Fiesso Umbertiano: differenze tra le versioni
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[[File:Beata Vergine del Rosario (2) (FIesso Umbertiano).jpg|thumb|Il piccolo [[oratorio (architettura)|oratorio]] della Beata Vergine del Rosario, sito in prossimità della parrocchiale.]]
[[File:Beata Vergine del Rosario (località alla Buca, FIesso Umbertiano).jpg|thumb|L'oratorio della Beata Vergine del Rosario, sito in località alla Buca, impreziosito dal piccolo colonnato.]]
* Chiesa arcipretale, dedicata alla [[Natività]] della Beata Vergine Maria e a [[San Carlo Borromeo]]. Il nucleo originario della chiesa risale al secondo decennio del [[XVII secolo]] ([[1609]]-[[1622]]) per volontà del parroco, il milanese don Bernardino Micario. La costruzione venne consacrata con dedica alla Natività di Maria l'8 settembre [[1622]] dal Vescovo di Termoli Camillo Mauro, primicerio del vescovo di [[Ferrara]] Leni. Il tempio fu radicalmente modificato tra il [[1689]] e il [[1691]] per volontà del parroco don Antonio Sivieri, come ricorda la lapide murata sopra il portale d'accesso. Furono allora aggiunte le due navate laterali, edificati il presbiterio e il coro ad occidente e la facciata ad oriente. La costruzione, dedicata alla Natività di Maria nel [[1825]] e riconsacrata nel [[1888]], presenta il classico stile basilicale, caratterizzato da un'architettura molto semplice. All'interno, la navata centrale è sovrastata da un raro soffitto ligneo con 96 cassettoni dipinti, raffiguranti episodi della vita della Madonna e di S. Carlo Borromeo, databili al [[XVII secolo|600]]. Sulle pareti laterali, recentemente restaurata, una serie di tele di scuola emiliana risalente al [[XVII secolo]] va a costituire una quadreria con pochi eguali sul territorio. I dipinti si dividono in due ordini: quelli più piccoli (sopra la trabeazione), databili tra il secondo e il quarto decennio del [[XVII secolo]], rappresentano ''Episodi della vita di Maria'' e sono attribuiti alla scuola di Carlo Bononi ([[1569]]-[[1632]]); i sottostanti, di dimensioni più grandi, rappresentanti ''Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento'', risalenti alla seconda metà del secolo, risentono dell'influsso bolognese. La chiesa, disposta su tre navate, presenta, oltre all'altar maggiore, sei altari e tre cappelle: a destra, la Cappella di [[Rita da Cascia|Santa Rita]], di recente fattura, l'altare di Sant'Antonio, l'altare del [[Sacro Cuore]], con statua lignea dello scultore Vincenzo Cadorin (1920), l'altare del SS. Crocifisso (XVIII sec.) e la Cappella del SS. Sacramento, oggi dedicata al "Gesù di tutti i popoli"; a sinistra, la Cappella del Battistero, rifatta nel 1967, gli altari dei patroni ( S. Carlo e B.V. del Rosario) e l'altare ligneo dorato. Quest'ultimo, collocato al vertice della navata sinistra, monumento nazionale, secondo la tradizione proviene dalla distrutta chiesa di [[San Silvestro]] di Tessarolo. Opera di una buona bottega emiliana di intagliatori della prima metà del [[XVII secolo]], l'altare, anticamente dedicato a [[San Vincenzo]], ha la forma di un tempietto con tre cupole bizantine; è ornato di colonne, capitelli, nicchie, balaustrate e frontali. L'altare è adornato da otto piccole statue, sette delle quali (ad esclusione del [[Dio|Redentore]] sulla cupola centrale) sono di fattura recente: furono infatti rubate nel [[1978]] e sostituite con altre solo nel [[1982]]. Di particolare interesse il sovrastante baldacchino [[XVIII secolo|settecentesco]] raffigurante le tre Virtù Teologali e la porticina lignea del tabernacolo, raffigurante l’''Adorazione di Gesù Bambino'', attribuita ad [[Ippolito Scarsella]], detto ''lo Scarsellino'' ([[1550]] circa-[[1620]]). L'altar maggiore, in [[Arte romanica|stile romanico]], opera del 1877 di Michelangelo Ferrari sovrastata da un crocifisso bronzeo opera di Gino Colognesi ([[1967]]), presenta linee molto semplici: fu spostato due metri più indietro nel [[1911]] per rendere più maestosa e visibile la tribuna di legno non più esistente. Ai lati del presbiterio altre due grandi tele, ''La Natività della Vergine'' e ''L'Assunzione della Vergine'' (quest'ultima datata [[1699]]). L'abside semicircolare, caratterizzata da un coro opera dell'intagliatore[[Antonio Soà]], risalente attorno al [[1840]], presenta un catino affrescato, raffigurante ''L'Incoronazione di Maria''. È questo l'unico resto del ciclo di affreschi realizzato dal pittore [[liberty]] [[Ferrara|ferrarese]] [[Augusto Pagliarini]] ([[1872]]-[[1960]]) tra il [[1910]] e il [[1911]], coperto nel [[1960]]. Da non scordare inoltre i 15 affreschi ad olio, disposti ad arco intorno all'altare della Madonna, rappresentanti i Misteri del S. Rosario e risalenti, anche se rimaneggiati, alla metà del [[XVIII secolo]], e le tele della [[Via Crucis]], controparte della Via Crucis di [[Giandomenico Tiepolo]] conservata nell'Oratorio del Crocifisso annesso alla [[Chiesa di San Polo (Venezia)|chiesa di San Polo a Venezia]]. La quadreria è forse attribuibile a Francesco Zugno (1708-1787), autore dell'analoga Via Crucis conservata
* ''Oratorio della Visitazione di Maria Santissima'', in località Rezzo: edificato dalla nobile famiglia estense dei [[Tassoni]] attorno al [[1580]], conserva alcune opere d'arte interessanti del primo ‘[[XVII secolo|600]], tra cui un quadro raffigurante la Visitazione della Vergine a S. Elisabetta. È detto "oratorio della Manà", con riferimento dialettale ai "mannelli" del grano. Festa il 31 maggio.
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