Museo Thyssen-Bornemisza: differenze tra le versioni

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aggiunta illustrazione Santa Caterina Caravaggio
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== Storia della collezione Thyssen-Bornemisza ==
 
[[file:Michelangelo Caravaggio 060.jpg|thumb|left|''[[Santa Caterina d'Alessandria (Caravaggio)|Santa Caterina]]'', opera di [[Caravaggio]] .]]
[[File:Vittore Carpaccio - Giovane cavaliere in un paesaggio.jpg|thumb|left|[[Ritratto di cavaliere]] di Vittore Carpaccio]]
===Primo barone: i maestri antichi===
Il patrimonio artistico iniziò a formarsi a [[L'Aia]] verso il 1928, come collezione privata del primo barone Thyssen-Bornemisza, Heinrich (1875-1947). <ref>Già in precedenza, tra il 1906 e 1922, suo padre August Thyssen (1842-1926) aveva commissionato sette sculture in marmo a [[Auguste Rodin]]. Dopo diverse peripezie il [[Hans Heinrich von Thyssen-Bornemisza|secondo barone, Hans Heinrich]], ne ricomprò sei nel 1956: attualmente quattro appartengono alla sua vedova che li mantiene in esposizione nel museo, mentre le due rimanenti passarono alla figlia Francesca</ref>.
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Nel 2004 il Museo fu ampliato in un edificio contiguo: al piano terreno si organizzano mostre temporanee, mentre il primo piano ospita le 250 opere della Collezione Carmen Thyssen-Bornemisza, che non fanno parte di quelle cedute allo Stato ma costituiscono un deposito temporaneo.
Nel 2017 il Ministero della Cultura ha aggiunto la qualifica di “Nacional” alla denominazione del museo, equiparandolo al vicino Museo del Prado e al Museo Reina Sofia.
 
 
 
== Le opere principali ==