Santuario di Montevergine: differenze tra le versioni
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Il '''santuario di Montevergine''' è un [[Monastero|complesso monastico]] [[Maria (madre di Gesù)|mariano]] di [[Mercogliano]], situato nella [[Montevergine (Mercogliano)|frazione di Montevergine]]: è [[Monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]]. L'[[abbazia territoriale di Montevergine]] è una della sei [[Abbazia territoriale|abbazie territoriali]] italiane. Al suo interno viene venerato il quadro della [[Madonna di Montevergine]] e si stima che ogni anno sia visitato da circa un milione e mezzo di pellegrini<ref name="Santi">{{cita web|url=http://www.santiebeati.it/dettaglio/91053|titolo=Il campanile della basilica|accesso=19
==Storia==
[[File:Montevergine 16.jpg|thumb|left|La statua di San Guglielmo]]
La storia del santuario di Montevergine è strettamente legata alla figura di [[Guglielmo da Vercelli]], un [[Monachesimo|monaco]] [[eremita]] vissuto tra l'[[XI secolo|XI]] e il [[XII secolo]], attratto dai pellegrinaggi nei luoghi della [[Cristianesimo|cristianità]]<ref name="Origini">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Storia/Origini-del-Santuario.aspx|titolo=Le origini del santuario|accesso=19
{{citazione|Su quell’alta montagna, a 1270 metri sul mare, in una piccola conca creata dall’incontro di due opposti declivi di monti, si fa costruire una piccola cella, ed ivi per un anno rimane solo nella più assoluta solitudine, tutto dedito alla più alta contemplazione, a contatto con orsi e con lupi, che però non osano recargli alcun male<ref name="Nazareth"/>.}}
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Con il passare del tempo la fama di santità di Guglielmo aumentò sempre più, tanto che sul monte, spontaneamente, iniziarono ad arrivare uomini desiderosi di abbracciare uno stile di vita dedito alla preghiera e alla solitudine<ref name="Vita"/>: in poco tempo numerose celle, fatte per lo più con [[fango]] e [[Malta (materiale)|malta]], ospitarono numerosi monaci. Allo stesso tempo si decise anche la costruzione di una chiesa, consacrata nel [[1126]], dedicata alla Madonna, ma, contrariamente a quanto è spesso raccontato, non si verificò alcuna apparizione<ref name="Origini"/>: Guglielmo seguì soltanto la sua profonda devozione nei confronti della Vergine Maria. Ben presto i monaci di Montevergine si riunirono in una congregazione detta ''Verginiana''<ref name="Origini"/>, riconosciuta ufficialmente l'8 agosto [[1879]] da [[papa Leone XIII]]: nel corso dei secoli la congrega ha svolto servizio sia di evangelizzazione, utilizzando addirittura il dialetto locale pur di arrivare ai ceti più bassi della società, sia di cura dei malati, con la costruzione di numerosi nosocomi in [[Campania]] e nel resto del [[Mezzogiorno (Italia)|sud Italia]]. Dopo la morte di San Guglielmo, nel [[1142]]<ref name="Vita"/>, il santuario raggiunse il periodo di massimo splendore tra il [[XII secolo|XII]] ed il [[XIV secolo]], quando si arricchì di numerose opere d'arte e si espanse notevolmente grazie alle offerte di [[Feudatario|feudatari]], [[Papa|papi]] e [[re]]<ref name="Origini"/>: fu in questo periodo che venne donato il dipinto della Madonna, oggi venerato nella basilica cattedrale, ma anche numerose [[Reliquia|reliquie]], tra cui le [[Osso|ossa]] di [[San Gennaro]], che furono poi trasferite nel [[Cattedrale di Napoli|duomo]] di [[Napoli]] nel [[1497]]<ref name="Santi"/>.
