Bias di conferma: differenze tra le versioni

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[[File:Fred Barnard07.jpg|miniatura|destra|Disegno di un uomo alla scrivania seduto su uno sgabello|Il bias di conferma è stato descritto come uno [[yes man]] interiore che conferma le credenze della persona, come [[Uriah Heep]], il personaggio di [[Charles Dickens]]
<ref name="yesman">{{Cita libro|titolo=How to Ignore the Yes-Man in Your Head |autore=Jason Zweig |giornale=Wall Street Journal |editore=Dow Jones & Company |data= November 19, novembre 2009 |url=http://online.wsj.com/article/SB10001424052748703811604574533680037778184.html |accessdateaccesso=2010-06-13 giugno 2010}}</ref>]]
 
Gli esperimenti hanno ripetutamente confermato che le persone tendono a verificare a senso unico la validità delle ipotesi, cercando prove coerenti con le loro stesse ipotesi.<ref>{{Harvnb|Nickerson|1998|pp=177–78}}</ref><ref name="kunda112" /> Piuttosto che cercare tutte le prove rilevanti, tendono a costruire le domande in modo da ricevere risposte che sostengano le loro idee. <ref name="baron162" /> Cercano i risultati che si aspetterebbero se le loro ipotesi fossero vere, piuttosto che quelli che si avrebbero se fossero false. <ref name="baron162">{{Harvnb|Baron|2000 |pp=162–64}}</ref> Per esempio, qualcuno che deve trovare un numero attraverso domande a risposta sì/no e che sospetta si tratti del numero 3 potrebbe domandare “è un numero [[dispari]]?”
La gente preferisce questo tipo di domanda, chiamato “test positivo”, anche quando un test negativo come “è un numero pari?” avrebbe la stessa resa informativa. <ref>{{Harvnb|Kida|2006|pp=162–65}}</ref> Tuttavia, questo non significa che le persone ricerchino test che garantiscano una risposta positiva. Negli studi in cui i soggetti potevano scegliere sia questi pseudo-test sia altri veramente diagnostici, questi ultimi sono stati preferiti. <ref>{{Cita libro|autore= Patricia Devine|autore2=Edward R. Hirt |autore3=Elizabeth M. Gehrke |anno=1990 |titolo=Diagnostic and confirmation strategies in trait hypothesis testing |operacollana=Journal of Personality and Social Psychology |editore=American Psychological Association |volume=58 (6)|pagine=952–63 |issn=1939-1315 |doi=10.1037/0022-3514.58.6.952}}</ref><ref>{{cita libro |autore=Yaacov Trope |autore2=Miriam Bassok |anno=1982 |titolo=Confirmatory and diagnosing strategies in social information gathering |operacollana=Journal of Personality and Social Psychology |editore=American Psychological Association |volume=43 (1) |pagine=22–34 |issn=1939-1315 |doi=10.1037/0022-3514.43.1.22}}</ref>
La preferenza per test positivi non è di per sé una distorsione dato che i test positivi possono dare molte informazioni.<ref name="klaymanha">{{Cita libro |autore=Joshua Klayman|autore2=Young-Won Ha |anno=1987 |titolo=Confirmation, Disconfirmation and Information in Hypothesis Testing |operacollana=Psychological Review |editore=American Psychological Association |volume=94 (2) |pagine=211–28 |issn=0033-295X |url=http://www.stats.org.uk/statistical-inference/KlaymanHa1987.pdf |accessdateaccesso=2009-08-14 agosto 2009 |doi=10.1037/0033-295X.94.2.211}}</ref>
Tuttavia, in combinazione con altri effetti, questa strategia può confermare credenze o assunzioni indipendentemente dal fatto che siano vere.<ref name="oswald82">{{Harvnb|Oswald|Grosjean|2004|pp=82–83}}</ref> Nelle situazioni del mondo reale, le prove sono complesse e mescolate. Per esempio, varie opinioni contraddittorie su qualcuno possono essere sostenute focalizzandosi su un certo aspetto del suo comportamento.<ref name="kunda112" /> Così una qualunque ricerca di prove a favore di una certa ipotesi avrà probabilmente successo.<ref name=oswald82 />
Questo è ben rappresentato dal fatto che il modo di porre una domanda può significativamente cambiare la risposta che si ottiene. <ref name="kunda112">{{Harvnb|Kunda|1999|pp=112–15}}</ref> Per esempio, i soggetti a cui è stato domandato “sei felice della tua vita sociale?” hanno riferito una soddisfazione maggiore di quelli a cui è stato chiesto “sei “in”felice della tua vita sociale?” <ref>{{Cita libro |autore=Ziva Kunda |autore2=G.T. Fong |autore3=R. Sanitoso |autore4=E. Reber |anno=1993 |titolo=Directional questions direct self-conceptions |operacollana=Journal of Experimental Social Psychology |editore=Society of Experimental Social Psychology |volume=29 |pagine=62–63 |issn=0022-1031|doi=10.1006/jesp.1993.1004 }} via {{Harvnb|Fine|2006|pp=63–65}}</ref>
Anche un piccolo cambiamento nella formulazione di una domanda può modificare il modo in cui le persono cercano, tra le informazioni loro disponibili, e quindi le conclusioni a cui arrivano.
 
