Pubblicità indiretta: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+ U
Unione con la pagina Product placement
Riga 1:
{{U|Product placement|spettacolo|settembre 2016}}
{{F|pubblicità|data=gennaio 2011}}
La '''pubblicità indiretta''' (in inglese ''product placement'') è quel tipo di [[pubblicità]] che compare in spazi non prettamente pubblicitari, senza essere segnalata come tale. Si usa, invece il termine di '''pubblicità occulta''' quando avviene in modo non palese e quindi il termine assume una forte connotazione negativa. LaSi pubblicitàrealizza allgeneralmente attraverso l'internoinserimento di filmprodotti èdi laun piùcerto comune:[[marchio]] inall'interno moltedi sceneun siprodotto vedono[[cinema]]tografico spessoo [[marchiotelevisione|marchitelevisivo]], a fronte del pagamento di famoseun auto,corrispettivo sigarette,da parte dell'azienda che vestiarioviene eccpubblicizzata.
 
== Caratteristiche ==
{{C|Le caratteristiche elencate non sono chiare e non sono accompagnate da fonti; inoltre non si capisce se si riferiscano alla pubblicità occulta o a quella indiretta o a entrambe|pubblicità|settembre 2016}}
 
Confrontando questa definizione con quella di pubblicità propriamente detta, che intende con questo termine qualsiasi forma di presentazione di idee, beni e servizi veicolata a pagamento (con tariffe e costi certi e pre-identificabili), tramite specifici supporti (media e veicoli), da parte di ben definiti soggetti promotori che altresì fruiscono dei vantaggi della comunicazione, si potrebbe impropriamente catalogarlo all'interno di questa categoria di strumenti promozionali, affermando che la pubblicità occulta è la pubblicità quando usa come mezzo il film.
Line 14 ⟶ 16:
*la comunicazione si realizza con un processo indiretto. La sua concreta attuazione richiede l'impiego di opportuni supporti per la trasmissione dei messaggi in quanto i soggetti attivi e passivi del processo informativo non sono contemporaneamente presenti nel tempo e/o nello spazio.
 
== La leggeTipologie ==
La pubblicità indiretta può essere attuata attraverso diverse tipologie:
 
* Visuale (''screen placement''): il marchio viene posizionato in primo piano, rendendolo ben riconoscibile da parte dello spettatore e bastano poche inquadrature affinché il ricordo rimanga impresso nella sua mente, oppure viene inserito come sfondo alla scena, ma in questo caso occorrerà aumentare la durata e il numero di inquadrature affinché si possa ottenere lo stesso effetto di cui sopra. In alcuni casi, specie in TV, la presenza del brand è più discreta.
* Verbale (''script placement''): in questo caso il marchio viene richiamato dai protagonisti del prodotto audiovisivo catturando l'attenzione dello spettatore e facendo sì che il marchio venga affiancato alla reputazione del protagonista che lo cita. Questa forma di ''product placement'' è meno frequente rispetto a quella visuale, ma l'effetto che provoca è senz'altro più incisivo, in particolar modo se inserito correttamente nel contesto del film.
* Integrata (''plot placement''): questa è la forma di ''product placement'' più potente da un punto di vista pubblicitario e coerente con la sua natura. Per differenziarsi dalla pubblicità infatti un inserimento dovrebbe nascere da una collaborazione tra azienda e produzione, in modo tale da integrarlo adeguatamente all'interno della trama. Con questa tipologia il prodotto si integra all'interno del film diventando parte della trama, se non il protagonista. In alcuni casi, come ad esempio ''[[Gran Torino]]'', ''[[Il diavolo veste Prada (film)|Il diavolo veste Prada]]'' e ''[[Indian - La grande sfida]],'' si riesce a posizionare il marchio addirittura nel titolo del film (''name placement'').
* Esiste anche l'esperienza di aziende europee che, esulando dall'ambiente cinematografico o televisivo ed evolvendo il concetto, realizzano l'inserimento del proprio prodotto o servizio, generalmente gratuitamente, nel marketing di un aziende terze, es. "compra il mio prodotto (di azienda terza) e ti regalo un prodotto o servizio di diversa natura (es. buoni sconto per viaggi, ecc. ecc.). Il sistema risulta utilizzato in Germania, Scandinavia, Russia, Olanda, Spagna.
 