Tra il [[1378]] ed il [[1588]] il santuario di Montevergine visse una profonda crisi sia dal punto di vista spirituale sia economico, accentuata da una [[commenda]] del [[1430]], che assegnava ad uomini senza alcun interesse cristiano le offerte deposte per l'abbazia. Dal [[1588]] fino all'inizio del [[XIX secolo]] la vita monastica scorse abbastanza tranquilla, anche se nel [[1611]] la [[foresteria]] fu gravemente danneggiata da un [[incendio]] e nel [[1629]] si assistette al crollo della navata centrale della chiesa<ref name="Origini"/>; dal [[1807]], anno in cui il corpo di San Guglielmo fu traslato dall'[[abbazia del Goleto]] a [[Sant'Angelo dei Lombardi]] a Montevergine, al [[1861]] un nuovo periodo di crisi mise seriamente a rischio la vita della congregazione stessa: il 28 maggio [[1868]] il consiglio di stato sancì che le abbazie non dovessero essere soggette ad alcun tipo di soppressione economica e quindi tutti i beni confiscati negli anni precedenti vennero nuovamente restituiti<ref name="Origini"/>; nello stesso anno il santuario fu dichiarato [[Monumenti nazionali italiani|monumento nazionale]]<ref name="Farmacia">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Loreto/Farmacia.aspx|titolo=La farmacia del palazzo abbaziale di Loreto|accesso=19
All'inizio del [[XX secolo]] la situazione migliorò notevolmente ed il santuario ritornò a godere dell'antica fama, diventando uno dei più visitati del sud Italia: addirittura durante la [[seconda guerra mondiale]], precisamente dal [[1939]] al [[1946]], ospitò segretamente la [[Sindone di Torino|Sacra Sindone]] di [[Torino]]<ref>{{cita web|url=http://avellino.agendaonline.it/articoli/sindone.htm|titolo=La sacra Sindone a Montevergine|accesso=19
==Struttura==
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Il [[soffitto]] è a [[Cassettone|cassettoni]] con rifiniture in [[oro]] zecchino<ref name="Avellino"/>, mentre la pavimentazione è in [[granito]] semilucido. Le finestre del tiburio sono ornate da vetrate rappresentanti ''Angeli'' realizzate da Amalia Panigati, cui si devono anche le croci dei matronei simboleggianti gli ''Evangelisti''.<ref>A. Polidoro, ''Di Fausto architetto e politico'', in “Corriere (dell'Irpinia)”, a. XI, n. 57, 27 febbraio 2011, p. 26.</ref> Dalla navata di sinistra si accede ad una sorta di [[cappella]] laterale chiamata della Penitenziaria, mentre sul fondo della navata destra si ha l'accesso alla basilica vecchia tramite un portale in [[Arte gotica|stile gotico]], risalente al [[XIII secolo]], nel cui [[Timpano (architettura)|timpano]] è affrescato la discesa dello [[Spirito Santo]] sugli [[Apostolo|Apostoli]] e Maria Santissima durante la prima [[pentecoste]] cristiana<ref name="Cattedrale"/>.
Vicino alla nuova basilica, il [[campanile]], inaugurato nel [[1925]], anche se parte della facciata era stata già completata nel [[1901]]: alto circa 80 metri e rivestito di granito bianco e grigio, la parte inferiore si presenta in [[Ordine ionico|stile ionico]] con tre arcate decorate da [[colonna|colonne]], mentre la parte superiore, dove è posta anche la loggia papale, protetta da una [[parapetto]] in marmo, è in [[Ordine corinzio|stile corinzio]]; internamente è diviso in cinque piani e sulle pareti esterne sono presenti alcuni decorazioni come angeli trombettieri ed una raffigurazione in marmo del [[Sacro Cuore di Gesù]], alta sei metri<ref>{{cita web|url=http://www.pietrelcinanet.com/turismo_religioso/montevergine/index.htm|titolo=Il campanile della basilica|accesso=19
Sui due matronei ai lati dell'[[abside]], si trova l'[[organo a canne]] [[Mascioni]] ''opus 1042''<ref>{{cita web|url=http://www.mascioni-organs.com/databnuovi/1042.pdf|titolo=L'organo Mascioni della basilica cattedrale|accesso=29
===Basilica antica===
[[File:Montevergine 8.jpg|thumb|La basilica antica]]
