Ushabti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Piccole correzioni
Riga 5:
Rappresentando forze costruttive positive facevano parte della pratica magica e servivano da sostituti ai defunti [[Testi dei sarcofagi|giustificati]].
 
I materiali impiegati nella loro realizzazione potevano essere preziosi come il [[lapislazzuli]] e altre pietre oppure di materiali più comuni come legno e [[faïence#Faience egizia|faïence]]. Quest'ultima era il materiale più economico e si realizzava con [[soda]] e [[sabbia]] [[quarzo|quarzifera]] fusa.; Sisi creava quindi una pasta di [[vetro]] in color turchese o blu che veniva messa in stampi.
 
La differenza dei materiali impiegati scaturiva dalla classe sociale del defunto, dalle sue ricchezze e, poiché spesso gli ''ushabti'' erano offerti anche da terzi, dalla tipologia del rapporto che legava al defunto. Infatti, sotto iai piedi di alcune statuette dei faraoni, sono state trovate incise delle dediche da parte di funzionari che donavano l'''ushabti'', al faraone defunto, sia per offrire i propri servizi nell'aldilà, sia per essere sicuri di riservarsi un posto in paradiso.
 
[[File:Louvre 122006 017.jpg|thumb|Ushabti appartenuti a [[Ramesse III]] (XX dinastia)|213x213px]]
 
La tomba del Portasigilli Horugia - ([[XXX dinastia egizia|XXX dinastia]] -) aveva un centinaio di esemplari, ma in origine dovevano essere, di sicuro, di più perché la tradizione prevedeva un ''ushabti'' per ogni giorno dell'anno. In questo caso, ogni dieci statuette vi era anche un ''ushabti'' caposquadra.
 
L'aspetto più comune era mummiforme e in questo caso rappresentava l'eterno spirito del defunto, chiamato ''Aj'', che scaturiva dalla fusione del [[Anima (mitologia egizia)#Ba (spirito/personalità)|Ba]] e del [[Anima (mitologia egizia)#Ka|Ka]]., Mama poteva anche essere immagine di servitori o portatori di offerte. Nella parte inferiore vi erano incise formule magiche tratte dal ''[[Libro dei Morti]]''.; Lala più frequente era quella del capitolo 6 che costringeva l'''ushabti'' ad obbedire e nella quale il defunto gli chiedeva di lavorare per lui quando il dio [[Osiride]], nell'aldilà, gli avrebbe chiesto di coltivare i [[Aaru|Campicampi IaruAaru]]<!-- (capitolo 6) -->.
 
Tra gli ''ushabti'' troviamofrequenti anchesono le cosiddette "statue del ''Ka''", come quella del sovrano [[Hotepibtawy|Auibra-Hor]], destinate anch'esse al corredo funebre e che servivano da sostituto del corpo per ospitare il ''Ka'' del defunto, quando ritornava per assimilare, per loro tramite, l'essenza dei cibi lasciati dai vivi sulla [[tavola delle offerte]].
 
Gli ''ushabti'' erano deposti in apposita cassetta<ref>Edda Bresciani, ''Grande enciclopedia illustrata dell'antico Egitto'', pag.345</ref> decorata con immagini tratte dalla vita quotidiana del defunto. Splendida quella di Mutemuia, cantatrice di Amon, dove è raffigurata inginocchiata davanti agli dei dell'oltretomba mentre suona il [[sistro]].
[[File:Ushabti Pediamenopet Munich.JPG|sinistra|miniatura|270x270px|Ushabti di varie misure del sacerdote [[Pediamenopet]]. [[Monaco di Baviera|Monaco]], [[Staatliches Museum Ägyptischer Kunst]]]]
A partire dalla [[XII dinastia egizia|XII dinastia]], cominciò l'uso sempre più frequente dei [[Modellino egizio|modellini]].; Questiquesti erano piccole sculture che rappresentavano in modo perfetto le attività agricole e artigiane svolte per il defunto.
 
[[File:Louvres-antiquites-egyptiennes-p1020106.jpg|thumb|Ushabti in faïence conservati al [[Louvre]]|230x230px]]
 
Durante la cerimonia funebre, i sacerdoti, con particolari riti magici, davano vita alla statuetta che sarebbe stata tumulata insieme al defunto per accompagnarlo nell'oltretomba. Gli ''ushabti'' potevano essere di numero variabile, da pochi a centinaia. Quelli ritrovati nella tomba del faraone [[Taharqa]] - ([[XXV dinastia egizia|XXV dinastia]] -) erano centinaia e dimostravano che anche i faraoni [[Nubia|nubiani]] avevano assimilato le usanze funerarie egizie.
 
Se il defunto avesse superato positivamente la [[psicostasia]], (nota anche come "la prova della pesatura del cuore") sarebbe andato in paradiso, ovvero nei Campi[[Aaru|campi Iaru che eranoAaru]], raffigurati come campi ricchi di frutti, coltivazioni ed ogni genere di delizie. Lì, eglidove sarebbe vissuto felicemente e senza alcuna preoccupazione, godendo degli stessi agi della sua vita terrena, perché gli ''ushabti'' avrebbero svolto per lui ogni mansione e lavoro, provvedendo quindi a tutte le necessità della vita ultraterrena.<br /> E se, e quando, il dio [[Osiride]] lo avesse chiamato, un ''ushabti'' avrebbe risposto.
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*Mario Tosi, ''Dizionario enciclopedico delle divinità dell'antico Egitto'', vol.I, Ananke, ISBN 88-7325-064-5
*Guy Rachet, ''Dizionario Larousse della civiltà egizia'', Gremese Editore, ISBN 88-8440-144-5