== Legislazione ==
{{Citazione|La legge vieta qualsiasi “camuffamento” di un messaggio pubblicitario sotto sembianze diverse allorché la dissimulazione della natura pubblicitaria del messaggio sia di per sé idonea ad indurre in errore il destinatario, pregiudicandone il comportamento economico.|TAR Lazio, I^, 19.6.2003 n.5450}}
 
La Corte di cassazione<ref>[http://www.filodiritto.com/notizieaggiornamenti/20settembre2002/masscass13079concorrenzasleale.htm Sentenza 9-9-2002, n. 13079]</ref> ha specificato che è vietata la pubblicità indiretta che sia fonte di confusione, e lecita la pubblicità che non causi confusione.
 
L'UnioneUna Europeadirettiva indel sede di revisione della direttivatesto [[Televisione senza frontiere]] vuoleconsente rivedereagli questastati posizionemembri edell'Unione ammetterlaEuropea indi ambitiregolamentare comela glipubblicità indiretta in sceneggiatitelevisione.
 
La legislazione italiana fino al 2004 ha vietato categoricamente sia la pubblicità occulta sia quella indiretta in televisione: il fondamento di tale normativa era di solito individuato nel bisogno etico di evitare che i consumatori fossero condizionati inconsapevolmente all'acquisto di certi prodotti. Le agenzie di pubblicità sono inveceerano a favore del mantenimento del divieto, che ha permesso loro di creare un proprio ruolo insostituibile di intermediazione nella creazione e gestione dei messaggi pubblicitari. Le forme indirette di propaganda sono invece ben viste dalle televisioni locali, che vedono nella pubblicità occulta una possibilità in più per raccogliere fondi.
 
=== Il Decreto Urbani ===
La legislazione italiana fino al 2004 ha vietato categoricamentePer la pubblicità occulta in televisione: il fondamento di tale normativa era di solito individuato nel bisogno etico di vietareindiretta, la pubblicità occulta o comunque indiretta. La situazione è parzialmente cambiata con il Decreto Ministeriale del 30 luglio 2004, a firma dell'allora ministro [[Giuliano Urbani]] e pubblicato nella [[Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana|Gazzetta Ufficiale]] il 6 ottobre 2004, n.235: ''“ModalitàModalità tecniche di attuazione del collocamento pianificato di marchi e prodotti nelle scene di un'opera cinematografica [["product placement]]”"''. Il Decreto Urbani prevede che la presenza di marchi e prodotti deve essere palese, veritiera e corretta e si deve integrare nello sviluppo dell'azione, senza costituire interruzioni, e, comunque, deve essere coerente con il contesto narrativo. Il decreto inoltre stabilisce l'obbligo di inserire un avviso nei titoli di coda che informi il pubblico della presenza di marchi e prodotti all'interno del film, con la specifica indicazione delle ditte inserzioniste,. conIl tantomancato adempimento dell'obbligo di sanzionicui inal casoprecedente diperiodo noncomporta rispettol'esclusione dall'elenco delle imprese come previsto dall'art. 3 del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n.28, e successive modificazioni, per il periodo di taledue obbligoanni a decorrere dall'accertamento della violazione.
 