Della basilica antica, risalente al [[1126]], prima in stile romanico<ref name="Santi"/>, poi rimaneggiata in gotico, non rimane nulla: crollata nel [[1629]], fu ricostruita nel [[1645]] su progetto dell'architetto Giacomo Conforti. L'ingresso alla chiesa è dato da un'ampia [[scala (architettura)|scalinata]] angolare che dà direttamente nel [[cortile]] del monastero ed è sormontata da un portale in ferro, opera della [[fonderia]] De Lamorte di Napoli<ref name="Antica">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Basilica-Antica.aspx|titolo=La basilica antica|accesso=18
L'altare maggiore è adornato con tarsi di scuola napoletana, a cui si mischiano elementi tipici dell'[[Arte islamica|arte araba]]: nella parte centrale è posta la statua in marmo della Madonna delle Grazie, mentre ai suoi lati le statue, sempre in marmo, di San Guglielmo e [[Benedetto da Norcia|San Benedetto]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Altare-Maggiore.aspx|titolo=L'altare maggiore della basilica antica|accesso=18
[[File:Cappella della Madonna di Montevergine.jpg|thumb|left|La cappella della Madonna]]
Sul lato destro si apre una cappella dedicata al [[Santissimo Sacramento]], al cui interno è custodito un [[baldacchino]] risalente al [[XIII secolo]], in stile romanico, con intarsi in [[Cosmati|cosmatesco]], dono di [[Maria d'Ungheria (1257-1323)|Maria d'Ungheria]] o del figlio [[Carlo Martello d'Angiò|Carlo Martello]]: quattro [[Panthera leo|leoni]] in marmo sorreggono le quattro colonne decorate con un'alternanza in bianco e in rosso che raffigurano simbolicamente i quattro affluenti del [[Danubio]]; sull'[[architrave]], oltre a due statue che reggono il [[turibolo]] e l'aspersorio, altre otto piccole colonne reggono la [[cupola]]. Sotto al baldacchino, la custodia decorata con angeli che sostengono il [[ciborio]], opera di Luigi III De Capua e risalente alla fine del [[XV secolo]]<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Baldacchino.aspx|titolo=Il baldacchino della basilica antica|accesso=18
Un'altra cappella fu edificata intorno al [[XIII secolo]] da [[Filippo I d'Angiò]]: in origine ospitava il quadro della Madonna, fino al 25 novembre [[1960]], quando fu spostato nella Basilica Cattedrale e quindi convertita al culto del Crocifisso; tuttavia, il 25 giugno [[2012]], è tornata ad ospitare l'effigie della Vergine. L'altare della cappella risale al [[1628]] ed è sormontato da due colonne, al cui centro era posto un crocifisso del [[XVIII secolo]], sostituito poi dalla [[Pittura su tavola|tavola]] della Madonna; ai lati delle colonne le raffigurazioni di [[Matteo apostolo ed evangelista|Matteo]] e [[Luca evangelista|Luca]]. La volta è decorata con dipinti di [[Vincenzo Volpe (pittore)|Vincenzo Volpe]], raffiguranti Maria Bambina, l'[[Assunzione di Maria|Assunta]] e l'[[Immacolata Concezione|Immacolata]]: dello stesso autore anche altri dipinti posti sul lato destro della cappella tra cui l'Apparizione del Salvatore a San Guglielmo; di pregevole fattura anche il monumento funebre di [[Caterina II di Valois]], moglie di [[Filippo I d'Angiò|Filippo d'Angiò]] e i suoi due figli [[Luigi di Taranto|Luigi]] e Maria<ref>{{cita web|url=https://archive.org/stream/montevergineguid00romaiala#page/66/mode/2up|titolo=Montevergine: guida-cenni|accesso=18 giugno 2016}}</ref>. Tra le altre opere presenti nella cappella una nicchia in marmo dove sono conservate le spoglie dell'abate Guglielmo De Cesare, raffigurazioni di [[Bernardo di Chiaravalle|San Bernardo di Chiaravalle]], [[Anselmo d'Aosta|Sant'Anselmo d'Aosta]] ed una tela della [[Nascita di Gesù|Natività]]<ref name="Cappelle">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cappelle.aspx|titolo=Le cappelle dalla basilica antica|accesso=18
Altra cappella è quella della Schiodazione, così chiamata per la presenza, in origine, di una tela del [[XVII secolo|'600]] del [[Pieter Paul Rubens|Rubens]], andata perduta a seguito della sostituzione con una dell'[[XIX secolo|800]] del Serbucci<ref name="Cappelle"/>.
