Lingua occitana: differenze tra le versioni

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Il termine ''lingua occitana'' deriva da ''òc'' e apparve nei testi amministrativi latini verso il [[1300]]<ref>{{Fr}} Per es. ''La città di Albi dà 2000 franchi d'oro per l'evacuazione del castello di Penne d'Albigeois, occupato dagli inglesi. "Dominus Johannes, regis francorum filii dux Bituricensis et Alvernie
locum tenens domini nostri francorum regis in tota'' '''lingua occitana''' ''et ducatu aquitanie''..." in [http://books.google.fr/books?id=3dkRAAAAIAAJ&pg=PA261&dq=compayre+albi+tarn+lingua&lr=&as_brr=0&ei=2lKNSrTKPJu-ygS9rOXBBw&client=firefox-a#v=onepage&q=&f=falsee Clément Compayre, ''Studi e documenti storici inediti sull'Albigeois, il Castrais e il Vaurais] p. 261. In questo caso ''lingua occitana'' traduce ''lingua d'oc'' in quanto territorio</ref>. Eppure, fino al [[secolo XX secolo]]<ref>{{Fr}}[[Joseph Anglade]], ''Histoire sommaire de la littérature méridionale au Moyen-Âge'', 1921</ref>, la lingua occitana non era nota frequentemente con questo nome e veniva chiamata per lo più ''lingua d'oc'' (da cui [[Linguadoca (provincia)|Linguadoca]]) o ''provenzale''. Dagli anni 1960-1970, la parola ''occitano'' è diventata usuale e implica una definizione linguistico-geografica estesa, mentre il termine ''provenzale'' oggi designa il provenzale in senso stretto, ossia la [[Dialetto provenzale|parlata occitana in uso nella sola Provenza]].
 
Nella linguistica romanza « Lingua d'oc », « occitano » e « provenzale »<ref>{{Fr}} A. Rey (dir.), ''Dizionario storico della lingua francese'', tomo II (F-PR), pagina 2427: « Occitano (lingua d'oc): [...] Il termine "provenzale", usato fino alla metà del XX secolo tra i romanisti ».</ref> sono sinonimi. L'intero movimento culturale a partire dal XIX secolo parla di ''occitano'' e ''lingua d'oc'', entrambi impiegati in modo interscambiabile in testi amministrativi recenti<ref>{{Fr}}{{collegamento interrotto|1=[http://lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr/cgi-bin/brp/telestats.cgi?brp_ref=984001448&brp_file=0000.pdf Rapporto di Monsieur Bernard Poignant al primo ministro sulle lingue e culture regionali] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}{{pdf}}{{Citazione| L'occitano. Questa denominazione è stata scelta per la nomenclatura stabilita dalla legge Deixonne. Le accademie coinvolte nell'insegnamento dell'occitano sono le seguenti: Nizza, Grenoble, Aix-Marseille, Clermont Ferrand, Montpellier, Toulouse, Limoges, Bordeaux e, in minima parte, Poitiers. Questa lingua è ugualmente parlata e insegnata in Spagna (nella Val d'Aran dove gode di uno statuto ufficiale) e in un certo numero di valli alpine italiane. Tra le lingue regionali, l'occitano si caratterizza per la sua estensione geografica, di gran lunga la più importante del territorio francese, e per una produzione culturale - particolarmente letteraria - di un certo prestigio, allo stesso tempo molto antica e tenace.}}</ref>.
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|- ---- style="background:#EFEFEF"
| | [[Lingua latina|latino]] || [[Lingua portoghese|portoghese]] || [[Lingua spagnola|spagnolo]] || [[Lingua francese|francese]] || [[Lingua catalana|catalano]] || occitano (linguadociano) || occitano (guascone) || [[Lingua piemontese|piemontese]] || [[Lingua sarda|sardo]] || [[Lingua corsa|corso]] || arpitano || [[Lingua italiana|italiano]]
|veneto||[[Lingua friulana|friulano]] || [[nones]]o || [[Lingua rumenaromena|romeno]]
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| |'''clavis'''<br /><small>accusativo ''clavem''</small>
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Fu così che a partire dagli inizi del [[XX secolo]] alcuni studiosi (tra cui [[Joseph Roux]]) si dedicarono alla riscoperta e all'ammodernamento dell'antica grafia medioevale dei trobadori, propugnandone la diffusione come norma. Nel [[1919]] [[Antonin Perbosc]] e [[Prosper Estieu]] fondarono a tale scopo la ''Escòla occitana'', mentre negli anni trenta il linguista [[Louis Alibert]] perfezionò queste regole nella sua grammatica prima e nel suo dizionario poi.
 
La grafia così ricostruita ([[Norma classica (occitano)|grafia classica]]), meno aderente all'ortografia francese e basata sui tratti comuni dei differenti dialetti, è stata resa ufficiale dall'[[Institut d'Estudis Occitans|Istituto di Studi Occitani]] e vale oggi come norma in tutto il mondo occitanofono.
 
Rimane tuttavia l'eccezione parziale del provenzale, che forte della propria cospicua produzione letteraria si è adeguato parzialmente alla norma classica e parzialmente è rimasto fedele alla grafia felibriana, con ciò rallentando il fenomeno di unificazione dell'occitano moderno.
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=== Dialettologia ===
{{vedi anche|Dialetti della lingua occitana}}
Fra le lingue neolatine la più prossima all'Occitano è senz'altro il [[lingua catalana|catalano]], che, a partire dagli inizi dell'età moderna ([[XVI secolo]]) era anche conosciuto, dai suoi stessi parlanti, come ''LLemosí'', cioè [[dialetto limosino|limosino]] (occitano di [[Limoges]]). In realtà le due lingue hanno costituito un'unità fino al [[XIII secolo]], tant'è vero che [[Dante Alighieri]], nel ''[[De Vulgarivulgari Eloquentiaeloquentia]]'', riunisce sotto il nome di ''Yspani'', [[spagnoli]], tanto i [[catalani]] quanto gli occitani.<ref>[[Dante Alighieri]], ''[[s:la:De Vulgari Eloquentia|De Vulgari Eloquentia]]'', I, viii, 5; II, xii, 3.</ref>
[[File:Occitan and French language signs in Toulouse.jpg|thumb|Esempio di bilinguismo a [[Tolosa]] nella cartellonistica pubblica.]]
I dialetti dell'occitano sono:
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L’Occitano costituirebbe insieme al [[Lingua catalana|catalano]] il gruppo [[Lingue occitano-romanze|occitano-romanzo]] delle [[lingue romanze]] occidentali, secondo il linguista [[Pierre Bec]]<ref>{{Fr}} BEC, P. ''Manuel pratique de philologie romane'', Paris, Picard, 1970</ref>. Secondo Bec, ciò si vede negli equivalenti occitani di ''essere'' (« essere » in latino popolare): ''esser'' ([[Ariège]]), ''èsse'' ([[Allier]], in provenzale e ancora in una grande parte di tutta la Francia sud-orientale [http://thesaurus.unice.fr/recMot/indexMot.html]), ''estar'' in [[castigliano]], in catalano e nell'Ariège, nel [[Gers]], nella [[Gironda (dipartimento)|Gironda]], negli [[Alti Pirenei]], nel [[Lot e Garonna]] e nei [[Pirenei Atlantici]]. Ma questa spiegazione non è così convincente, in quanto pure molte altre varietà linguistiche di area romanza, senza con questo rappresentare nessuna forma di lingua di transizione tra Castigliano e Langue d’Oil posseggono sia la forma “Essere” e “Stare”. Il Castigliano nell’epoca di formazione dei volgari romanzi nemmeno confinava con le aree occitanofone, essendosi formato nell’area della Rioja, separata dalla più vicina area perioccitanofona (Guascogna) dai Pirenei e dall’allora estesa area basca.
 
L'occitano Classico e il catalano sono vicini linguisticamente e permettono l'inter-comprensione<ref>{{Fr}} Vedere per esempio [http://www.chass.utoronto.ca/~trottier/memoire.htm Marc TROTTIER, ''Uno studio storico comparativo delle lingue poetiche dell'occitano e del catalano dalle origini al XX secolo''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20081001213425/http://www.chass.utoronto.ca/~trottier/memoire.htm |data=1º ottobre 2008 }}.</ref>. Alcuni romanisti (tuttavia minoritari) come A. Sanfeld includono queste due lingue sotto la stessa denominazione linguistica di occitano. Con [[lingua limosina]] i catalani intendono definire sia il catalano, la lingua dei trovatori, che l'occitano o l'insieme delle lingue occitano-romanze. Tra i molti dialetti oggi parlati in Occitania, fortemente differenziatisi tra loro, dacché la lingua nel XVI sec. secolo è stata relegata a linguaggio d’uso delle classi popolari e rurali, quello più intelligibile con il catalano è il languedocien. Minima è la intelligibilità con le varianti più distanti, quale l’auvernhat oppure con quelle occidentali, così fortemente influenzate dall’italiano (nizzardo, provenzale e occitano delle Vallades piemontesi).
 
=== I legami tra l'occitano e il catalano ===
 
In uno stadio antico, risalente al periodo subito successivo alla fine dell[[Impero Romanoromano d’Occidente]], come per tutte le lingue romanze, il catalano e la lingua d'oc non potevano essere differenziati. Il fatto {{citazione necessaria|che si scriva quasi esclusivamente in [[lingua latina|latino]] nell'alto Medioevo}} rende impossibile qualsiasi categorizzazione formale di lingua romanza. Sarà con il prender piede delle parlate volgari locali a differenziare gli idiomi. I poeti catalani, come quelli toscani e siciliani, scriveranno in occitano fino al [[Basso Medioevo]] secolo. Ad ogni modo il primo scrittore che scrisse tutta la sua opera in catalano, nonché in lingua d'oc, fu il valenzano [[Ausiàs March]].
 
