Giulio Tremonti: differenze tra le versioni

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Nel 2010 il ''Collettivo [[NoiseFromAmeriKa]]'', un gruppo di economisti italiani che lavora in maggioranza negli [[Stati Uniti]] e formato da [[Alberto Bisin]], [[Michele Boldrin]], [[Sandro Brusco]], Andrea Moro, [[Aldo Rustichini]], e [[Giulio Zanella]], ha criticato Tremonti nel libro ''Tremonti. Istruzioni per il disuso'' per la sua presunta pochezza e supponenza: «Tremonti ha francamente scocciato. Non tanto per quello che fa in qualità di ministro dell'Economia, visto che fa veramente poco, ma soprattutto per quello che dice. Siccome fa politica ed è uomo potente, quello che dice conta: orienta l'opinione pubblica e definisce i termini del dibattito. Questo non è un bene. Da un lato, afferma troppo frequentemente cose false o incoerenti. Dall'altro, quanto fa è spesso erroneo o in contraddizione con quanto asserisce si dovrebbe fare. Insomma, ha scocciato»<ref name=autogenerato2>http://www.noisefromamerika.org/var/uploads/Librotremonti/tremonti-inizio.pdf</ref>. Ai libri economici di Tremonti vengono dunque rimproverate le sue «visioni oniriche, frasi roboanti e la sicumera di essere l'unico al mondo investito, in modo misterioso, da una qualche sorta di conoscenza esoterica da usare per dispensare previsioni (solitamente apocalittiche) e offrire soluzioni magiche».<ref name=autogenerato2 />. L'opera ha conosciuto una seconda edizione ampliata nel 2011 col sottotitolo ''e continuano a chiamarlo Voltremont''.<ref>[http://www.noisefromamerika.org/index.php/base/tremonti Commenti e recensioni a ''Tremonti. Istruzioni per il disuso''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100210145142/http://www.noisefromamerika.org/index.php/base/tremonti |data=10 febbraio 2010 }}</ref>
 
Nel 2012 l'economista [[Fabio Scacciavillani]], responsabile del Fondo d'investimenti del sultanato dell'Oman, ha scritto con il giornalista [[Giampiero Castellotti]] il libro ''Il timoniere del Titanic'', la prima biografia non autorizzata di [[Giulio Tremonti]], pubblicata da Editori Riuniti.
 
{{Citazione necessaria|Prima di loro Giovanni La Torre nel libro "Il Grande Bluff. Il Caso Tremonti" (Melampo Editore, 2009) aveva sostenuto che le tesi esposte da Tremonti nei suoi libri erano strampalate, contraddittorie e prive di contenuto scientifico e che la caratteristica che le accomunava era la "verbosità", nonché il sostenere una cosa e il suo contrario in modo da poter dire in seguito "io l'avevo detto" qualunque cosa fosse accaduta nella realtà. Lo stesso presunto "antimercatismo" di Tremonti viene attaccato, e a questo proposito si fa riferimento al contenuto del libro dello stesso Tremonti "Lo Stato Criminogeno", che pare il manifesto più mercatista che sia mai stato scritto. Infine si sostiene che il Tremonti "profeta della crisi" non trova riscontro in alcuno dei suoi scritti precedenti la crisi medesima, trattandosi bensì semplicemente di una riuscita montatura mediatica. L'immagine di Tremonti "maitre à penser" è uno dei misteri mediatici italiani che non trova alcun fondamento nell'attività pratica e teorica del personaggio. La Torre ha poi firmato nel 2012 il numero monografico di Critica Liberale (n. 197) che riprende in esame il "pensiero" tremontiano così come espresso nel libro "Uscita di Sicurezza".}}