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===Cripta San Guglielmo e sala ex voto===
[[File:GuglielmoMontevergine.jpg|thumb|Cripta di San Guglielmo]]
La cripta di San Guglielmo fu consacrata nel [[1963]] ed è divisa in tre navate: in quella centrale, sotto l'altare maggiore, è posto il [[sarcofago]] con le spoglie del santo e decorato con scene salienti della sua esistenza terrena. Nelle navate laterali si aprono otto cappelle, quattro su ogni lato, dedicate rispettivamente a [[Papa Eleuterio|Sant'Eleuterio]] e Sant'Antia, [[Giuliana di Nicomedia|Santa Giuliana]] e [[Faustina di Cizico|Santa Faustina]], [[Costanzo di Perugia|San Costanzo]] e San Deodato, [[Barbato di Benevento]] e San Massimo, [[Claudio, Ilaria, Giasone e Mauro|San Giasone e San Mauro]], [[Mercurio di Cesarea|San Mercurio]] e [[San Potito]], Sant'Ermolao e San Modesto, San Vittore e [[Prisco di Nocera|San Prisco]]. Sempre nelle cripta, raccolte in alcune urne e collocate sui muri, le [[Reliquia|reliquie]] raccolte negli anni nel santuario di Montevergine<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Cripta-di-San-Guglielmo.aspx|titolo=La cripta di San Guglielmo|accesso=18
Nell'anno in cui fu inaugurata la nuova basilica, ossia il [[1961]], fu costruita anche una sala dove poter accogliere i numerosi [[ex voto]] portati dai pellegrini e che erano raccolti, fino all'anno prima, nelle vicinanze del quadro della Madonna. Nei pressi della sala è inoltre posto il corpo del Beato Giulio, monaco di Montevergine, così chiamato dai credenti ma ancora non riconosciuto dalla chiesa: la particolarità della sua salma, custodita in un'urna di bronzo, è quella di essere ancora in un buona condizioni senza alcun trattamento dalla sua morte, avvenuta nel [[1601]]<ref name="Avellino"/>, e a cui i fedeli attribuiscono numerosi miracoli<ref>{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Abbazia/Sala-Ex-Voto.aspx|titolo=La sala ex voto|accesso=18
==Folclore==
[[File:Montevergine 12.jpg|thumb|left|La scala d'accesso alla basilica antica]]
I pellegrinaggi a Montevergine sono una tradizione molto radicata non solo in [[Campania]], ma anche in tutto il resto del [[Mezzogiorno (Italia)|sud Italia]]: le prime testimonianze di salite al monte Partenio si hanno già all'epoca di Guglielmo da Vercelli quando piccole comunità di persone giungevano alla chiesa soprattutto per conoscere il virtuoso santo; nel [[1139]], in un documento, si narra di pellegrinaggi per invocare la grazia divina e il 12 settembre [[1263]], [[papa Urbano IV]], afferma come la zona di Montevergine sia diventato un importante centro di preghiera<ref name="Pellegrinaggi">{{cita web|url=http://www.santuariodimontevergine.com/Madonna/Pellegrinaggi.aspx|titolo=I pellegrinaggi a Montevergine|accesso=19
I pellegrinaggi svolti in epoca passata, sia in carrozza sia con carro, cavallo o a piedi<ref>{{Cita|Bourcard|p. 132}}.</ref>, erano caratterizzati dal digiuno o dall'astinenza dalle carni, uova e formaggi; altra tradizione voleva che a recarsi in pellegrinaggio fossero donne o ragazze non ancora sposate, le quali durante la salita verso il monte intrecciavano dei rami di [[Genisteae|ginestra]], promettendo alla Madonna di tornare l'anno successivo e di sciogliere il nodo in compagnia dello sposo o ancora che ragazzine molto giovani andassero scalze al santuario per conto di terzi per ringraziare la Vergine per la grazie ricevuta. Durante la discesa gli uomini erano soliti svolgere una corsa su carri, chiamata ''recanata'', mentre le donne intonavano canti popolari<ref name="Pellegrinaggi"/>.
Altra festività sentita nel culto della Madonna di Montevergine, chiamata anche ''Mamma Schiavona''<ref name="Avellino"/>, è quella della [[Candelora]]<ref name="Candelora">{{cita web|url=http://www.incampania.com/turismo.cfm?Menu_ID=183&Sub_ID=218&Info_ID=3782|titolo=La festa della Candelora|accesso=19
==Note==
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