Nel 1931, il recente ritorno allo statuto autonomo della Catalogna rischiò di essere ostacolato perché poteva significare la tutela dell'appartenenza dei catalani a un gruppo di maggioranza non spagnolo; onde evitare ciò, nel 1934 gli intellettuali catalani hanno proclamato solennemente che il catalano contemporaneo era una lingua lontana dall'occitano, rompendo i secolari prestiti linguistici Occitano-Catalani, facendo di una lingua transnazionale che andava dal Piemonte, sino al nord della Catalogna, un coacervo di piccole patrie linguistiche<ref>{{Ca}} [http://www.tlfq.ulaval.ca/axl/monde/catalan.htm riferimento]</ref> nel manifesto ''[[Desviacions en els conceptes de llengua i de pàtria]]''<ref>{{Ca}} [http://webs.racocatala.cat/cat1714/d/llenguaipatria.pdf Manifest, maig del 1934].</ref>
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{{vedi anche|Occitania}}
 
L'ambito di diffusione della lingua occitana copre il terzo meridionale della Francia ed è nettamente delimitato ad ovest dall'[[Oceanooceano Atlantico]], a sudovest dai [[Pirenei]] (che lo dividono da [[lingua basca|basco]], [[lingua aragonese|aragonese]] e [[lingua catalana|catalano]]), a sud dal [[Marmar Mediterraneo]], ad est dalle [[Alpi]] (nelle [[Valli occitane]] d'Italia) e, secondo taluni, anche a [[Principato di Monaco|Monaco]], dove coesisteva con il ligure monegasco fino all'Ottocento (esistono però, a tale proposito, opinioni contrastanti).
 
Abbastanza chiara è la linea di confine con il francese e l'arpitano ([[Lingua francoprovenzale|francoprovenzale]]), che segue una linea ondulata che va da [[Bordeaux]] alla [[Val di Susa]] in Piemonte. Nella Francia centrale esiste inoltre una vasta area di transizione linguistica, chiamata ''Croissant''"Crescente" per la sua forma (verso [[Guéret]], [[Montluçon]] e [[Vichy]]), dove si parla un occitano con forti influssi francesi.
 
In '''Francia''' le regioni in cui si parla occitano sono le seguenti:
 
* [[Provenza-Alpi-Costa Azzurra]] (escluse le storiche aree di diffusione della [[lingua ligure]]: l'alta valle dei fiumi [[Bevera (torrenteaffluente -del FranciaRoia)|Bevera]] e [[Roia]], il [[Principato di Monaco]], [[Mentone]] e le isole linguistiche nel dipartimento del [[Varo (dipartimento)|Varo]]).
* [[Linguadoca-Rossiglione]] (escluse le aree di lingua catalana del dipartimento [[Pirenei Orientali]]);
* [[Midi-Pirenei]];
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* [[Calabria]]: Il comune di [[Guardia Piemontese]], situato nella provincia di Cosenza, è una enclave linguistica, dove si parla un dialetto occitano di tipo [[vivaro-alpino]], il [[guardiolo]]<ref>{{Fr}} [http://taban.canalblog.com/archives/2007/08/23/5976650.html La Gàrdia : un laboratoire calabrais pour l'occitan de demain]</ref>. Il {{tutto attaccato|74,6 %}} dei suoi abitanti dichiarano di parlarlo correntemente<ref>{{It}} P. Monteleone, ''Per una identità di Guardia Piemontese tra dati demografici, riscontri, memorie e territorio'', Le ragioni di una civiltà, a c. di A. Formica, Commune di Guardia Piemontese (1999)</ref>. La presenza dell'occitano in questi luoghi si ha in seguito alla fondazione del villaggio da parte dei [[Chiesa valdese|valdesi]] piemontesi<ref>Provenienti dal comune di [[Bobbio Pellice]], in fuga dalle persecuzioni religiose</ref> nel XIII secolo<ref>{{Fr}} {{collegamento interrotto|1=[http://ec.europa.eeu/education/policies/lang/languages/langmin/euromosaic/it10_fr.html EUROPA - Educazione e formazione - Lingue regionali e minoritarie - Étude Euromosaïc] |date=marzo 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>. Il villaggio di [[San Sisto dei Valdesi]] (comune di [[San Vincenzo La Costa]]) è un'altra enclave linguistica.<ref>{{It}} [http://www.sansistodeivaldesi.it/occitano.htm Il progetto « langue occitane » sul sito del comune di San Sisto dei Valdesi] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20120511191833/http://www.sansistodeivaldesi.it/occitano.htm |data=11 maggio 2012 }}</ref>
* [[Catalogna]]: si parla una forma di guascone, l'[[aranese]], nella [[Val d'Aran]]. L'occitano, nella sua forma aranese, è una lingua ufficiale della regione, accanto al [[Lingua catalana|catalano]].
* [[Centro (regione francese)|Centro]] (regione francese): una zona lungo il confine meridionale della regione. Vedi l'articolo [[CroissantCrescente (occitano)|croissantcrescente]] (''lo Creissent'' in occitano).
* [[Linguadoca-Rossiglione]]: eccetto la maggior parte dei [[Pirenei Orientali]], dove si parla il catalano (solo le [[Fenouillèdes]] sono occitane). La lingua è molto attenuata nella pianura, ma si conserva nelle [[CévennesCevenne]] [[gard]]esi (intorno ad Alès) e nel [[Lozère]] (con la [[Gévaudan#Lingua regionale|parlata gevaudanese]]).
* [[Limosino]]: l'occitano, parlato in tutta la regione da persone di età superiore ai 40 anni, trova nuova vitalità con la formazione di professori di occitano{{citazione necessaria}}.
* [[Poitou-Charentes]]: l'uso dell'occitano regredisce bruscamente subito dopo la [[guerra dei cent'anni]], particolarmente nel sud della regione (vedi i [[#Antichi dialetti del nord-ovest|dialetti del Nord-Ovest]]). La terza parte orientale della [[Charente]], di cui la [[Charente limosina]], e cinque comuni del dipartimento della [[Vienne (dipartimento)|Vienne]]<ref>[[Pressac]], [[Availles-Limouzine]], [[Millac]], [[Mouterre-sur-Blourde]] e [[Coulonges (Charente)|Coulonges]] (cfr. inchiesta di Tourtoulon e Bringuier)</ref> sono del tutto occitanofoni.
* [[Midi-PyrénéesPirenei]]: la lingua è molto indebolita nella parte linguadociana, minacciata in quella quascone, ma molti giovani guasconi la stanno di nuovo parlando. Essa si conserva particolarmente bene nell'[[Haute-Guyenne]] (vale a dire l'Aveyron e la metà settentrionale del Lot).
* [[Principato di Monaco|Monaco]]: una forma di occitano veniva parlato marginalmente dagli operai nizzofoni venuti a lavorare nel Principato, accanto al [[lingua ligure|ligure]] [[monegasco]]<ref name="geo04_79">{{Fr}} [[Geo (periodico)|Géo]] (rivista francese), luglio 2004, n° 305 - ''Occitanie au cœur du Grand Sud'', propos de Louis Combes (Cantalausa), pagina 79</ref>. L'eventuale presenza dell'occitano prima di questo periodo è dibattuta. Nel 2006, il numero dei locutori del [[nizzardo]], una variante dell'occitano, era stimata al 15 %<ref name="Encyclopedia of Language & Linguistics"/>.
* [[Piemonte]]: regione italiana di cui solo le alte valli ([[Val di Susa]]…), dette [[valli occitane]], sono rimaste occitanofone ([[occitano settentrionale|nord-occitano]]). Il versante italiano del [[col di Tenda]] parla provenzale. Nella maggior parte della regione si parla comunque italiano, [[Lingua piemontese|piemontese]], [[Lingua lombarda|lombardo]] e [[Gallo-italico|dialetti gallo-italici]].
* [[Provence-Alpes-Côte d'Azur|Provenza-Alpi-Costa Azzurra]]: in questa regione si parla il provenzale (''rodaniano'', ''marittimo'', ''nizzardo'') e il [[vivaro-alpino]] (classificato da alcuni nel provenzale). Tuttavia nelle alte valli della [[Roia]] e della [[Bevera (torrenteaffluente -del FranciaRoia)|Bevera]] si parlano dialetti liguri alpini. Da notare anche alcune [[lingua isolata|parlate isolate]] [[lingua ligure|liguri]] (''[[figun]]'') che si trovano nel [[Varo (dipartimento)|Varo]] e nelle [[Alpi Marittime]]: Biot, Vallauris, Mons ed Escragnoles. Il [[mentonasco]] possiede uno statuto intermedio tra l'occitano e il ligure.Non vi è concordanza comunque nel considerare il nizzardo moderno, una variante del provenzale, poiché sette secoli di vita separata delle due realtà, una a contatto con il mondo francese e l'altra con l'area italiana, hanno creato notevoli divergenze non solo grafiche, ma pure di lessico e sintassi.Sebbene la Francia abbia usato tutto il suo peso, per ricondurre il nizzardo, per ovvie ragione politiche, all'alveo dei patois provenzali. I movimenti localisti nizzardi, considerano il proprio parlare una lingua neoromanza, a sé rispetto ala parlata degli "odiati" vicini provenzali, sebbene senza disconoscerne le analogie, con questi e pure con l'italiano ed i suoi dialetti.
* [[RhôneRodano-AlpesAlpi]]: il sud della regione è occitanofono: l'Ardèche (nella sua quasi-totalità), la maggior parte della Drôme e il sud dell'[[Isère]]. Per contro, il [[Lyonnais|Lionese]], il [[Forez]] e il [[Delfinato]] settentrionale, che erano zone di dialetti intermedi tra l'occitano e l'[[lingua francoprovenzale|arpitano]], sono diventate precocemente francofone. L'occitano era la lingua della nobiltà lionese al tempo in cui la cultura dei trovatori era al suo apogeo.
 
