Giuseppe (patriarca): differenze tra le versioni

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I dieci fratelli maggiori, gelosi di Giuseppe a causa della predilezione del padre, decidono di gettarlo vivo in una cisterna vuota e di venderlo poi come schiavo per 20 scicli d'argento a dei mercanti che, giunti in Egitto, a loro volta lo vendono a Potifarre, il capo delle guardie del [[Faraoni nella Bibbia|Faraone]]. I fratelli fecero credere al padre e a Rachele che Giuseppe era stato ucciso dai lupi.
 
In Egitto, Giuseppe spicca nel suo servizio e acquista la fiducia del Potifarre, che gli affida il governo sulla sua casa. Accade però che la moglie di Potifarre, invaghitasi di Giuseppe, lo invita a tradire il marito. Dinanzi al rifiuto perentorio di Giuseppe, la donna non esita a denunciarlo ingiustamente presso il marito e Giuseppe viene imprigionato. In prigione, interpreta i sogni del coppiere e del panettiere del Faraone, preannunciando al primo la liberazione e il ritorno alla corte e al secondo la condanna a morte.
 
Dopo due anni, Il Faraone, tormentato da un sogno ricorrente a cui nessuno dei suoi indovini riusciva a dare una spiegazione, su suggerimento del coppiere, fa liberare Giuseppe affinché dia la sua interpretazione. Il sogno riguardava sette mucche grasse divorate da sette mucche magre e sette spighe rigonfie di chicchi mangiate da sette spighe arse e rinsecchite. Interpretando il sogno con l'aiuto di Dio, Giuseppe predice al Faraone sette anni di grande abbondanza per l'Egitto, cui faranno seguito sette anni di carestia e suggerisce al Faraone di fare riserva di un quinto del grano durante il periodo dell'abbondanza, per poi utilizzarlo nel tempo della carestia.