Fontane di Spoleto: differenze tra le versioni

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Le '''fontane di [[Spoleto]]''' sono circa cinquanta: alcune sono dislocate fuori le [[Mura di Spoleto|mura cittadine]], altre, in maggior numero, sono concentrate nel centro storico, nelle vie, nelle piazze, all'interno di alcuni palazzi storici.
==Le origini==
Hanno avuto un notevole sviluppo in epoca romana, sia per scopi ornamentali, che di pubblica utilità. Si eleggevano appositamente fra i cittadini ''boni homines'' deputati al controllo dell'efficienza e alla custodia sia delle fontane, sia degli acquedotti<ref>{{Cita web|url=http://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20I/cap8.pdf|autore1=[[Achille Sansi]]|titolo=Storia del Comune di Spoleto dal sec. XII al sec. XVII, parte 1°, cap. VIII|editore=Stabilimento di P. Sgariglia|città=Foligno|anno=1879|p=150|accesso = 30-04- aprile 2015}}</ref>. Negli ''Statuti'' del 1296 si legge il divieto di estrarre acqua dalle fontane del comune senza licenza del [[Podestà (medioevo)|podestà]]<ref>{{Cita web|url=http://www.idr.unipi.it/iura-communia/SCELTE.html|titolo=Atti del Convegno di studi svoltosi in occasione del VII° centenario della promulgazione dello Statuto comunale di Spoleto (1296-1996), Spoleto, 8-9 novembre 1996|curatore=Ernesto Menestò|anno=1997|città=Spoleto}}</ref>.
 
Il numero delle fontane a getto continuo e la ricchezza dei loro ornati, erano considerati prova del vivere civile d'una città. A Spoleto distribuivano ai cittadini l'acqua captata dalle sorgenti del ''fosso di [[Acquedotto di Cortaccione|Cortaccione]]'' attraverso l'omonimo acquedotto di origini romane<ref>Resti di grandi manufatti murari a grandi blocchi sono emersi in occasione di lavori di riattamento delle sorgenti avvenuti nel 1823 e nel 1893. Per la descrizione degli elementi rinvenuti cf. {{Cita libro|autore=Pietro Fontana|titolo=Nota alla descrizione del Monteluco di P. F. Giustolo|città=Foligno|anno=1829|p=22}} e {{Cita libro|autore=[[Giuseppe Sordini (archeologo)|Giuseppe Sordini]]|titolo=Scoperte di antichità|operacollana=Notizie dagli scavi|anno=1898|pp=17-19}}</ref>.
 
Ulteriori fontane furono costruite durante il [[Medioevo]], altre durante il periodo [[rinascimentale]] e altre ancora a fine ottocento; spesso le nuove venivano costruite con l'impiego di [[Reimpiego|materiali di spoglio]]. La città poteva permettersi molte fontanelle pubbliche grazie al costante rifornimento di acqua garantito da sorgenti presenti entro le mura, e da altre più distanti successivamente captate, come ''Valcieca'' e ''Vallecchia''.
 
Oltre a procurare acqua sulla pubblica via a coloro che ne erano privi nelle proprie abitazioni, erano un punto fondamentale d'incontro e di aggregazione per i cittadini. Dopo la costruzione del nuovo acquedotto a fine ottocento, vennero collocate in molti luoghi della città 27 fontanelle a chiusura automatica di marca tedesca ''Bopp e Reuther''<ref name="Ingegneria sanitaria">{{cita web|url=http://digit.biblio.polito.it/3708/1/Gennaio%201896.pdf|autore=Pompeo Bresadola|titolo=Le fontanelle a chiusura automatica|operasito=L'ingegneria sanitaria. Periodico tecnico igienico illustrato|anno=1896|volume=VII|editore=Fratelli Pozzo|città=Torino|p=3}}</ref>, al fine di evitare gli sprechi caratteristici delle fontane a getto continuo, che erano 18<ref>{{Cita libro|autore=Pompeo Bresadola|titolo=Il nuovo acquedotto della città di Spoleto|anno=1900|città=Milano|p=156}}</ref>.
 
Per varietà delle forme a Spoleto si distinguono tre tipologie di fontane: le fontane, le fontanelle e i lavatoi, realizzate prevalentemente in [[Roccia|pietra]].
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===Fontana dei Maccabei===
[[File:Fontana dei Maccabei.JPG|thumb|Fontana dei Maccabei|left]]
È una fontana del quattrocento posta al centro di ''piazza Pietro Fontana'', piazza sorta al posto di un orto privato della famiglia Fontana che lo cedette generosamente al comune nel 1802. Si trova vicino alla [[Chiesa di Sant'Ansano (Spoleto)|chiesa di Sant'Ansano]] e davanti alla [[Biblioteca comunale Giosuè Carducci di Spoleto|biblioteca comunale Giosuè Carducci]] in ''Palazzo Mauri''. Alcuni documenti attestano ben due ricostruzioni nel corso del XV secolo; la prima avvenuta nel 1453 col riutilizzo di 12 lastre lapidee recuperate dalla demolizione di una vecchia fonte in ''piazza del Mercato''; la seconda nel 1492 affidata al un tal ''Rubeo de Florentia lapicida''<ref>{{cita libro|autore=Silvestro Nessi|titolo=Fonte detta dei Maccabei|operacollana=Nuovi documenti sulle arti a Spoleto: architettura e scultura tra Romanico e Barocco|editore=Banca popolare di Spoleto|anno=1992|città=Spoleto|p=97}}</ref>. Inizialmente collocata in ''piazza Pianciani'', venne spostata in ''piazza Fontana'' nel 1800<ref>{{cita libro | | autore1=Lamberto Gentili|autore2=Luciano Giacché|autore3= Bernardino Ragni|autore4= [[Bruno Toscano]] | |titolo= L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto|anno= 1978 |editore= Edindustria | città=Roma|p=416}}</ref>.
 