=== L'occitano nel mondo ===
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{{Citazione|La loro lingua si è conservata soltanto in tre villaggi, dove l'ho trovata che ancora si parlava nel 1909 da appena un centinaio di persone anziane: ''Bourcet'' o ''Neu-Hengstett'', presso Alt-Hengstett, a est di Calw; ''Pinache'' e ''Serres'' (nomi fr.) formano una stessa parrocchia nei dintorni di Dürrmenz in prossimità della frontiera badese, nel distretto di [[Maulbronn]].}} Il termine ''provenzale'' si deve qui intendere nel senso di occitano, nella sua varietà [[vivaro-alpino|vivaro-alpina]].</ref>,
* nel [[Paese basco]] spagnolo<ref>{{Fr}} [http://www.xarnege.com/artikuluak/colonies.htm Colonie guasconi nel Paese Basco]</ref>: [[San Sebastián]] / Donostia (il guascone era parlato al centro della città fino all'inizio del XX secolo), Fontarabie, Pasajes,
* negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], principalmente negli stati occidentali: Montpelier ([[Idaho]]), [[Oregon]], [[California]], ma anche nella città di [[Valdese (approfondimento)|Valdese]] ([[Carolina del Nord]])<ref>{{En}} [http://www.ci.valdese.nc.us/history.htm Storia di Valdese] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20110501131406/http://www.ci.valdese.nc.us/history.htm |data=1º maggio 2011 }}</ref>, [[Montpelier (Vermont)|Montpelier]] ([[Vermont]]), [[Monett]] ([[Missouri]]); così come in [[Louisiana]] nella regione di [[Bâton-Baton Rouge]] di [[Arnaudville]] e di [[Houma (Louisiana)|Houma]] dove si parla un dialetto [[Franceselingua francese cajun|cadien]]-occitano.
* nell'[[Italia meridionale]] a [[Guardia Piemontese]] ([[''La Gàrdia]];'', [[Calabria]]),
* nel [[Libano]]. La [[Contea di Tripoli]]: non si tratta di una colonia nel senso moderno del termine ma di una enclave occitana all'estero. [[Raimondo IV di Tolosa|Raimondo di Tolosa]] l'ha fondata durante le [[crociate]] a nord di Gerusalemme. La maggior parte degli abitanti venivano dall'Occitania e dall'Italia, per cui l'occitano era in uso presso i crociati.
* in [[Svizzera]] (nel [[Cantonicanton svizzeri|cantone]] di [[Vaud]]), sui contrafforti del [[massiccio del Giura]], si trova un piccolo comune chiamato [[Provence]] (Vaud) e, più a sud, nella città di [[Losanna]], un quartiere con lo stesso nome.
* Altre immigrazioni di occitanofoni: in [[Guyana]], [[Messico]], [[Portogallo]], [[Uruguay]], nelle [[Antille]], in [[Argentina]]: particolarmente a [[Pigüé]] ([[provincia di Buenos Aires]]<ref>{{Ar}} [http://www.tenerunsitio.com.ar/portfolio/cistpigue/sitio/turismo/frances.htm presentazione e storia di Pigüé] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071211121600/http://www.tenerunsitio.com.ar/portfolio/cistpigue/sitio/turismo/frances.htm |data=11 dicembre 2007 }}</ref>), nel [[Brasile]], [[Canada]], [[Cile]], ecc.
 
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=== Standardizzazione ===
 
Al tempo dei trovatori (tra l'XI e il XIII secolo), l'occitano ha verosimilmente conosciuto una [[occitanoLingua occitana#Lingua letteraria unificata|norma letteraria unificata]] chiamata [[koinè]].
 
Successivamente, tutte le grafie dell'occitano (classica, mistraliana, bonnaudiana, dell'École du Pô) sono state concepite soprattutto scrivendo i [[Dialetto|dialetti]], senza stabilirne una varietà standard. Tuttavia la norma mistraliana ha comportato dopo la fine del XIX secolo la comparsa di tre norme letterarie regionali: una in provenzale generale, una in [[nizzardo]] e una in guascone ([[bearnese]]). Si può dire inoltre che la norma provenzale mistraliana è una [[lingua standard]] (secondo i fautori della norma detta moderna) o prefigura una [[lingua standard]] (secondo i sostenitori della norma classica).
 
La norma classica, a partire dal XX secolo, ha perseguito lo sviluppo di queste tre forme letterarie ma ha favorito ugualmente le forme regionali supplementari in [[limosino (dialetto) limosino|limosino]] e in [[linguadociano]]. A cominciare dall'ufficializzazione dell'occitano della [[Val d'Aran]] nel [[1990]] e successivamente in tutta la [[Catalogna]] nel [[2006]], la norma classica favorisce allo stesso modo una varietà codifificata di guascone [[aranese]]<ref>{{Ca}} [http://www20.gencat.cat/docs/Llengcat/Documents/Altres/Arxius/normes.pdf Normes ortografiques der aranés]</ref>.
 
==== L'occitano largo ====
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{| cellpadding="4" class="wikitable centre"
|- style="vertical-align:top; text-align:left"
! colspan="4"| Le quattro norme principali dell'occitano a confronto: estratto della [[Dichiarazione universale dei diritti dell'uomoumani]]
|- style="vertical-align:top; text-align:left"
! norma classica
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|
|- style="vertical-align:top; text-align:left"
| '''[[LimosinoDialetto (dialetto)limosino|Limosino]]'''<br />Totas las personas naisson liuras e egalas en dignitat e en drech. Son dotadas de rason e de consciéncia e lor chau (/fau) agir entre elas emb un esperit de frairesa.
|
|
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| lingua = en
}}</ref>
| '''[[FrancoprovenzaleLingua francoprovenzale|Arpitano]]'''<br />Tôs los étres homans nêssont libros et ègals en dignitât et en drêts. Ils ant rêson et conscience et dêvont fâre los uns envèrs los ôtros dedens un èsprit de fraternitât.<ref name="omniglot" />
| '''[[Lingua francese|Francese]]'''<br />Tous les êtres humains naissent libres et égaux en dignité et en droits. Ils sont doués de raison et de conscience et doivent agir les uns envers les autres dans un esprit de fraternité.<ref name="omniglot" />
| '''[[Lingua italiana|Italiano]]'''<br />Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza essi dovrebbero agire (comportarsi) gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.<ref name="omniglot" />
Riga 652:
! colspan="4"| Le quattro norme esistenti nell'occitano a confronto: grafemi tipici
|- style="vertical-align:top; text-align:left"
! [[Norma classica dell'occitano|Norma classica]]
! [[Norma mistraliana]]
! [[Norma bonnaudiana]]
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==== Grafia classica ====
{{Vedi anche|norma classica dell'occitano}}
 
La grafia classica dell'occitano è stata sviluppata nel XIX-XX secolo da [[Simon-Jude Honnorat]]<ref>{{Fr}} Dictionnaire Provencal-Français ou dictionnaire de la langue d'Oc ancienne et moderne, (Repos éditeur, Digne, 1846-1847)</ref>, [[Joseph Roux]]<ref>{{Fr}} ''Grammaire limousine'' et ''La lenga d'aur'' (dictionnaire manuscrit)</ref>, [[Prosper Estieu]], [[Antonin Perbosc]], [[Louis Alibert]]<ref>{{Fr}} ''Gramatica occitana segon los parlars lengadocians'', 1935-37</ref> e [[Joseph Salvat]]<ref>{{Fr}} ''Gramatica occitana'', 1943</ref>. È stata stabilizzata ed estesa a l'insieme dei dialetti occitani tra il [[1950]]<ref>{{Fr}} IEO, ''La réforme linguistique occitane et l'enseignement de la langue d'oc'', 1950</ref> e il [[1969]]<ref>{{Fr}} Robert Lafont, ''Phonétique et graphie du provençal'', 1951</ref><ref>{{Fr}} IEO, ''L'application de la réforme linguistique occitane au gascon'', IEO, Toulouse, 1952</ref><ref>{{Fr}} Pierre Bonnaud, ''Pour aider à lire et écrire le nord occitan'', 1969</ref> ed adattata in modo più specifico all'[[aranese]]<ref>{{Fr}} ''Nòrmes Ortogràfiques der Aranés'' 1982, <sup>2</sup>1999</ref>, al [[guardiolo]]<ref>{{It}} G. Creazzo, A. Formica, H.P.Kunert, '''O libre meu, manuale didattico per l'insegnamento della lingua occitana nella scuola, idea e progetto di A. Formica'', Gnisci, Paola, 2001</ref> e al [[vivaro-alpino]] parlato nel Piemonte<ref>{{It}} ''Normas ortogràficas, chausias morfològicas e vocabulari de l'Occitan alpin oriental''. Cuneo [Coni]: Espaci Occitan - Regione Piemonte, 2008</ref>.
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Non vi è una pronuncia unica dell'occitano visto che per definizione la norma classica permette di leggere (e scrivere) i diversi dialetti. Essa si basa secondo regole di lettura propri a ciascun dialetto ed esistono quindi numerose eccezioni. A partire dalle lettere di base, l'occitano utilizza dei simboli modificatori che mutano la pronuncia di alcune lettere o semplicemente segnano una tonicità come: l'accento chiuso ('''´'''), l'accento aperto ('''`''') e la dieresi ('''¨''') o il punto di separazione tra s e h, o n e h ('''s∙h''' ; '''n∙h''') nel guascone.
 
