Bosa: differenze tra le versioni

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Il [[Temo|fiume Temo]] separa a monte le ampie [[trachite|formazioni trachitoidi]] inferiori di monte Navrino ({{M|532|-|m}}) dalle [[andesite|andesiti]] superiori più orientali di monte Pedru ({{M|409|-|m}}) e di monte Rughe ({{M|666|-|m}}). Sulla costa, molto frastagliata e lunga {{M|33|k|m}}, si distinguono i [[trachite|tufi trachitici]] a [[sud]] del promontorio di punta Argentina dalle più antiche [[andesite|andesiti]] inferiori di [[capo Marrargiu]], dove si aprono [[grotte]] naturali e miniere sfruttate fino ai primi del [[XX secolo|Novecento]].
 
* [[Classificazione sismica]]: zona 4 (sismicità irrilevante), Ordinanza PCM n. 3274 del 20/03/2003<ref>{{cita web|url=http://www.protezionecivile.gov.it/resources/cms/documents/A3_class20150416_r.pdf|titolo=Mappa della classificazione sismica dal sito della Protezione Civile|accesso=088 gennaio 2016}}</ref>.
 
=== Clima ===
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|allineamento=destra
|titolo=Leggende sulle origini della città
|contenuto=Nella seicentesca ''Relación de la antigua ciudad de Calmedia y varias antigüedades del mundo'', opera anonima conservata nella Biblioteca universitaria di Cagliari, si narra che Calmedia, figlia o moglie del mitologico re [[Sardus Pater]] – il figlio di [[Eracle|Eracle libico]] – giunta nella vallata attraversata dal [[Temo]] e colpita dalla bellezza dei luoghi, abbia deciso di fermarsi e di fondare una città che da lei avrebbe preso nome, nella località attualmente conosciuta come Calameda. L'anonimo autore racconta delle rovine della città romana, paragonandola per grandezza all'antica Babilonia. Descrive le mura che la cingevano presso l'attuale monte Nieddu e ne menziona una delle porte nelle vicinanze della fonte di Su Anzu<ref>{{cita libro|autore=Raimondo Zucca|curatore=[[Attilio Mastino]]|anno=1993|titolo=Profilo storico di una città fluviale dell'antichità|operacollana=Archeologie e ambiente naturale: prospettive di cooperazione tra le autonomie locali nel sud dell'Europa|città=Nuoro|editore=[[Provincia di Nuoro]]|p=52|url=http://eprints.uniss.it/7028/1/Zucca_R_Profilo_storico_di_citta.pdf|sbn=IT\ICCU\CAG\0097639|accesso=11 gennaio 2016}}</ref>.
}}
Nulla di certo si conosce dello stanziamento fenicio-punico. I Fenici dovettero usare per l'approdo la foce del [[Temo|fiume Temo]] (allora all'altezza di Terridi), riparata dalle mareggiate dall'Isola Rossa, e dal [[maestrale]] dal colle di Sa Sea. Forse proprio lì, o secondo l'ipotesi maggiormente accettata nella vallata di Messerchimbe, più all'interno e sulla sponda sinistra del fiume, svilupparono un centro abitato. Qualche studioso (Antonietta Boninu, Marcello Madau), in base alla conformazione del luogo, sostiene che in età cartaginese il sito urbano fosse bensì all'altezza di Messerchimbe, ma sulla riva destra, mentre sull'altra sponda si sarebbero concentrate l'area sacra e la [[necropoli]]. In tal caso si potrebbe pensare a uno sdoppiamento e a una progressiva traslazione dell'abitato in età bizantina, con un nuovo agglomerato formatosi intorno alla cattedrale, sul sito della vecchia necropoli: nel caso di Bosa appunto a Messerchimbe, dove i dati archeologici testimoniano un centro altomedioevale, e dove sarebbe sorta in seguito la [[chiesa di San Pietro (Bosa)|chiesa di San Pietro]]. Attraversata dalla strada costiera occidentale, che superava il Temo a Pont'Ezzu, Bosa era collegata direttamente a sud con [[Cornus (Sardegna)|Cornus]] (presso il comune di [[Cuglieri]]) e a [[nord]] con Carbia (Nostra Signora di Calvia, località situata alla periferia sud di [[Alghero]]). Del porto di Terridi restano ancora tracce di [[bitta|bitte]] per l'attracco delle barche.
 
In [[età romana]] la città, che in un primo tempo pare aver mantenuto l'ordinamento punico, con la magistratura dei [[suffeta|suffeti]], divenne, forse dalla prima [[impero romano|età imperiale]], un [[Municipio (storia romana)|municipio]] con un proprio ordine di [[decurione|decurioni]] e un [[quattuorviri|collegio di ''quattuorviri'']]. L'introduzione del culto imperiale è documentato da un'[[epigrafe]] in marmo che ricorda la dedica, fra il [[138]] e il [[141]], da parte di un magistrato o sacerdote locale, Quintus Rutilius, di quattro statuette in argento, raffiguranti [[Antonino Pio]], [[Faustina maggiore|Faustina]], [[Marco Aurelio]] e [[Lucio Vero]]<ref>{{cita libro|titolo=Inscriptiones Bruttiorum, Lucaniae, Campaniae, Siciliae, Sardiniae|operacollana=[[Corpus Inscriptionum Latinarum]]|autore=[[Theodor Mommsen]]|url=http://arachne.uni-koeln.de/Tei-Viewer/cgi-bin/teiviewer.php?scan=BOOK-1323147-0120_650859|editore=G. Reimerum|città=Berlino|data=1883|lingua=latino|volume=X|posizione=p. 825, framm. 7939|oclc=461790353|cid=Theodor Mommsen|accesso=8 gennaio 2016}}</ref>.
All'[[età antonina|età degli Antonini]] risale anche la promozione di un anonimo [[flamine]] municipale bosano al massimo [[sacerdozio (religione romana)|sacerdozio]] provinciale della Sardegna<ref>{{cita|Theodor Mommsen|p. 825, framm. 7940.}}</ref>.
 