Questo è stato dimostrato usando un caso fittizio di custodia infantile. <ref name="shafir" />
I partecipanti hanno letto che il Genitore A era moderatamente adatto (ad avere la custodia) da diversi punti di vista. Il Genitore B aveva un mix di qualità particolarmente positive e negative: un’ottima relazione con il bambino ma un lavoro che l’avrebbe tenuto lontano per lunghi periodi di tempo.
Quando è stato chiesto “Quale genitore dovrebbe avere la custodia del bambino?” la maggioranza dei partecipanti ha scelto il Genitore B, guardando principalmente alle qualità positive. Tuttavia, quando è stato chiesto “A quale genitore deve essere negata la custodia?” i partecipanti hanno guardato alle qualità negative e la maggioranza ha risposto che al Genitore B deve essere negata la custodia, implicando che questa dovesse essere assegnata al Genitore A. <ref name="shafir">{{Cita libro|autore=E. Shafir|anno=1993 |titolo=Choosing versus rejecting: why some options are both better and worse than others |operacollana=Memory and Cognition |volume=21 |pagine=546–56 |pmid= 8350746 (4) |doi=10.3758/bf03197186}} via {{Harvnb|Fine|2006|pp=63–65}}</ref>
 
Studi simili hanno dimostrato come la gente si impegna in una ricerca distorta delle informazioni ma anche che questo fenomeno può essere limitato da una preferenza per test veramente diagnostici.
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Quando l’intervistato veniva presentato come introverso, i partecipanti sceglievano domande che presumevano introversione, tipo “Che cosa non ti piace delle feste rumorose?” mentre quando l’intervistato veniva presentato come estroverso, quasi tutte le domande presumevano estroversione tipo “cosa faresti per ravvivare una festa noiosa?”
Queste domande davano agli intervistati poche (o nessuna) possibilità di falsificare le ipotesi fatte su di loro.
<ref>{{Cita libro |autore=Mark Snyder |autore2=William B. Swann, Jr. |anno=1978 |titolo=Hypothesis-Testing Processes in Social Interaction |operacollana=Journal of Personality and Social Psychology |editore=American Psychological Association |volume=36 (11) |pagine=1202–12 |doi=10.1037/0022-3514.36.11.1202}} via {{Harvnb|Poletiek|2001|p=131}}</ref>
 