* '''Sintesi della pronuncia dell'occitano ([[OccitanoDialetto centralelinguadociano|linguadociano]]):'''
 
====== Vocali ======
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* '''j''': {{IPA|[dʒ]}}
* '''k''': [k]
* '''l''': [l]. Una doppia '''ll''', si pronuncia [ll]. (''lo capel'' in dialetto [[dialetto linguadociano]]: in fr. le chapeau, in it. il cappello)
* '''lh''': {{IPA|[ʎ]}}, finale: [l]
* '''m''': [m], finale [m] (in guascone) o [n] (in dialetto [[dialetto linguadociano]]). Doppia '''mm''', [mm]
* '''n''': [n]. Muta in fine di parola. [m] davanti a « p », « b » e «&nbsp;m ». {{IPA|[ŋ]}} davanti a c/qu e g/gu. {{IPA|[ɱ]}} davanti a « f ». '''nd''' e '''nt''' [n]
* '''nh''': {{IPA|[ɲ]}}. In posizione finale [n]
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La delimitazione delle [[lingue romanze]]<ref name=kremnitz>{{Fr}} Georg Kremnitz, « Sulla delimitazione e individuazione delle lingue. Con esempi presi principalmente nel dominio romanzo », IEC</ref>, nel XIX e XX secolo, è stato oggetto di dibattiti, in particolar modo in [[Francia]], riguardo all'appartenenza o meno dello spazio d'oc al [[lingua francese|francese]]. Mentre le prime grammatiche delle lingue romanze<ref>{{De}} [[Friedrich Christian Diez|Friedrich Diez]], ''Grammatik der romanischen Sprachen'', Bonn 1836–38 & 1876–77;</ref> separano nettamente il provenzale (nel senso ampio di lingua d'oc) dal francese, tutta una corrente intorno a [[Gaston Paris]] si dà da fare a presentare l'unità dei dialetti gallo-romanzi (francese, francoprovenzale, occitano) sviluppando la teoria del continuum delle parlate romanze. (L'indagine di [[Charles de Tourtoulon]] e d'Octavien Bringuier, nel 1876<ref>{{Fr}} Charles de Tourtoulon, Octavien Bringier, ''Studio sul confine geografico della lingua d'oc e della lingua d'oïl (comprensivo di cartina)'' (1876), Parigi: Imprimerie Nationale [riedizione 2004, Masseret-Meuzac: Institut d'Estudis Occitans de Lemosin/Lo Chamin de Sent Jaume]</ref>, venne lanciata dal [[Félibrige]] per contraddire queste teoria). Questa negazione dell'occitano, della sua esistenza in quanto lingua indipendente, si traduce in una varietà di denominazioni.
 
* Primariamente, si insiste sulla dicotomia lingua d'oc e lingua d'oïl: il francese antico avrebbe conosciuto due modalità, che sarebbero in qualche modo confluite nel francese moderno<ref>{{Fr}} Un esempio recente di una tale credenza: Peter A. Machonis, ''Storia della lingua: dal latino all'antico francese'', University Press of America, 1990, ISBN 0-8191-7874-8, tra cui il capitolo 11, [http://books.google.com/books?id=QH08-kXq_Y8C&lpg=PP1&pg=PA155#v=onepage&q=&f=false dialetti dell'antico francese]: lingua d'oc, lingua d'oïl e franco-provenzalefrancoprovenzale</ref>
* Secondariamente, nel Mezzogiorno della Francia, si considerano le denominazioni come puramente geografiche: tutti i dialetti e lingue di origine romanza, il francese meridionale<ref>{{Fr}} Carte dans Meillet & Cohen, ''Les langues du Monde'', 1924, su [http://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k5493916b.image.r=meillet+cohen+les+langues+du+monde.f836.tableDesMatieres.langFR Gallica]</ref> e la letteratura meridionale<ref>{{Fr}} Joseph Anglade, [http://www.archive.org/details/histoiresommaire00angluoft ''Sintesi storica della letteratura meridionale del Medioevo''], 1921, anche se in questa opera più che in quella universitaria tolosina propone di sostituire il provenzale con l'occitano</ref>&nbsp;. Questa negazione continuerà fino alle recenti pubblicazioni<ref>{{Fr}} Charles Rostaing, ''Les noms de lieux'', Paris: PUF, 1980. Sa carte p. 75 incluso occitano e arpitano nei confini del francese</ref>.
 
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Mentre questa dicotomia ha ceduto il passo, nella maggior parte delle opere riguardanti le lingue romanze<ref>{{Fr}} Pierre Bec, ''Manuel pratique de linguistique romane''</ref><ref>{{En}} Harris & Vincent, ''The Romance Languages''</ref><ref>{{Fr}} Jean-Marie Klinkenberg, ''Des langues romanes''</ref>, a un riconoscimento molto ampio dell'occitano come lingua distinta dal francese, a partire dalla fine degli anni [[1960|'60]] è stata rimessa in discussione l'unità della lingua da un certo numero di movimenti regionalisti.
 
[[Louis Bayle]], uno scrittore e linguista provenzale<ref>{{Fr}} Tra le sue opere più significative, ''Aièr e deman'', romanzo di fantascienza, L'Astrado, 1971 e la sua ''Grammaire provençale'', L'Astrado, 1967, ristampate più volte</ref>, anima l'Astrado, associazione e casa editrice provenzale. Dopo aver criticato l'adattamento della grafia classica al provenzale<ref>{{Fr}} Louis Bayle, ''L'óucitanisme'', Toulon: Escolo de la Targo, 1964</ref><ref>{{Fr}} Louis Bayle, ''Dissertazione sull'ortografia provenzale confrontata con la grafia occitana'', L'Astrado, 1968</ref>, egli moltiplica le pubblicazioni ostili all'occitanismo<ref>{{Fr}} Louis Bayle, ''Procès de l'occitanisme'', L'Astrado, 1975</ref><ref>{{Fr}} Louis Bayle, ''Huit entretiens sur l'occitanisme et les occitans'', L'Astrado, 1979</ref> e allo stesso [[Félibrige]] con il quale finirà per rompere<ref>{{Fr}} Louis Bayle, ''Considerazioni sul Félibrige'', L'Astrado, 1977</ref>. Nel 1975, l'Astrado pubblica, in collaborazione con [[Pierre Bonnaud]]<ref>{{Fr}} [http://pagesperso-orange.fr/auvergnelangueciv Sito del ''Cercle Terre d'Auvergne''] il quale sviluppa la dottrina di Pierre Bonnaud</ref> un documento recante la firma della CACEO (''Confédération des associations culturelles et enseignants d'oc''), in cui viene rimessa in discussione l'unità della lingua d'oc<ref>{{Fr}} Si può vedere una critica di questo documento in R. Teulat, « Occitan o lengas d'òc », ''Quasèrns de lingüistica occitana'' 4, 1976, riedito in ''Uèi l'occitan'', IEO, 1985, ISBN 2-85910-004-0.</ref>. Tutto ciò produce, all'inizio del 1976, una circolare del ministro dell'educazione ([[René Haby]]) che utilizza per la prima volta il termine al plurale « lingue d'oc ». L'Astrado pubblicherà in seguito, nel 1980, un'opera di Jean-Claude Rivière<ref>{{Fr}} Universitario specializzato nell'[[anticoLingua occitanooccitana antica|occitano antico]], fortemente politicizzato - cfr. Jean-Claude Rivière, {{collegamento interrotto|1=[http://www.amnistia.net/news/enquetes/negauniv/roques/ladoc.htm Sovversione e lingue regionali''] |date=maggio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}, UNI, 1984</ref>, ''Langues et pays d'oc'', la quale sviluppa il concetto di lingue d'oc al plurale.<ref>L'insieme delle pubblicazioni sviluppano in genere la stessa argomentazione:
 
* non vi è inter-comprensione tra i diversi dialetti d'oc
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Il posto che occupa il catalano ha fatto molto discutere i movimenti di rinascita della lingua (Félibrige, occitanismo degli anni [[1930|'30]]) che l'avevano da tempo incluso nella lingua d'oc.<ref name=kremnitz/>
 
* Vedi anche: [[OccitanoLingua occitana#I legami tra l'occitano e il catalano|I legami tra l'occitano e il catalano]]
 
== Classificazione dei dialetti occitani ==
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[[File:Dialectrometria de l'occitan.png|thumb|Variazione [[dialettometria|dialettometrica]] dell'occitano secondo [[Hans Goebl]].]]
 
L'occitano presenta una [[continuum linguisticodialettale|continuità linguistica]], tuttavia per ragioni di categorizzazione è stato suddiviso in [[dialetto|dialetti]]. Secondo [[Jules Ronjat|Ronjat]]<ref>{{Fr}} [[Jules Ronjat|Ronjat]] chiama il guascone « aquitano » nella sua ''Grammatica storica dei dialetti provenzali moderni'', tomo IV, Montpellier, Société d'études romanes, 1941</ref>, il guascone costituisce il solo dialetto distintamente differenziato, mentre i limiti tra gli altri dialetti restanno vaghi. A parte la [[Dialettologia|classificazione dialettale]] usuale, esistono altri metodi di classificazione scientifica dei dialetti occitani.
 
