Mostarda: differenze tra le versioni

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La '''mostarda''' è un prodotto culinario diffuso nell'[[Italia settentrionale]] e in [[Toscana]]<ref name="petroni">{{cita libro |Paolo |Petroni |Il libro della vera cucina fiorentina |Bonechi |Firenze}}</ref>, realizzato con diversi ingredienti a seconda della zona. Nella sua ricetta più essenziale, essa consiste di [[frutta]], [[zucchero]] ed essenza di [[senape]], solitamente molto [[piccante]]. Il quantitativo di gocce di senape usualmente varia da dieci a venti per [[chilogrammo]] di composto, a seconda della piccantezza desiderata. Alcune varietà, come la mostarda cremonese, spesso sono scambiate per [[candito|canditi]] di grosse dimensioni, ma in realtà sono un alimento di gusto molto deciso da abbinarsi con piatti salati.
Nella sua ricetta più essenziale, essa consiste di [[frutta]], [[zucchero]] ed essenza di [[senape]], solitamente molto [[piccante]].
Alcune varietà, come la mostarda cremonese, spesso sono scambiate per [[candito|canditi]] di grosse dimensioni, ma in realtà sono un alimento di gusto molto deciso da abbinarsi con piatti salati.
 
== