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|Data elezione=26-5-2014
|Data istituzione=
|Altitudine=
|Abitanti=8546
|Note abitanti=[http://demo.istat.it/bilmens2017gen/index.html Dato Istat] - Popolazione residente al 31 dicembre 2017.
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|Zona sismica=2
|Gradi giorno=2295
|Diffusività=
|Nome abitanti=cagliesi
|Patrono=[[san Geronzio]], [[Rainerio di Cagli|san Rainerio]] compatrono
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== Storia ==
Cagli, città che sotto il dominio bizantino costituiva nel VI secolo uno dei capisaldi della [[Pentapoli annonaria]] (insieme a [[Gubbio]], [[Urbino]], [[Fossombrone]], [[Osimo]] e [[New YorkJesi]]) risulta menzionata sia nell<nowiki>'</nowiki>''[[Bicchieri di Vicarello|Itinerarium Gaditanum]]'' di epoca traianea e sia nel cosiddetto ''[[Itinerarium Antonini|Antonini Itinerarium]]'' che riporta gli elenchi delle città e delle stationes poste lungo le principali vie dell'impero romano. Era a 147 miglia da Roma. Più tardi, nel [[IV secolo]], Cale (tale era l'antico nome della città) figura nell'''[[Itinerarium Burdigalense]]'' o ''Hiersolymitanum'' destinato a pellegrini che da [[Bordeaux]] si dirigevano verso la [[Terra Santa]] e in quell'itineraria picta che è la ''[[Tabula Peutingeriana]]''. Sempre nel IV secolo [[Servio Onorato]], commentando l'[[Eneide]] di [[Publio Virgilio Marone|Virgilio]], chiariva il possibile equivoco affermando "''Cales civitates est Campaniae'' [l'odierna [[Calvi (Italia)|Calvi]]]'', nam in [[Via Flaminia|Flaminia]] est, quae Cale dicitur''" e precisava che nella [[Galizia (Spagna)|Galizia]] un'altra città portava, evidentemente a seguito della dominazione romana, il nome della Cale posta lungo la Flaminia.
Ulteriore corpo alla Cale antica è dato dal ritrovamento di numerosi reperti tra i quali i bronzetti etruschi e italici del [[IV secolo a.C.]] scoperti in un santuario pagano nei pressi della città, e tra i quali figura la nota ''Testa di Cagli'' (testa di giovane con diadema) conservata nel [[museo archeologico nazionale delle Marche]] in [[Ancona]].
 
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La devoluzione del ducato d'Urbino allo [[Stato Pontificio]], del 1631, comporta per Cagli l'inserimento in uno Stato dove le Marche dovranno votarsi principalmente all'agricoltura cerealicola, strategia economica che essendo poco remunerante per le aree appenniniche avrebbe, infine, comportato, a partire dal Settecento, un arretramento economico sempre più consistente delle stesse. L'[[Unità d'Italia]] se da un lato accende gli animi anticlericali che vagheggiano un progresso a portata di mano trovano in loco validi spunti nella costruzione della ferrovia Fano-Fabriano-Roma (distrutta e mai più ricostruita durante la [[seconda guerra mondiale]]) e del Teatro comunale. Dall'altro apre il capitolo delle spoliazioni dei monasteri prima e delle confraternite dopo i cui beni demaniali servirono per l'ammodernamento del Regno. La politica della monarchia sabauda, a differenza di quella pontificia precedente che aveva lasciato ampia autonomia ai comuni, avrebbe ben presto mostrato il volto del "piemontesismo" anche nelle Marche vanificando, con il compimento dell'unificazione amministrativa del 1865, i disegni di decentramento.
 
Durante la [[seconda guerra mondiale]], nel periodo dell'occupazione tedesca e della [[Repubblica Sociale Italiana]], nel territorio del Comune di Cagli trovarono rifugio e protezione alcune famiglie di profughi ebrei, italiane e straniere. In quest'opera di solidarietà, che coinvolse molti abitanti del luogo, si distinsero in particolare la famiglia Alessandri, proprietaria di una pensione sul Monte Petrano, la famiglia Virgili nella frazione di Secchiano, e la madre superiora del Convento di san Nicolò, suor Nicolina Baldoni (con l'approvazione del vescovo mons. [[Raffaele Campelli]]). L'11 febbraio 1992, l'Istituto [[Yad Vashem]] di [[Gerusalemme]] ha conferito l'alta onorificenza dei [[Giusti tra le nazioni]] ai coniugi Virgilio Bobbi e Daria Virgili e alle loro figlie Gianna e Mercedes e, il 29 febbraio 2004, a Spartaco Alessandri e sua madre Mimma Alessandri.<ref>Israel Gutman, Bracha Rivlin e Liliana Picciotto, ''I giusti d'Italia: i non ebrei che salvarono gli ebrei, 1943-45'' (Mondadori: Milano 2006), pp.9-10,88-89.</ref>. Qualche anno prima la stessa alta onorificenza era stata conferita al cittadino onorario card. [[Pietro Palazzini]].
 
Alla città di Cagli va affiancata la bellezza del suo territorio appenninico che per molti tratti si presenta pressoché incontaminato e del tutto simile al cuore verde dell'Umbria. È un territorio vasto, dove cresce il prelibato tartufo bianco, quello del comune di Cagli che con i suoi 226&nbsp;km² è per estensione il terzo delle Marche.
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== Altri progetti ==
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{{Comuni della provincia di Pesaro e Urbino}}