=== Dialetti dell'occitano ===
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* il ''[[dialetto limosino|limosino]]''
* il ''[[dialetto provenzale|provenzale]]''
** lo ''chouadit'' o ''[[giudeo-provenzale]]'' è considerato estinto dal [[1977]]. Tuttavia, il lavoro di René Moulinas, gli "[[ebrei del papaPapa]]" (''Les Juifs du Pape''), dimostra che gli ebrei provenzali parlassero provenzale come i loro compatrioti cristiani. Gli ebrei del Contado Venassino (Vaucluse) parlano oggi la lingua d'oc nella stessa proporzione degli altri "contadini" (nel senso etimologico, ovvero abitanti del Contado). Il « giuedeo-provenzale » è stato molto studiato dall'antico imperatore [[Pietro II del Brasile]], una volta che fu detronizzato. Parlava la lingua d'oc (in particolare nella sua variante provenzale) e aveva una buona conoscenza dell'ebraico.
** il ''[[nizzardo]]'' è generalmente da ricollegarsi al provenzale, nonostante la sua originalità fonetica e la notevole influenza esercitata su di esso dall'italiano, dal ligure e dal piemontese, tanto che oggi molti nizzardi non considerano più il proprio idioma un dialetto occitanico, ma una lingua a parte. In quanto se è vero che all'origine il nizzardo era un dialetto provenzale, la separazione politica, durata molti secoli rispetto all'entroterra provenzale, e per contro lo stretto contatto con la realtà italiana, ha fatto sì che i nizzardi si fossero profondamente italianizzati, e la loro lingua divenisse un idioma a parte, non più provenzale tout court, sebbene neppure italiano, dato le evidenti tracce del passato occitano. Pure la grafia del nizzardo, fin quando [[Nizza]] ha fatto parte del Regno di Sardegna, era di tipo italianeggiante<ref>{{Fr}} LAFONT (Robèrt) - ''L'ortografia Occitana. Lo Prouvençau.'' Montpelhier, Centre d'Estudis Occitanas, 1972</ref>
* il ''[[vivaro-alpino]]''<ref>Anticamente chiamato ''provenzale alpino', fu spesso accostato al provenzale. Cfr. BEC (Pierre) - ''Manuel pratique d'occitan moderne.'' Paris, Picard, 1972</ref>
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* Arverno-mediterranee (''Arvernomediterranèu'')<ref name=MPOM/>
** [[limosino (dialetto) limosino|Limosino]]
** [[Alverniate]]
** [[Vivaro-alpino]]
** [[Dialetto provenzale|Provenzale]], incluso il sottodialetto [[Nizzardo]]
* Occitano centrale (''Occitan centrau'')<ref>{{Fr}} Leggere Nicolas Quint, ''Le Languedocien - Occitan central'', Assimil, 196 pagine. Il titolo tuttavia non rinvia a una classificazione « supradialettale ».</ref>, il dialetto [[dialetto linguadociano]], tranne il sottodialetto linguadociano meridionale.
* Aquitano-pirenaico (''Aquitanopirenenc'')<ref name=MPOM/>
** sottodialetto linguadociano meridionale
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L'esistenza di dialetti di tipo occitano, o almeno di tipo intermedio, è confermato da numerosi nomi di luoghi meridionali della Saintonge e del Poitou. Nel 1940, [[Henri Malet]] ha tracciato la linea di demarcazione tra i [[Toponomastica occitana|toponimi]] in -ac, di carattere occitano ([[Cognac (Charente)|Cognac]], [[Jarnac]] o [[Jonzac]]) e i toponimi in -ay, -é (o -y) di tipo settentrionale, provenienti dai nomi di città gallo-romane in -acum: [[Beurlay]], [[Plassay]] o [[Tonnay-charente]]<ref>{{Fr}} Henri Malet, 1940, ''La toponomastica nella Charente e gli antichi limiti della lingua d'oc'' (apparsa nel ''Bulletins et Mémoires de la Société Archéologique de la Charente''), 1940.</ref>. Nel 1960 Jacques Pignon (linguista: Università di Poitiers) invalida in parte il tracciato di Henri Malet, dimostrando la presenza di toponimi in -ac e in -ade (indicanti un'antica presenza occitana) nel nord-ovest della Charente ([[Ruffec (Charente)|Ruffécois]]), nel nord-est della Charente-Maritime (regione d'[[Aulnay (Charente Marittima)|Aulnay]]), nel sud delle Deux-Sèvres (regione di [[Melle (Deux-Sèvres)|Melle]]) e a sud e a est della Vienne (regioni di [[Civray (Vienne)|Civray]], [[Montmorillon]], [[Chauvigny]] e il sud della regione di [[Poitiers]])<ref>{{Fr}} Jacques Pignon, ''L'evoluzione fonetica dei dialetti del Poitou'', Editions d'Artray, 1960 (carte n°8).</ref>. [[O. Herbert]] ha svelato nella sua dissertazione « I nomi di luoghi della Vienne al confine dei domini francese e provenzale<ref>''Les noms de lieux de la Vienne à la limite des domaines français et provençal''</ref>». [[Jacques Pignon]] stima che si è fatto uso di una parlata di tipo occitano nel Poitou sud-orientale fino al termine del XII secolo, arrivando alla linea approssimativa [[Rochefort (Nuova Aquitania)|Rochefort]]-Est di [[Niort]], [[Poitiers]]-[[Chauvigny]]. L'influenza di Poitiers farà poco a poco trionfare le forme d'oïl senza eliminare nel complesso i tratti occitani. [[Pierre Gauthier (linguista)|Pierre Gauthier]] (linguista: Università di Nantes) dimostrerà in seguito la presenza di toponimi in -ac nella Vandea meridionale (Bas-Poitou), fino a [[Fontenay-le-Comte]] e [[Talmont-Saint-Hilaire|Talmont]]<ref>{{Fr}} Pierre Gauthier, Nomi di luoghi del Poitou, Editions Bonneton, 1996</ref>, deducendo nel 2002 che l'antica zona occitana saliva fino alla linea « Poitiers, Niort, Fontenay-le-Comte »<ref>{{Fr}} Pierre Gauthier (professore onorario all'Università di Nantes), Studio introduttivo per la sua edizione del « Rolea » (raccolta di testi anonimi in poitevin del XVII secolo), 2002</ref>.
 
Nella [[Saintonge]] meridionale, il clivaggio molto più brutale tra saintongeais e guascone fa pensare piuttosto a una causa accidentale. L'abate [[Th. Lalanne]] trova la spiegazione nelle devastazioni della [[guerra dei cent'anni]]. In effetti, la regione è stata strettamente coinvolta nelle lotte, iniziate tre secoli prima della guerra dei cent'anni. Nel 1152, [[Eleonora di d'Aquitania]], divorziava dal re di Francia [[Luigi VII di Francia|Luigi VII]] che aveva sposato nel 1137 per risposarsi due anni più tardi con [[Enrico II Plantageneto]], Conte d'Anjou, e futuro re d'Inghilterra. Le lotte che seguiranno troveranno provvisoriamente la loro conclusione nel ricongiungimento del Poitou alla corona di Francia. È una tappa importante nella storia della lingua poiché il francese diventava allora la lingua della cancelleria.
 
La Guida del pellegrino di San Giacomo di Compostela, scritta nel XII secolo, distingue bene il saintongeais<ref>{{Fr}} La Guida del pellegrino di San Giacomo di Compostela: testo latino del XII secolo, 5ª edizione, Jeanne Vielliard</ref>. Bisogna comprendere in questo contesto che il saintongeais era allora dell'occitano (e non il [[saintongeais]] attuale), e che lo si poteva distinguere dal francese, camminando da nord a sud.
 
Dopo la morte di [[Luigi IX di Francia|Luigi IX]] ricomincia la guerra. Poitiers diventa per un certo tempo la capitale della Francia sotto [[Carlo VII di Francia|Carlo VII]]. La Saintonge diventa uno dei campi di battaglia a causa della sua vicinanza con la [[GuyenneGuienna]] in mano agli anglo-aquitani. Le guerre che vi si sono svolsero furono particolarmente disastrose. A queste devastazioni si sommeranno quelle causate dalle ripetute epidemie di peste, tra cui [[peste nera]] del 1349. Dopo la fine della guerra segnata dalla disfatta degli anglo-aquitani a [[Castillon-la-Bataille|Castillon]] (Gironda) nel 1453, la popolazione della regione era decimata del {{tutto attaccato|90 %}}. Per ripopolare il territorio si rese necessario far ricorso in maniera massiccia alle popolazioni francofoni (che parlavano la [[lingua d'oïl]]) venute da regioni più a nord. È così che si spiega, a quanto pare, l'assenza totale di parlate intermedie tra lingua d'oïl e lingua d'oc nel Saintonge.
 
Dall'inizio del XIII secolo succede che alcuni documenti di [[Saintonge]] (es. ''Le coutumier d'Oléron''<ref>{{Fr}} James H. Williston, Le Coutumier d'Oléron: Edizione e traduzione annotata, Société des antiquaires de l'Ouest, 1992: « Mi sono interessato alla ''Coutumier'' all'inizio perché vi si trovano forme, morfologiche soprattutto, che corrispondono al patois moderno della regione » (pagina 9).</ref>), e quelli di [[Aunis]] (es. « ''Le Terrier du Grand fief d'Aunis'' »<ref>{{Fr}} ''Le Terrier du Grand fief d'Aunis'' (1246), pubblicato da A. Bardonnet, Mémoires de la Société des Antiquaires de l'Ouest, 1875.</ref>) e del [[Poitou]] (es.: « ''Le vieux coutumier du Poitou'' »<ref>''Le vieux coutumier du Poitou'', presentato da René Filhol, Editionis Tardy, 1956.</ref>) erano già scritti in una lingua d'oïl che, nonostante la francesizzazione nello scritto, mostrava già i tratti principali del poitevin-saintongeais. Ma nello stesso periodo dei documenti della [[Saintonge]] centrale (es. « ''Charte du Mas Verlaine près de Barbezieux'' »<ref>{{Fr}} Jacques Duguet, « Une charte en langue occitane (1260) » dans: Anthologie Poitou-Anis-Saintone-Angoumois, SEFCO, 1984.</ref>), o del [[Poitou]] sud-orientale (es.: « ''Les Coutumes de Charroux'' »<ref>{{Fr}} ''Les Coutumes de Charroux'', pubblicati, tradotti e annotati per la prima volta da A.-. de la Fontenelle de Vaudoré, Mémoires de la Société des Antiquaires de l'Ouest, 1813.</ref>) erano scritti in una lingua che portava il marchio dell'occitano.
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=== Interferenze o transizioni ===
 