La vasca inferiore è composta da lastre e blocchi di pietra che formano dodici lati; la colonna centrale, semplice e disadorna, termina con un piccolo catino, all'interno del quale, in occasione della mostra [[Sculture nella città]], [[Lucio Fontana]] collocò una sua scultura.
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===Fontana di piazza del Duomo===
[[File:Fontana di Piazza Duomo.jpg|thumb|Fontana di Piazza Duomo|left]]
È addossata al muraglione di contenimento in ''piazza del Duomo'', ricostruito nel 1456<ref>{{cita libro|autore=Silvestro Nessi|titolo=Cattedrale di S. Maria Assunta (Duomo)|operacollana=Nuovi documenti sulle arti a Spoleto: architettura e scultura tra Romanico e Barocco|editore=Banca popolare di Spoleto|anno=1992|città=Spoleto|p=29}}</ref>.
Una prima fontana venne realizzata nel 1468 per volontà del cardinale [[Berardo Eroli]] che, durante il suo mandato, si adoperò per il miglioramento della città, sia dal punto di vista ornamentale che strutturale<ref>Intervenne sul palazzo vescovile, sulla conservazione dei boschi di [[Monteluco]], sulle frequenti inondazione dei torrenti Marroggia e Tessino, per le quali fece arrivare un esperto ingegnere fiorentino. Cf. {{Cita web|url=http://web.tiscali.it/spoletostoria/Sansi/Vol2%20cap%20XV-XVIII.pdf|autore1=[[Achille Sansi]]|titolo=Storia del Comune di Spoleto dal sec. XII al sec. XVII, parte 2°, cap. XVI|editore=Stabilimento di P. Sgariglia|città=Foligno|anno=1879|p=62 e ss.|accesso = 30-04- aprile 2015}}</ref>.
L'attuale fontana è costituita da un [[sarcofago]] di arte tardo-romana decorato con [[altorilievi]] che illustrano una scena di caccia in [[Africa]].
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===Fontana della Valle===
Non esiste più. Si trovava dall'altra parte della piazza rispetto alla [[Basilica di San Gregorio Maggiore]]. Era una fontana datata 1642 già pertinente al monastero della Stella, parte del [[complesso monumentale dell'Anfiteatro]]. In basso recava l'iscrizione: ''Et undae et Anni'' (gli anni scorrono come le onde)<ref>{{Cita web|url=http://www.piazzaduomo.org/Sansi/Sansi%20Vol.%20IV/monumenti.pdf|autore1=[[Achille Sansi]]|titolo=Degli edifici e dei frammenti storici|editore=Stabilimento di P. Sgariglia|città=Foligno|anno=1869|p=242|accesso = 30-04- aprile 2015}}</ref><ref>{{cita libro | | autore1=Lamberto Gentili|autore2=Luciano Giacché|autore3= Bernardino Ragni|autore4= [[Bruno Toscano]] | |titolo= L’Umbria, Manuali per il Territorio. Spoleto|anno= 1978 |editore= Edindustria | città=Roma|p=110}}</ref>. È stata demolita nel 2000 in occasione dell'inizio del restauro della ''chiesa dei SS. Stefano e Tommaso''.
===Fontana di Piazza Sordini===
Anche questa fontana non c'è più. Si trovava al centro della piazza di fronte a Palazzo Rosari Spada. Apparteneva in origine alla famiglia Collicola, abbelliva il [[giardino all'italiana]] del loro palazzo poco distante. In data sconosciuta venne trasferita in piazza Sordini. Da qui, in tempi recenti, è stata di nuovo smontata in previsione del suo ricollocamento nel luogo originario, successivo al ripristino del giardino che era stato asfaltato. Purtroppo ad oggi (dicembre 2016) il ripristino non è avvenuto e la fontana giace smontata all’aperto, presso i magazzini comunali di Santo Chiodo.
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===Fontanella di via dell'Angelo ===
Si trova in ''via dell'Angelo'', vicino a ''piazza del Mercato''. Svolge ancora la sua funzione: fornire acqua ai passanti. Il getto d'acqua esce da un rubinetto montato in corrispondenza della bocca di un volto in metallo, un volto umano, forse raffigurante un satiro. È una delle fontane spoletine più antiche, infatti in basso, sul prospetto quattrocentesco in pietra, si può ancora scorgere lo stemma della famiglia ''Leti'', con scudo a testa di cavallo, a dimostrazione della presenza nella via di antiche case della famiglia, poi comprese nel sontuoso edificio oggi noto come ''Palazzo Leti-Sansi'', eretto all'inizio del '600. La fontana, nel tempo rimodernata, originariamente aveva una forma architettonica ad [[arcosolio]]<ref>{{Cita libro | autore=Carlo Pietrangeli| titolo= Ricordo di una famiglia estinta: i Leti e le loro proprietà spoletine| operacollana=[[Spoletium (rivista)|Spoletium]] | editore=[[Accademia spoletina]]| anno= 1973|numero=18 | città= Spoleto|pp=45-54}}</ref>.
 
=== Fontanella di via Saffi ===