Gruppo 63: differenze tra le versioni

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Il Gruppo 63 ebbe il merito di proporre e tentare un rinnovamento nel panorama piuttosto chiuso della [[letteratura italiana]], ma il suo aristocratico distacco dal sentire comune e la complessità dei codici di comunicazione ne fecero un movimento élitario, accusato di ''cerebralismo''. Inoltre, alcune accuse contro i "conservatori" della letteratura, poi con il tempo riconsiderate, furono amplificate dai giornali e dagli stessi avversari<ref>È il caso per esempio della polemica con Bassani, rimbalzata su "[[Paese Sera]]". [[Umberto Eco]], nella sua ricostruzione storica in AA.VV., ''Il Gruppo 63 quarant'anni dopo'', Pendragon, Bologna, 2005, ricorda un clima anche goliardico e di eccesso di sperimentalismo: in proposito, Enzo Golino ascrive proprio al successo de [[Il nome della rosa]], venti anni dopo, una smentita del "luogo comune che il laboratorio letterario degli anni Sessanta abbia dato, sul versante della neoavanguardia, più risultati sul piano della critica che su quello strettamente creativo". Benché per Golino nell'ambito strettamente della neoavanguardia "senza dubbio è così (tranne per alcuni scrittori come Arbasino e Malerba, due nomi per tutti che quel versante frequentarono, da compagni di strada, in piena autonomia)", al di fuori di essa (e come conseguenza di essa) "alcuni sintomi manifestavano un insopprimibile ritorno alla narratività, al romanzo ben fatto, alle regole di una struttura chiusa e di un linguaggio che non fosse crivellato da sussulti post-joyciani. Si parlò di riflusso da parte dei più accaniti zelatori dello sperimentalismo, di rigoglio dell' io esistenziale che finalmente trovava uno sbocco romanzesco da parte di chi per esempio Enzo Siciliano aveva sempre militato sulla trincea opposta. Questo sguardo sommario ha lasciato fra le pieghe infinite realtà individuali di minimo e grosso calibro, toccando appena qualche episodio tra i più significativi di corsi e ricorsi letterari" ([[Enzo Golino]], [http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1988/09/29/chi-parla-chi.html ''C'è chi parla è c'è chi tace'', Repubblica, 29 settembre 1988])</ref>.
== Componenti ==
== Componenti<ref>{{Cita web|url=https://books.google.co.il/books?id=8SwHBDMjGuMC&pg=PA43&lpg=PA43&dq=pietro+buttitta+gruppo+63&source=bl&ots=jcqH-FXmZt&sig=MhI329Zlxg3Xtf9EAqYYlE9WhdI&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiKw8bn4_jcAhVHF8AKHRv0Cj8Q6AEwEHoECAEQAQ#v=onepage&q=pietro%20buttitta%20gruppo%2063&f=false|titolo=Il Gruppo 63 quarant'anni dopo}}</ref>==
Alcuni autori, critici e scrittori del Gruppo 63<ref>{{Cita web|url=https://books.google.co.il/books?id=8SwHBDMjGuMC&pg=PA43&lpg=PA43&dq=pietro+buttitta+gruppo+63&source=bl&ots=jcqH-FXmZt&sig=MhI329Zlxg3Xtf9EAqYYlE9WhdI&hl=en&sa=X&ved=2ahUKEwiKw8bn4_jcAhVHF8AKHRv0Cj8Q6AEwEHoECAEQAQ#v=onepage&q=pietro%20buttitta%20gruppo%2063&f=false|titolo=Il Gruppo 63 quarant'anni dopo}}</ref> furono il già citato [[Alberto Arbasino]], [[Luciano Anceschi]], [[Nanni Balestrini]], [[Renato Barilli]], [[Achille Bonito Oliva]], [[Giorgio Celli]]<ref>Tra l'altro, è fonte dell'inclusione di Celli la terza di copertina del suo ''I sette peccati capitali degli animali''.</ref>, [[Furio Colombo]], [[Corrado Costa]], [[Fausto Curi]], [[Oreste Del Buono]], [[Roberto Di Marco]], [[Umberto Eco]], [[Enrico Filippini]], [[Alfredo Giuliani]], [[Alberto Gozzi]]<ref>Fonte dell'inclusione dei nomi citati: AA.VV., ''Il Gruppo 63 quarant'anni dopo'', cit.</ref>, [[Angelo Guglielmi]], [[Patrizia Vicinelli]], [[Germano Lombardi]], [[Giorgio Manganelli]], [[Giulia Niccolai]], [[Elio Pagliarani]], [[Michele Perriera]], [[Lamberto Pignotti]], [[Antonio Porta (scrittore)|Antonio Porta]], [[Edoardo Sanguineti]], [[Giuliano Scabia]], [[Adriano Spatola]], [[Aldo Tagliaferri]], [[Giancarlo Marmori]], [[Gian Pio Torricelli]] e [[Sebastiano Vassalli]].
 
Più ai margini anche [[Nanni Cagnone]], [[Gianni Celati]], [[Alice Ceresa]], [[Giordano Falzoni]], [[Luigi Gozzi]], [[Francesco Leonetti]], [[Luigi Malerba]], [[Marina Mizzau]], [[Rossana Ombres]], [[Nico Orengo]], [[Amelia Rosselli]], [[Gaetano Testa]], [[Carla Vasio]] e [[Cesare Vivaldi]]<ref>Fonte: il libro a cura di Barilli e Guglielmi già citato.</ref>.