* Dialetti di transizione tra l'occitano e il francese. All'estremo nord, l'occitano della zona dedel [[CroissantCrescente (occitano)|croissantcrescente]] ha ricevuto forti influenze dal francese, ma i tratti occitani vi restano preponderanti: questo riguarda il nord della Marche e il sud del Borbonese.
* A nord-est, le zone intermedie tra il franco-provenzalefrancoprovenzale e l'occitano sono state francesizzate: Il [[Lyonnais]], il [[Forez]] e il [[Delfinato]] settentrionale. L'occitano era la lingua della nobiltà lionese nel periodo di massimo splendore della cultura dei trovatori.
* A sud-ovest, l'arrivo recente di popolazioni basche nella comunità di Bayonne, Biarritz, Anglet, ha modificato l'uso linguistico, senza tuttavia far sparire la comunità occitanofona.
* A sud-est, il massiccio arrivo di popolazioni liguri a Monaco ha ridotto l'importanza della comunità occitanofona, senza tuttavia farla sparire<ref name="Encyclopedia of Language & Linguistics"/>.
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L'occitano predisporrebbe anche, secondo le fonti della rivista ''Géo'', all'apprendimento delle lingue straniere. In effetti, l'orecchio umano ha la capacità di udire fino a {{tutto attaccato|24000 hertz}}. Tuttavia, l'uso della lingua materna filtra e « deforma » i suoni stranieri. Le persone di lingua materna francese percepirebbero {{tutto attaccato|5000 hertz}}, mentre i locutori nativi di un dialetto occitano percepirebbero come minimo 8&nbsp;000<ref name="geo04_79"/>.
 
Inoltre, l'occitano è una lingua romanza centrale, il che facilità la comprensione delle lingue "latine" vicine: italiano, spagnolo, portoghese… È inoltre la lingua romanza che ha più punti in comune con le altre lingue della stessa famiglia. Vedi nella tabella alla sezione [[#La centralità dell'occitano|"La centralità dell'occitano"]], il confronto del [[linguadociano]] ([[occitanoDialetto centralelinguadociano|dialetto centrale]] della lingua), del guascone e delle altre lingue latine.
 
=== Lingua evolutiva ===
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== Storia della lingua occitana ==
{{vedi anche|AnticoLingua occitanooccitana antica|Poesia trobadorica}}
 
L'apogeo della lingua d'oc si ebbe tra gli ultimi decenni dell'[[XI secolo|XI]] e la metà del [[XIII secolo]]. In questo periodo l'occitano non solo era una lingua unificata e veicolare, ma era utilizzata come lingua giuridica ed amministrativa.
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In quel periodo la lingua d'oc (sotto l'indicazione di provenzale) conobbe una ricchissima fioritura letteraria, culminata con la lirica dei trobadori medioevali.
 
Nel [[1229]], in seguito all'invasione della Linguadoca da parte di [[Luigi VIII di Francia|re Luigi VIII]], il Re di Francia estese il proprio dominio politico nel [[Midi (Francia)|Midi]], il Sud della Francia, ([[Crociata albigese]]). La [[lingua d'oïl]], diffusa fino a quell'epoca nella sola Francia settentrionale, divenne predominante su tutti gli altri idiomi parlati nel territorio occupato dall'attuale Francia, poiché venne impiegata nell'amministrazione del potere politico. Il processo fu poi accelerato dall'[[edittoordinanza di Villers-Cotterêts]] ([[1539]]), che impose ufficialmente su tutte le terre sotto sovranità francese l'uso pubblico della lingua di Parigi.
 
Con la fine dell'[[Ancien Régime]] non cambiò nulla al riguardo, anzi, l'uso del francese assunse valenza strategica in quanto simbolo e garanzia dell'unità nazionale. In tutti questi secoli le lingue regionali, tra cui la lingua d'oc, rimasero tuttavia diffuse quali vernacoli, soprattutto nelle zone rurali e montagnose.
 
[[File:Linguistic map Southwestern Europe.gif|thumb|upright=1.4]]
Anticamente detto anche [[Dialetto provenzale|francoprovenzale meridionale]], l'occitano non è da confondersi con il [[franco-provenzalefrancoprovenzale]] (o arpitano), né con il dialetto ''[[patois]]'' francese o con il [[Dialetto valdostano|''patois'' valdostano]], due altri [[Lingue galloromanze|idiomi galloromanzi]]. Le suddette lingue si consolidarono soprattutto durante la graduale latinizzazione della [[Storia della Gallia tardo-antica e altomedievale|Gallia tardo-antica e altomedievale]] (dal [[IV secolo|IV]] al [[XII secolo]] circa), con locuzioni [[Lingue romanze|latine]] miste a termini [[Gallia|franco-gallici]]. Oggi, queste [[Lingua minoritaria|varietà linguistiche]] risultano di particolare interesse [[Filologia|filologico]], quindi sono state riconosciute e affiancate alle [[lingua ufficiale|lingue ufficiali]] di ogni nazione appartenente.
 
La lingua d'Oc fu la celebre lingua usata dalla [[Trovatore|poesia trobatorica (o trovatorica)]], sorta in una regione della [[Francia]] sud-occidentale, l'[[Aquitania]], intorno all'[[XI secolo]], diffusasi poi in tutta l'[[Europa]] centrale.
Inoltre, essa fu distinta sia dal [[lingua francoprovenzale|franco-provenzalefrancoprovenzale]] ''arpitano'' delle [[Alpi Graie]], sia dalla estesa [[Francia]] centro-settentrionale, dove invece si parlava la cosiddetta ''[[lingua d'oil|d'oil]]'' (sempre [[lingue galloromanze|galloromanza]] e madre dell'attuale [[lingua francese|francese ufficiale]]).
La dicitura '''d'Oc''' nacque come metodo per distinguere le varietà linguistiche della [[Francia]] settentrionale e meridionale basandosi sulle differenti modalità di esprimere un'affermazione (il "sì"), in ciascuna varietà: Ed ecco, quindi, rispettivamente:
 
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=== Origini dell'occitano ===
{{vedi anche|AnticoLingua occitanooccitana antica|Poesia trobadorica}}
 
In seguito alla dominazione romana, le popolazioni locali adottano un [[lingua latina|latino]] volgarizzato. Questo processo, molto complesso nel suo svolgimento, durerà diversi secoli e tale lingua si evolverà sovrapponendosi alle parlate autoctone che finiranno per essere eliminate. Nel V secolo, la caduta dell'imperoImpero romano e le invasioni barbariche portano alla trasformazione del latino in un certo numero di parlate nuove tra cui l'occitano. La formazione della lingua d'oc viene favorita da certe circostanze che le daranno la sua originalità:
 
* La struttura orografica. Lo spazio occitano si caratterizza per la sua ubicazione circoscritta da barriere naturali che sono il mare [[mar Mediterraneo]] e l'[[Oceanooceano Atlantico]] e i bastioni naturali delle montagne: [[Massiccio centraleCentrale]], [[Pirenei]], [[Alpi]].<ref name=FragLR>{{cita libro | nome=Walther | cognome=von Wartburg | wkautore=Walther von Wartburg | titolo=La fragmentation linguistique de la Romania | titolotradotto=La frammentazione linguistique de la Romania | traduttore=l tedesco al francese di Jacques Allières e George Straka | anno=1967 | lingua=fr}}</ref>
* La presenza di « aree di separazione » (''marches séparantes'') tra le popolazioni: zone ultra-secche<ref name=FragLR/>, foreste che separano il Nord dal Sud della Francia eccetto nei pressi dell'oceano (la [[Brenne]], la [[Sologne]], il [[Borbonese (provincia)|Borbonese]], il [[NivernaisNivernese]], la [[Bresse]], il [[Massiccio del Giura|Giura]] centrale…), paludi e lande inadatte all'agricoltura e ostili a tutti gli insediamenti stranieri (regioni tra [[Loira]] e [[Garonna]], altopiano desertico aragonese).
* L'immutabilità dei popoli preistorici e protostorici<ref name=FragLR/>
* La loro minore celticizzazione<ref>La stessa Aquitania ha ricevuto protocelti della civiltà hallstattiana, ma i celti della [[civiltàcultura di La Tène]] si sono situati ai margini della zona occupata dagli aquitani (Agen, Bordeaux, rive nord della Garonna).
* Cesare aveva dichiarato
{{Citazione|{{lang|la|''Gallos ab Aquitanis Garumna flumen dividit''}}}} (I galli sono separati dagli aquitani dalla Garonna) ([[Antoine Lebègue]], ''Histoire des Aquitains'', Éditions Sud-Ouest).
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L'occitano venne chiamato in passato:
 
