Storia dell'antico Egitto: differenze tra le versioni

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|dal "Poema di Pentaur"<ref name="Edda Bresciani 1999 pp. 286">nella traduzione di Edda Bresciani (1999), pp. 286 e sgg.</ref>}}
 
Ne fece scolpire le fasi sui suoi monumenti più importanti: sul muro di cinta del tempio di Abido costruito dai suoi predecessori, su tre pareti del tempio di Amon a Karnak<ref group="N">Angolo nord-ovest della corte detta "della cachette"; faccia occidentale del muro ovest della corte del nono pilone; muro esterno meridionale della sala ipostila.</ref>, due volte a Luxor<ref group="N">Lato nord del pilone e mura dell'avancorte.</ref> e sul muro nord dell'interno del tempio di [[Abu Simbel]]. Ne lasciò traccia in uno scritto su papiro, il "poema di Pentaur", dal nome dello scriba che lo redasse<ref group="N">Il Poema di Pentaur, un manoscritto in [[Scrittura ieratica|ieratico]] ci è giunto in due frammenti, uno si trova presso il British Museum di Londra, l'altro a Parigi, al Louvre. Si tratta complessivamente di 112 righe che si concludono con il testo: ''redatto nell'anno VII di Ramses Meri-Amon dispensatore di vita come suo padre Ra dal capo biliotecariobibliotecario degli archivi reali, lo scriba Pentaur''.</ref>, nonché in altre redazioni su papiro (Raifé, oggi al Louvre, Sallier III e [[Chester Beatty II]], quest'ultimo molto frammentato, al British Museum), nonché in "bollettini di guerra" e rappresentazioni grafiche per un totale di tredici versioni<ref>{{cita|Grimal 2002|p. 327}}</ref>.
 
{{Citazione|Divenni come Monthu: lanciai frecce a destra, catturai prigionieri a sinistra; ero come Seth nella sua ora, davanti a loro. Le duemilacinquecento pariglie in mezzo alle quali mi trovavo, erano ammucchiate davanti ai miei cavalli. Non uno trovava fra loro coraggio per combattere. I loro animi erano sciolti nel loro corpo, le loro braccia deboli, e non riuscivano a lanciar frecce. Non trovavano il coraggio per impugnare le loro lance. Li feci allora cadere nell'acqua come cadono i coccodrilli, uno sull'altro. Feci strage fra loro a mio piacere|dal "Poema di Pentaur"<ref name="Edda Bresciani 1999 pp. 286">nella traduzione di Edda Bresciani (1999), pp. 286 e sgg.</ref>}}