Gamergate: differenze tra le versioni

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La risposta dell'industria videoludica al fenomeno è stata prevalentemente negativa. La [[ Entertainment Software Association]] e la [[Sony Computer Entertainment]] hanno condannato Gamergate come una campagna di molestie. [[Intel]], che aveva momentaneamente ritirato le sue pubblicità dal sito di approfondimento Gamasutra, come risposta ad una campagna e-mail di Gamergate, successivamente ha messo a disposizione 300 milioni di dollari per sostenere un programma "Diversity in Technology".
 
Numerose figure interne all'industria videoludica, ma anche estranee ad essa, a seguito della campagna si sono concentrate maggiormente sui metodi migliori per affrontare le molestie on-line. La rappresentante statunitentesestatunitense del Massachussets, Katherine Clark, ha fatto una campagna per una risposta governativa più forte contro le molestie on-line, ottenendo il supporto del Congresso. All'interno dell'industria sono state fondate organizzazioni per fornire un supporto a coloro che hanno subito molestie on-line, come la Crash Override Network o la Online Abuse Prevention Initiative.<ref>{{Cita web|url=http://www.metrowestdailynews.com/article/20150604/NEWS/150608123|titolo=U.S. Rep. Clark wants DOJ priority on cyber-threats|cognome=Bureau|nome=Peter Urban/GateHouse Media Washington|accesso=2016-07-22}}</ref><ref>{{Cita web|url=https://www.washingtonpost.com/news/the-switch/wp/2015/06/07/online-abuse-is-a-real-problem-this-congresswoman-wants-the-fbi-to-treat-it-like-one/|titolo=Online abuse is a real problem. This congresswoman wants the FBI to treat it like one.|sito=Washington Post|accesso=2016-07-22}}</ref>
 
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