Una successiva versione dell’esperimento dava, ai partecipanti, una lista di domande da scegliere meno presuntive, tipo “Rifuggi le interazioni sociali?” <ref name="kunda117" /> I partecipanti hanno preferito fare queste domande più diagnostiche mostrando una debole distorsione verso i test positivi. Questo schema, di una preferenza principale verso i test diagnostici e di una più debole verso i test positivi è stato repicato in altri studi. <ref name="kunda117">{{Harvnb|Kunda|1999|pagine=117–18}}</ref>
I tratti della personalità influenzano e interagiscono con i processi distorti di ricerca.<ref name=albarracin>{{cita libro|autore=D. Albarracin|autore2=Mitchell, A.L.|titolo=The Role of Defensive Confidence in Preference for Proattitudinal Information: How Believing That One Is Strong Can Sometimes Be a Defensive Weakness|operacollana=Personality and Social Psychology Bulletin|anno=2004|volume=30 (12)|pagine=1565–84|doi=10.1177/0146167204271180}}</ref>Le persone variano nella loro capacità di difendere le loro opinioni dagli attacchi esterni in relazione alla [[teoria della esposizione selettiva|esposizione selettiva]]. La [[teoria della esposizione selettiva|esposizione selettiva]] avviene quando gli individui cercano informazioni che sono coerenti, piuttosto che in contraddizione, con le loro credenze personali. <ref>{{cita libro|autore=P. Fischer|autore2=Julia K. Fischer |autore3=Nilüfer Aydin|autore4= Dieter Frey |titolo=Physically Attractive Social Information Sources Lead to Increased Selective Exposure to Information|operacollana=Basic and Applied Social Psychology|anno=2010|volume=32 (4)|pagine=340–47|doi=10.1080/01973533.2010.519208}}</ref>
Un esperimento ha esaminato fino a che punto le persone rifiutano gli argomenti che contraddicono le loro credenze personali. <ref name=albarracin /> Le persone con un alto livello di [[autostima]] vanno più facilmente in cerca di opinioni che contraddicono le loro posizioni in modo da formarsi un’opinione. Le persone con bassi livelli di fiducia in se stessi non cercano informazioni contraddittorie ma preferiscono quelle che confermano le loro posizioni. La gente genera e valuta prove che sono distorte verso le loro credenze e opinioni. <ref name=stanovich>{{cita libro|autore=K. E. Stanovich|autore2=R. F. West|autore3=M. E. Toplak|titolo=Myside Bias, Rational Thinking, and Intelligence|operacollana=Current Directions in Psychological Science|anno=2013|volume=22 (4)|pagine=259–64|doi=10.1177/0963721413480174}}</ref> Maggiori livelli di fiducia in se stessi abbassano la preferenza verso informazioni a sostegno delle proprie credenze.
 
In un altro esperimento è stato dato ai partecipanti il compito di scoprire delle complesse regole riguardanti il movimento di oggetti simulati al computer. <ref name="mynatt1978">{{Cita libro |autore=Clifford Mynatt |autore2=Michael E. Doherty |autore3=Ryan D. Tweney |anno=1978 |titolo=Consequences of confirmation and disconfirmation in a simulated research environment |operacollana=Quarterly Journal of Experimental Psychology |volume=30 (3) |pagine=395–406 |doi =10.1080/00335557843000007}}</ref>
Gli oggetti sullo schermo del computer seguivano specifiche leggi che i partecipanti dovevano capire. Così i partecipanti potevano “sparare” agli oggetti per verificare le loro ipotesi. Malgrado molti tentativi, lungo una sessione di dieci ore, nessuno dei partecipanti riuscì a capire le regole del sistema. Tipicamente cercavano di confermare piuttosto che falsificare le loro ipotesi ed erano riluttanti a considerare delle alternative.
Persino dopo aver visto prove oggettive che contraddicevano le loro ipotesi di lavoro, spesso continuavano a fare gli stessi tentativi. A qualche partecipante è stato insegnato il modo corretto di verifica delle ipotesi ma queste istruzioni non hanno quasi avuto alcun effetto.