla finestra, disse: "''Non sparate, non vedete che è tutto in ordine? C'è un generale italiano''".