Francesco Giuseppe I d'Austria: differenze tra le versioni

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=== Politica estera ===
[[File:Lilly König Portrait Franz Joseph.jpg|thumb|left|Ritratto di Francesco Giuseppe a cavallo durante le guerre risorgimentali.]]
Nella politica estera l'impero guidato da Francesco Giuseppe I in ambito militare vinse innumerevoli battaglie, ma perse tutte le guerre. Già all'epoca di regno di Francesco Giuseppe era ormai chiaro che l'Austria dovesse tendere ad espandersi verso est in quanto in occidente stavano creandosi forti stati che avrebbero impedito un ruolo forte dell'Impero Austriaco. La rottura con la Germania e l'esclusione dell'Imperatore dalla reggenza della [[Confederazione Tedescagermanica|Confederazione tedesca]], portarono quindi Francesco Giuseppe ad orientarsi ai territori dei Balcani che presentavano in molti casi culture completamente diverse da quella austriaca<ref>{{Cita|Murad|pp. 150-151}}.</ref>.
 
La prima problematica dell'espansione verso oriente era ovviamente l'incontro-scontro con la [[Russia]], ma proprio nell'ambito della rivoluzione ungherese del [[1848]] si compirono i passi giusti verso la concordia, ovvero la [[Russia]] si offrì (anche per proprio interesse) di aiutare l'Austria a reprimere le rivolte in Ungheria. Fu lo stesso [[Impero russo]] però a rimanere deluso quando l'Austria si dichiarò neutrale nella [[Guerra di Crimea]] del [[1854]], giungendo poi a scontrarsi con essa per i medesimi interessi nei [[Penisola balcanica|Balcani]].
 
La [[Seconda guerra d'indipendenza]] italiana contro la [[Francia]] di [[Napoleone III di Francia|Napoleone III]] e il [[Regno di Piemonte-Sardegna (1720-1861)|Regno di Sardegna]] dei [[Casa Savoia|Savoia]], si dimostrò una totale sconfitta per la mancata progettazione degli scontri. Nella guerra del [[1866]], l'Austria perse anche il [[Veneto]] a favore del neonato [[Regno d'Italia]], grazie al supporto che la [[Prussia]] concesse all'Italia contro l'Impero austriaco col quale ella stessa era in lotta per la supremazia sulla Confederazione germanica<ref>{{Cita|Murad|p. 151}}.</ref>.
 
L'Austria, sebbene fosse sconfitta nella [[Battaglia di Sadowa|battaglia terrestre di Sadowa]] non mancò in questo caso di eccellere in alcuni scontri come la [[Battaglia di Lissa]], episodio ad ogni modo considerato un "unicum" per la storia di quel periodo. Dopo decenni di insuccessi, il [[Congresso di Berlino]] del [[1878]] fu per l'Austria-Ungheria una boccata d'ossigeno in quanto l'impero ricevette il mandato di occupare le due province ottomane della [[Bosnia]] e dell'[[Erzegovina]], gestendole sul lato amministrativo. Formalmente, le due regioni si trovavano ad essere parte dell'[[Impero ottomano]], ma ''de facto'' esse rappresentavano un pieno dominio austriaco e una sempre maggiore espansione verso est.
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Dopo il [[1879]], la monarchia asburgica iniziò una politica di ravvicinamento con il neonato [[Impero tedesco]], sotterrando i conflitti passati ed accettando il nuovo status delle cose, rendendolo parte dell'alleanza che, dopo l'ingresso dell'Italia, divenne nota come [[Triplice alleanza (1882)|Triplice alleanza]]. Nel [[1903]] Francesco Giuseppe utilizzò per l'ultima volta il suo [[Ius exclusivae|diritto di veto al conclave]] contro il cardinale [[Mariano Rampolla del Tindaro]], impedendogli di essere prescelto al soglio pontificio. Tale motivazione era essenzialmente dettata dalle amicizie francofile del cardinale. Tale privilegio secolare, scarsamente utilizzato ma molto pericoloso se sfruttato accuratamente, venne abolito definitivamente dal nuovo pontefice eletto, il patriarca veneziano Giuseppe Melchiorre Sarto, [[papa Pio X]]<ref>{{Cita|Murad|p. 127}}.</ref>.
 
Nel [[1908]] la [[Bosnia]] e l'[[Erzegovina]] vennero formalmente unite all'Impero e si aprì una crisi per l'annessione in quanto tale decisione non era stata prima ratificata dalle altre potenze europee. I conflitti politici con interessi nei [[Balcani]] e gli automatismi della politica di alleanze applicata nel [[1914]], segnarono indelebilmente lo scoppio della [[Prima guerra mondiale|Grande Guerra]]. Nell'ambito degli scontri, l'ottantaquattrenne imperatore Francesco Giuseppe così si espresse in una lettera datata 2 luglio [[1914]] ed indirizzata ai suoi capi militari: "la Serbia è il punto nodale della politica pan-slava e come tale essa deve essere eliminata come fattore di potere politico nei Balcani [...] Gli sforzi del mio governo devono essere indirizzati in futuro all'isolamento ed alla riduzione della Serbia a provincia". Fu Francesco Giuseppe in persona ad approvare l'ultimatum alla [[Serbia]] dopo l'uccisione dell'arciduca [[Francesco Ferdinando d'AustriaAsburgo-Este|Francesco Ferdinando]] suo erede designato<ref>{{Cita|Palmer|pp. 328-331}}.</ref>.
 
L'inizio delle ostilità furono concordate con il ''kaiser'' tedesco [[Guglielmo II di Germania|Guglielmo II]] mentre l'Italia pur essendo parte della [[Triplice alleanza (1882)|Triplice]] non venne informato di nulla venendo a conoscenza dell'ultimatum e del suo contenuto solo al momento della sua formalizzazione. L'Italia, a quel punto si dichiarò neutrale. Essa aveva, inoltre, in gioco alcune rivendicazioni territoriali ([[Trentino]], [[Trieste]], [[Litorale austriaco|Litorale]]) verso la monarchia asburgica. Fu così che dal [[1915]] l'Italia entrò a far parte della [[Triplice intesa]], ottenendo come premio per la vittoria contro i nemici i territori in pretesa. Ormai anziano, Francesco Giuseppe si spense nel [[1916]], quando la guerra non era ancora terminata. Nel [[1917]] entrarono nelle schiere dell'Intesa anche gli [[Stati Uniti], mentre la [[Russia]] abbandonò a causa della rivoluzione interna. L'anno successivo si pose fine alla [[prima guerra mondiale]] e l'Impero austro-ungarico si dissolse nel [[1918]].