Alberto I del Belgio: differenze tra le versioni

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Al termine della grande guerra il [[Belgio]], rappresentato direttamente da Alberto I, ottenne dalla [[Trattato di Versailles (1919)|conferenza di pace di Versailles]] i possedimenti coloniali tedeschi del [[Ruanda]] e del [[Burundi]] nel [[1919]] e le città tedesche di [[Eupen]] e [[Malmedy]] nel [[1920]]. Ai negoziati di pace il re difese gli interessi del Belgio, ma si distinse per la sua opposizione alla politica di umiliazione eccessiva nei confronti della [[Germania]], intenzionato a riprendere le relazioni commerciali tra i due paesi vicini geograficamente.
 
In seguito egli destinò tutte le sue energie alla realizzazione di grandi opere di interesse pubblico per la rinascita del paese distrutto dalla guerra. Una delle opere più importanti in questo senso fu la costruzione del canale che ancora oggi collega il [[porto di [[Liegi]] a quello di [[Anversa]], che porta il suo nome.
 
In campo politico, nel [[1919]] si tennero in Belgio le prime elezioni a suffragio universale come da tempo i socialisti del paese acclamavano. Dal 23 settembre al 13 novembre [[1919]] il re, la regina ed il principe ereditario si recarono in visita ufficiale negli [[Stati Uniti]] e durante una visita al pueblo di [[Isleta]], nel [[Nuovo Messico]] indiano, il re decorò dell'[[Ordine di Leopoldo II]] padre [[Anton Docher]], missionario cattolico belga che si era distinto grandemente per la difesa degli indiani d'America, il quale offrì in omaggio al monarca una croce d'argento e turchesi realizzata dal popolo locale. Nel [[1920]], il Belgio raggiunse un accordo militare con la [[Francia]] ma non riuscì a spuntarne uno simile col [[Regno Unito]], dopo di che il sovrano belga si recò in visita di stato in [[Brasile]] dalla quale fece ritorno nell'ottobre del [[1920]].