* ''lenga romana'' o ''romans''<ref>Infatti, la denominazione ''romans'' non è affatto specifico per l'occitano e si ritrova nelle altre lingue che si continuano a chiamare ''romanes''. Nel Medioevo, si trovano rispettivamente le parole ''romanz'' in francese, ''romanç'' in catalano e ''romance'' in castigliano, designante la lingua volgare derivata dal latino, in opposizione al latino (e all'arabo della penisola iberica) - cfr. il ''Dictionnaire d'ancien français'' di R. Grandsaignes d'Hauterive, éditions Larousse, e le [http://dcvb.iecat.net/''[[Diccionari català-valencià-balear]]''] d'[[Antoni Maria Alcover]] e [[Francesc de B. Moll]]).</ref> nel XIII e XIV secolo. Alcuni autori medievali hanno impiegato il termine "lenga romana" al fine di accrescere il prestigio dell'occitano, lingua scritta al pari del [[lingua latina|latino]]. Con "roman" si viene a sottolineare la chiara consapevolezza dell'origine latina dell'occitano. Questo termine venne utilizzato nel XIX secolo per indicare l'la [[anticolingua occitana occitanoantica]].
* ''[[dialetto limosino|limosino]]'', apparso tra il 1190 e il 1213<ref>{{De}}SCHLIEBEN-LANGE Brigitte (1991): "Okzitanisch: Grammatikographie und Lexikographie", Lexikon der Romanistichen Linguistik V, 2: 105-126 (p. 111) — Citato in: [[Žarko Muljačić]] (1997), [http://www.ucm.es/BUCM/revistas/fll/11339527/articulos/CFIT9797110253A.PDF “Perché i glottonimi linguaggio italiano, lingua italiana (e sim.) appaiono per indicare ‘oggetti' reali e non soltanto auspicati molto più tardi di altri termini analoghi che si riferiscono a varie lingue gallo e ibero-romanze?”, Cuadernos de filología italiana 4: 253-264] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20100307085933/http://www.ucm.es/BUCM/revistas/fll/11339527/articulos/CFIT9797110253A.PDF |data=7 marzo 2010 }}</ref>. Utilizzato soprattutto durante il XIII secolo perché alcuni trovatori erano considerati originari del Limosino. Durante il XVIII e il XIX secolo, il nome [[lingua limosina|llemosí]] è stata utilizzato per indicare l'occitano medievale che è all'origine della letteratura catalana.
* ''mondin'' o ''raimondin''.
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* ''[[Lingua catalana|catalano]]'', utilizzato parallelamente alla [[lingua limosina]].
* ''provenzale'', nel XIII e XIX secolo.
* ''lingua occitana'', nel XIV secolo, e ''lingua d'oc''. L'espressione « lingua d'oc » venne creata verso il 1290, diffusa poi da [[Dante Alighieri]]. Poco dopo si trova l'espressione ''lingua occitana''<!-- (langue occitane)// --> in alcuni testi amministrativi scritti in latino. Tuttavia, i termini « occitano » e « Occitania » non si sono diffusi se non nel XIX secolo e ancor più dopo la seconda metà del XIX.
* ''linguadociano''<ref>Nella prefazione del ''Dictionnaire languedocien-françois'' dell'abate Sauvages viene indicato che: « la prima di queste due denominazioni, o quella di Lingua d'Oc, venne applicata dopo la metà del XIII secolo fino a Carlo VII; vale a dire, nel corso di circa 300 anni, alle province meridionali della Francia che i nostri re avevano da poco acquisito e alla lingua che vi si parlava. Questa stessa denominazione diventa sostanzialmente sinonimo di linguadociano. (...) Ne consegue che non solamente il provenzale, ma generalmente tutte le lingue guasconi delle nostre province meridionali, sono il risultato di questo dizionario, e verranno ad essere, in modo molto naturale, a trovarsi sotto questa definizione... » Questo dizionario è accessibile online: http://www.archive.org/details/dictionnairelan00sauvgoog</ref>.
* ''occitanico'' e ''occitano''.
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* 1356: Promulgazione a Tolosa delle ''Leys d'Amors'' redatte dal tolosano Guilhem Molinier (trattato di grammatica e retorica occitana)
* 1492: Pubblicazione del ''Compendion de l'Abaco'' (primo libro stampato in provenzale) del nizzardo Francés Pellos, riguardante un trattato d'aritmetica e geometria.
* 1539: Promulgazione dell'[[edittoordinanza di Villers-Cotterêts]]; [[Francesco I di Francia|Francesco I]] richiede che giustizia sia resa ed espressa « in lingua materna francese e non altrimenti ».
* 1562: Obbligo dell'uso scritto dell'italiano per i notai del Contea di Nizza
* 1756: Uscita a Nîmes del "''Dizionario linguadociano-francese contenente una raccolta delle principali errori che commettono, nella dizione e nella pronuncia francese, gli abitanti delle province meridionali, conosciute in passato sotto la denominazione generale di Lingua d'Oc, opera dove vengono fornite le spiegazioni di molti termini della lingua romanza, o dell'antico linguadociano, di molti nomi propri, in precedenza nomi comuni dell'antica lingua''" dell'[[Pierre Augustin Boissier de Sauvages|Abate di Sauvage]] (1710-1795).
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* 17 marzo 2007: Manifestazione di oltre 20.000 persone a [[Béziers]] per il riconoscimento della lingua e della cultura occitana.
* 10 dicembre 2007: il [[Consiglio generale dei Pirenei-Orientali|consiglio generale]] del dipartimento dei Pirenei-Orientali ha approvato la "Charte en Faveur du catalan" che riguarda anche l'occitano<ref>{{Fr}} [http://docs.google.com/viewer?a=v&q=cache:ufUMCOqKl-0J:www.cg66.fr/culture/patrimoine_catalanite/catalanite/charte_catalan.pdf+Charte+en+faveur+du+catalan+occitan&hl=oc&pid=bl&srcid=ADGEESho5eVtGCx0NYW6BBJDKoecy-NihmMx7PrHPuGcoYu8Olpy1PSScXEGxqA3z3zCd2yyLcqipTRLR33ggQ33VfOsV4yd1kQZHYTGQojciwC4fTk6GhP_ZLb7hheMj7svhf_7imai&sig=AHIEtbQ6Gmmv-hho4zRArAXxDa0RxUYJyw Articolo 9 "... il consiglio generale si impegna ad attuare tutte le misure atte a rafforzare l'uso e la diffusione della lingua occitana..."]</ref>.
* 20 dicembre 2007: il [[Consiglio Regionale del Midi-PyrénéesPirenei]] adotta uno Schema Regionale di Sviluppo dell'Occitano.
* 23 luglio 2008: introduzione dell'[[Articolo 75-1 della Costituzione della Quinta Repubblica francese|Articolo 75-1]] nella Costituzione francese: « Le lingue regionali appartengono al patrimonio della Francia. »
* 9 luglio 2009: il [[Consiglio regionale del RhôneRodano-AlpesAlpi]] vota una deliberazione ''Riconoscere, valorizzare, promuovere l'occitano e il francoprovenzale, lingue regionali del RhôneRodano-AlpesAlpi''<ref>Testo della delibera [http://deliberations.rhonealpes.fr/RecueilsPDF/2009/assembl%C3%A9epl%C3%A9ni%C3%A8re/r%C3%A9union%20des%208%20et%209%20juillet%202009/d%C3%A9lib%C3%A9rations/11.ap.%20langues%20regionales.PDF Online]</ref>
 
=== L'apogeo della cultura occitana ===
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==== Sotto la monarchia ====
 
Il declino dell'occitano come lingua amministrativa e letteraria durerà dalla fine del XV al XIX secolo. L'occitano non ha cessato di perdere il suo statuto di lingua dotta. Nel corso del XVI secolo, la grafia precedentemente in uso cade nell'oblio (accentuata ancor più dall'[[edittoordinanza di Villers-Cotterêts]] che imponeva l'uso amministrativo del francese). Pierre Bec (''op. cit.'') precisa che nel 1500 la pronuncia e la grafia ancora corrispondevano, ma nel 1550 viene consumato il divorzio. Nel [[1562]], il duca di Savoia dà l'ordine ai notai della Contea di Nizza di redigere d'ora in poi i loro atti in italiano. A partire da questo momento, proliferano le grafie ''[[patois]]antes'' prendendo come riferimento le lingue ufficiali.
 
La lingua del re di Francia finirà per imporsi in tutti i paesi nell'orale (antiche province occitanofone come il Poitou, la Saintonge o le Charentes, la Marche e la Bassa-Alvernia, così come una parte del RhôneRodano-AlpesAlpi). Si imporrà altrove soltanto nelle scritture amministrative e giuridiche (regioni attualmente occitanofone).
 
[[Jean-Baptiste Colbert|Colbert]] nel 1666:
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==== Sotto la Repubblica: la scuola, l'amministrazione e l'esercito ====
 
L'occitano resterà per una grande maggioranza la sola lingua parlata dalla popolazione fino all'inizio del XX secolo. In quest'epoca, la scuola (prima, durante e dopo la [[Terza Repubblica francese]]) svolge un grande ruolo nella scomparsa dell'uso orale della lingua occitana. Dopo le [[Leggi Jules Ferry]], se da un lato la scuola diventa gratuita e obbligatoria per tutti, dall'altro continua a causare un regresso importante dell'occitano tramite l'obliquità di una politica di denigrazione e colpevolizzazione delle persone che parlano lingue diverse dal [[lingua francese|francese]]. La repressione dell'utilizzo della lingua all'interno della scuola è molto importante e consiste principalmente nell'umiliare i cosiddetti ''patoisants'' dando loro un segno distintivo. Il termine ''[[patois]]'' è del resto contestabile poiché peggiorativo<ref>« linguaggio corrotto e grossolano, come quello del popolo minuto », ''Dictionnaire'' di Furetière (1690), o « linguaggio corrotto come quello che si parla in quasi tutte le province […] Non si parla la lingua che nella capitale… », ''Enciclopedia'' di Diderot e d'Alambert</ref>. Come obiettivo si voleva far dimenticare che l'occitano fosse una vera lingua facendo credere che l'utilizzo del patois fosse ''oscurantista''<ref>L'[[Henri Grégoire|abate Grégoire]] diceva sotto la Rivoluzione francese: « Giacché non lo posso troppo ripetere, è più importante che lo si pensi in politique, di estirpare questa diversità di idiomi grossolani che prolungano l'infanzia della ragione e la vecchiaia dei pregiudizi. »</ref> poiché supposto non universale.
 