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: '''Chiesa di ''Nostra Signora de sos Regnos Altos''': {{vedi anche|Chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos}} [[File:Scuola del maestro di soriguerola, affreschi di n.s. de regnos altos, 1300-50 ca., 05 santi.JPG|thumb|''Nostra Signora de Sos Regnos Altos'', affresco con rappresentazione dei santi.]]
: La [[chiesa di Nostra Signora de Sos Regnos Altos]] fu edificata nel [[XIV secolo]] quale cappella palatina del [[Castello di Serravalle (Bosa)|castello di Serravalle]] e così denominata - in sostituzione delle precedenti intitolazioni a [[san Giovanni]], prima, e a [[Andrea apostolo|sant'Andrea]], poi - in seguito al rinvenimento, nel [[1847]], tra le rovine del castello, di un simulacro ligneo raffigurante la Madonna<ref>{{cita libro|titolo=Bosa medievale, Il castello e la chiesa palatina|autore=Fernanda Poli|url=http://www.scribd.com/mobile/doc/242344329/Bosa-medievale-Il-castello-e-Fernanda-Poli-pdf|p=43|editore=Dhuoda Edizioni|città=Sassari|anno=2014|ISBN=9788898984008978-88-98984-00-8|cid=Fernanda Poli|accesso=7 gennaio 2016}}</ref>. L'interno è costituito da un unico ambiente, più volte rimaneggiato (particolarmente nell'area del presbiterio), a pianta rettangolare, con copertura lignea a [[capriata|capriate]] e [[abside]] semicircolare. Durante i restauri del [[1974]] vennero alla luce alcuni [[affresco|affreschi]] nelle pareti laterali e nella [[controfacciata]], danneggiati in seguito a una precedente riedificazione dell'abside, originariamente facenti parte di un ciclo realizzato, secondo gli studiosi, tra il [[XIV secolo|XIV]] e il [[XV secolo]] e di attribuzione, italica o iberica, controversa<ref>{{cita pubblicazione|titolo=Bosa in età giudicale: gli affreschi del castello si Serravalle|autore=Attilio Mastino|wkautore=Attilio Mastino|rivista=Castelli e vita di castello: testimonianze storiche e progetti ambientali: atti del 4° Congresso internazionale, 24-27 ottobre 1985, Napoli-Salerno|editore=Istituto Italiano dei castelli|città=Roma|anno=1994|pp=381-383|url=http://eprints.uniss.it/7119/1/Mastino_A_Bosa_in_eta_giudicale.pdf|accesso=30 dicembre 2015}}</ref>. Le scene affrescate comprendono raffigurazioni di scene evangeliche – come l'<nowiki/>''[[Epifania|Adorazione dei Magi]]'' e l<nowiki/>'<nowiki/>''[[Ultima Cena]]'', nella parete sinistra –, rappresentazioni della Madonna e di diversi santi (l'<nowiki/>''[[Annunciazione]]'', il ''[[Martirio di san Lorenzo]]'' e ''[[San Giorgio e il drago]]'', nella controfacciata), nonché l'unica rappresentazione in Sardegna dell'<nowiki/>''[[Incontro dei tre vivi e dei tre morti]]'', nella parete destra.
 
; Chiese gotico-catalane:
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==== Scuole ====
La città ha una tradizione plurisecolare in materia di istruzione, essendo stata sede di un antico collegio reale e del seminario vescovile, nonché, successivamente, di quello che fu uno dei più primi regi ginnasi della [[Sardegna]], istituito nel [[1859]] e funzionante sotto la direzione del canonico Gavino Nino.
Attualmente gli istituti scolastici siti a Bosa sono centri di riferimento per l'area della [[Planargia]] e del [[Montiferru]]. Sono attive varie scuole materne, una scuola elementare, una scuola media suddivisa in due distinti caseggiati, un Istituto comprensivo di Istruzione superiore comprendente gli indirizzi classico, scientifico, periti aziendali e corrispondenti lingue estere. Si annovera, inoltre, un Istituto professionale con indirizzi agrario e alberghiero. Corsi di formazione professionale sono tenuti nei locali della ''ex'' Scuola magistrale ''Sedes Sapientiae'' dei [[Salesiani]]<ref>{{cita libro|url=http://eprints.uniss.it/10116/1/Mastino_A_Bosa_Dizionario_storico_geografico.pdf|autore=[[Attilio Mastino]]|p=229|anno=2006|titolo=Bosa|operacollana=Dizionario storico-geografico dei Comuni della Sardegna|volume= I (A-D)|editore=Carlo Delfino editore|ISBN=88-7138-430-X|accesso=15 gennaio 2016}}</ref>.
 
==== Musei ====