Fortezza Medicea (Arezzo): differenze tra le versioni

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Durante la rivolta del 1502 contro il dominio fiorentino gli aretini cercarono di abbattere la fortezza. La [[Repubblica di Firenze]] diede ordine però di ricostruirla secondo i principi della [[fortificazione alla moderna]], affidando i lavori a [[Giuliano da Sangallo|Giuliano]] e [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio da Sangallo]]. Questa fortezza (a forma [[Trapezio (geometria)|trapezoidale]] e non pentagonale come l'attuale, di cui sono ancora visibili i baluardi del ''Ponte di Soccorso'' e della ''Chiesa'' sul fianco orientale, nonché alcuni tratti di cortina) venne però danneggiata intorno al 1530.
 
L'attuale fortificazione è quella fatta costruire, rispettando in parte i disegni originali di [[Giuliano da Sangallo|Giuliano]] e di [[Antonio da Sangallo il Vecchio|Antonio da Sangallo]], tra il 1538 e il 1560 per ordine di [[Cosimo I de' Medici]]. IlI lavori furono diretti da [[Antonio da Sangallo il Giovane]].
 
Durante la costruzione vennero abbattuti il Palazzo del Comune con l'annessa Torre Rossa, i ruderi del Palazzo del Capitano del Popolo, il Palazzo Tarlati di Pietramala e circa 17 chiese oltre che tutto il vecchio centro storico turrito della città antica trecentesca, già sede della città etrusca e del [[Foro Romano]]. La motivazione militare fu di sgombrare il campo ai colpi di artiglieria che dalla fortezza potevano essere indirizzati contro la città per prevenire rivolte antifiorentine.