{{Citazione|Il patois è il peggiore nemico dell'insegnamento del francese nelle scuole primarie. La tenacità e libertà con la quale in alcuni paesi i bambini fra loro li parlano fanno la disperazione di tanti maestri che cercano con ogni sorta di mezzo di combattere questa seccante abitudine. Tra i mezzi vi è uno che ho visto impiegare con successo in una scuola rurale dell'alta Provenza… Il mattino, entrando in classe, il maestro consegna al primo alunno della divisione superiore un soldo contrassegnato da una croce fatta con un coltello… Questo soldo si chiama: il segno. Si tratta per il possessore di questo segno (il «signore» come dicono gli alunni) di sbarazzarsene dandolo a un altro alunno nel caso in cui egli lo sorprenderà a pronunciare una parola in patois. Mi sono messo a riflettere su questo modo di procedere… Vi trovo, accanto agli effettivi vantaggi, un inconveniente che mi sembra assai grave. Su dieci bambini, ipotizziamo, che sono stati sorpresi a parlare patois nella giornata, solo l'ultimo è punito. Non è questa un'ingiustizia ? Per ora preferisco punire tutti quelli che si lasciano sorprendere […].<ref name="autogenerated1" />|Corrispondenza generale dell'Ispezione primaria, 1893}}
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==== Esempi di grafia occitana classica ====
 
Lettura e pronuncia della grafia derivano dalla [[norma classica]] dell'occitano]]:
 
* « a » finale atona: in genere [o], [oe] ma [a] a [[Nizza]], [[Orange (Francia)|Orange]], [[Pontacq]] e nelle Alpi (esempio: Niça)
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; Francia:
* {{Vedi anche|Politica linguistica della Francia}}
* Il francese è la sola [[lingua ufficiale]] ma l'[[Articolo 75-1 della Costituzione della Quinta Repubblica francese|articolo 75-1 della Costituzione]] riconosce che « Le lingue regionali appartengono al patrimonio della Francia ». Precedentemente, lo Stato francese aveva modificato l'articolo 2 della [[Costituzione francese del 1958|Costituzione]] nel [[1992]] per affermare che « La lingua della Repubblica è il francese ». Questo articolo serve (al Consiglio costituzionale, Consiglio di Stato) a favorire il francese a scapito delle altre lingue, sia straniere (notizie commerciali in francese, ecc.) che minoritarie francesi (lingue regionali). Così, la Francia ha firmato ma mai [[ratifica]]to la [[carta europea per ledelle lingue regionali eo minoritarie]] dopo il parere contrario del [[Consiglio costituzionale (Francia)|consiglio costituzionale]]. Molti politici francesi si sono sempre opposti a questa ratificazione poiché vi vedono una attentato all'identità repubblicana<ref>Se sarò eletto, non sarò favorevole alla Carta europea per le lingue regionali. Non voglio che domani un giudice europeo che abbia un'esperienza storica del problema delle minoranze diverse dalla nostra, decida che una lingua regionale debba essere considerata come lingua della Repubblica allo stesso titolo del francese. Perché al di là della lettera dei testi vi è la dinamica delle interpretazioni e delle giurisprudenze che possono andare molto lontano. Ho la convinzione che in Francia, terra di libertà, nessuna minoranza è oppressa e che quindi non è necessario di dare ai giudici europei il diritto di pronunciarsi su un soggetto che è consubstantiel alla nostra identità nazionale e non ha niente a che vedere con la costruzione dell'Europa. Discorso di [[Nicolas Sarkozy]] a Besançon (13 marzo 2007) {{collegamento interrotto|1=[http://www.u-m-p.org/propositions/index.php?id=charte_europeene_des_langues_regionales] |date=gennaio 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref>.
* Solo l'impiego del francese è permesso nei tribunali, salvo causa forza maggiore per i rari soggetti monolingui occitani, presto scomparsi.
* L'istituzione del [[Codice per l'educazione]] ha inoltre ridotto le possibilità offerte dalla legge Deixonne, che è stata sostituita da tale legge (vedi la politica delle lingue regionali e minoritarie (legge sulle lingue regionali, insegnamento…)<ref>[http://www.tlfq.ulaval.ca/axl/europe/france_politik_minorites.htm]</ref>.
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==== Utilizzo ====
 
[[File:Rue Pharaon (Toulouse) - Plaque.jpg|thumb|[[Segnaletica bilingue]] in [[lingua francese|francese]] e in [[occitano]] [[Tolosa]] ([[Haute-GaronneAlta Garonna]]).]]
 
L'{{tutto attaccato|80 %}} degli abitanti della zona linguistica occitana interrogati (parlanti o no la lingua) sono favorevoli all'insegnamento dell'occitano. Tuttavia il numero di posti offerti dall'amministrazione è di gran lunga insufficiente alle necessità espresse.<ref>{{Oc}} "El 80% de la població occitana desitja que sigui preservada i promoguda la identitat pròpia, per bé que un notable percentatge d'aquestapoblació sigui d'origen forà i malgrat que la política oficial, en qüestions
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Questo declino si spiega forse con il fatto che solamente il {{tutto attaccato|5 %}} della popolazione occitanofona attiva di Francia (il {{tutto attaccato|12 %}} in Aquitania) trasmette la sua lingua ai discendenti. Questo tasso di trasmissione è molto scarso, benché sia migliore rispetto alle altre lingue regionali di Francia (esempi: [[Lingua bretone|bretone]], [[arpitano]]). Tuttavia, è apparsa una giovane generazione che si ''ri-occitanizza'', principalmente di origine rurale<!-- , o issue de milieux cultivés ayant effectué des études supérieures// -->. Il numero di allievi che seguono l'insegnamento in occitano (escluso il catalano) è di 71&nbsp;912 individui per l'anno scolastico 2000/2001.
 
Alcune regioni ([[Linguadoca-Rossiglione]], [[Midi-PyrénéesPirenei]], la [[Provence-Alpes-Côte d'Azur|Provenza-Alpi-Costa Azzurra]] e l'[[Aquitania]]) hanno sviluppato una politica a favore della lingua e della cultura d'oc, che dà incentivi per l'insegnamento, ai movimenti culturali, alle pubblicazioni, sostiene le emittenti televisive in occitano - riviste, giornali d'informazione sulla televisione pubblica ([[France 3]]), web-tv - e favorisce l'impiego in pubblico dell'occitano.
 
La realtà occitana è una parte costitutiva della cultura europea, riconosciuta e studiata come tale nelle università straniere: in Germania, negli Stati Uniti, in [[Scandinavia]], in Giappone… L'occitano è studiato nelle università del mondo intero nel quadro degli studi delle lingue romanze.
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* 16 dicembre 2007: Inaugurazione a [[Tolosa]] dell'[[Ostal d'Occitània]], gestita da una federazione di 40 associazioni (oggi 60) riunite sotto il nome di [[Convergéncia occitana]]. Azione culturale e cittadina per la promozione della lingua e della cultura occitane.
* 20 dicembre 2007, il [[Consiglio regionale Midi-PyrénéesPirenei]] adotta uno Schema regionale di sviluppo per l'occitano.
* luglio/agosto 2007: '''un servizio per l'occitano sarà creato in Catalogna'''
** La [[Generalitat de Catalunya]] crea un servizio per sviluppare l'ufficialità dell'occitano<ref>{{Fr}} ''[[La Setmana]]'' n°624 dal 9 al 15 agosto 2007, pagina 2</ref>
* maggio 2008: '''le lingue regionali entrano nella Costituzione francese'''
** In occasione di un dibattito sulla modernizzazione delle istituzioni, viene approvato dall'[[AssembléeAssemblea nationalenazionale (Francia)|Assemblea nazionale]] un emendamento all'articolo 1 della [[Costituzione francese del 1958|Costituzione francese]], ove si precisa che le lingue regionali fanno parte del patrimonio della Repubblica. Il [[Senato]] boccia questo emendamento.
* maggio 2008: '''creazione dell'Accademia della Lingua Occitana'''
** L'Accademia della Lingua Occitana è fondata da un atto solenne a [[Vielha e Mijaran|Vielha]], nella [[Val d'Aran]], il 25 maggio 2008. Questa accademia avrebbe iniziato i suoi lavori da qui alla fine dell'anno 2008<ref>{{cita web|url=http://www.vistedit.com/?nav=083ad9294daaa8902bf8adee3a8627f9&prd=la_setmana&num=665|titolo=Las lengas tòrnan per la pòrta de l'article 1èr|accesso=31 gennaio 2011|lingua=oc}}</ref><ref>{{cita web|url=http://www.conselharan.org/index.php?option=com_content&task=view&id=201&Itemid=1|titolo=Eth Conselh Generau e er IEO lancen era Academia dera Lengua Occitana|mese=maggio|anno=2008 |data=25 maggio 2008|accesso=31 gennaio 2011|lingua=ca}}</ref>.
* '''Le lingue regionali nella costituzione francese'''.
** In seguito alla riunione del congresso a Versailles, la costituzione francese viene modificata. L'articolo 75-1 riconosce le lingue regionali come appartenenti al '''''patrimonio della Francia'''''.
* 9 luglio 2009: '''Riconoscimento dell'occitano nella regione RhôneRodano-AlpesAlpi'''
** In seguito a un dibattito nel consiglio regionale della regione [[RhôneRodano-AlpesAlpi]], l'occitano viene riconosciuto insieme all'[[arpitano]] lingua regionale di questa regione.
 
== Premi Nobel per la letteratura di lingua occitana ==
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* {{lingue|oc|fr}} [https://web.archive.org/web/20110727203801/http://c-oc.org/calandreta/mp/ Ecoles associatives bilingues occitanes], sito delle [[Calandreta|scuole calandretas]]
* {{lingue|oc|fr}} [http://www.locirdoc.fr/ Lo CIRDÒC], '''C'''entre '''I'''nter-'''R'''égional de '''D'''éveloppement de l''''Oc'''citan
* [http://www.istitutoeuroarabo.it/DM/scritture-in-lingua-madre-loccitano-una-lingua-mediterranea-proibita/ ''Scritture in lingua madre. L’occitano, una lingua mediterranea proibita''], di Maria Soresina, su istitutoeuroarabo.it
 
{{Lingue romanze}}