=== La legge europea ===
La legge comunitaria 2008 ha delegato il Governo all'attuazione della direttiva 2007/65/CE, che ha modificato la direttiva 89/552/CE sui servizi di media audiovisivi. In particolare, il nuovo articolo 3 octies della direttiva consente agli Stati membri di ammettere il [[product placement]] nel rispetto di precise condizioni. L'inserimento di prodotti è sempre vietato nei programmi per bambini, ed è ammesso solo o a titolo gratuito (anche sotto forma di aiuti alla produzione o premi) oppure a pagamento solo nei film per il cinema e le tv, nelle fiction, nelle serie tv, nei programmi sportivi e nei programmi di intrattenimento leggero.
Inoltre, l'inserimento dei prodotti non deve compromettere l'autonomia editoriale e di programmazione delle reti televisive; le trasmissioni non devono incoraggiare direttamente l'acquisto dei prodotti inseriti e non devono dare indebito rilievo ai prodotti in questione; i telespettatori devono essere chiaramente informati dell'inserimento prodotti all'inizio e alla fine della trasmissione e dopo le interruzioni pubblicitarie. Non possono essere inseriti prodotti a base di tabacco o medicinali per i quali è obbligatoria la prescrizione medica. Tutte queste prescrizioni, che si applicheranno solo ai programmi prodotti dopo il 19 dicembre 2009, sono state recepite dal decreto legislativo di attuazione della direttiva previsto dall'articolo 26 del testo approvato dalla Camera, con apposite modifiche al Testo unico della radiotelevisione. La norma, inoltre, estende alla violazione di questi divieti le sanzioni previste dallo stesso testo unico per i divieti in materia di pubblicità, sponsorizzazioni e televendite<ref>[http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2007:332:0027:0045:IT:PDF testo della direttiva]</ref>. Il ministro [[Paolo Gentiloni]] si era espresso, invece per la netta contrarietà all'introduzione di questo principio nell'ordinamento italiano.
 
===Il Testo Unico della radio-televisione ===
==Il voto del parlamento europeo==
Nel 2010 il decreto legislativo 44/2010, emanato in ricezione di una direttiva europea e poi integrato nel Testo unico, regolamenta il product placement televisivo. All'inizio di un programma e ad ogni ripresa dopo gli spazi pubblicitari va specificata la presenza di spazi promozionali, e a fine programma vanno indicati tutti i brand e i prodotti presenti.
Nel dicembre 2006 il parlamento europeo ha approvato il testo della nuova direttiva che autorizza la presenza di prodotti a scopo promozionale anche in televisione, nei filmati e nei programmi sportivi con la clausola che tale forma pubblicitaria sia annunciata all'inizio, ogni 20 minuti e alla fine del programma.<ref>[http://www.europarl.europa.eu/news/public/story_page/039-1290-345-12-50-906-20061211STO01289-2006-11-12-2006/default_it.htm ''Parlamento Europeo'', Televisione e pubblicità: connubio cercasi]</ref>
Il ministro [[Paolo Gentiloni]] si era espresso, invece per la netta contrarietà all'introduzione di questo principio nell'ordinamento italiano.
 
==Esempi famosi di pubblicità indiretta==
Line 73 ⟶ 84:
 
Nella serie televisiva spagnola [[Fisica o chimica]] viene spesso inquadrato nel bar della scuola un distributore automatico dell'aranciata [[Fanta]]. Inoltre i protagonisti della serie usano spesso per collegarsi a internet dai loro computers portatili una chiavetta della [[Vodafone]], sottolineando mentre viene inquadrato il marchio che la connessione è più veloce che con altri sistemi di connessione.
 
===In TV===
Una direttiva del testo [[Televisione senza frontiere]] consente agli stati membri dell'Unione Europea di regolamentare la pubblicità indiretta in televisione. In Italia, tale regolamentazione si è avuta nel 2010 con una modifica al Testo unico della radiotelevisione. Quando in un programma è fatto uso di product placement all'inizio di questo dev'essere presente un avviso del tipo "Nel programma sono presenti inserimenti di prodotti a fini commerciali (o promozionali)", e alla fine devono essere indicati tutti i marchi pubblicizzati.
 
===La pubblicizzazione delle sigarette nel cinema statunitense ===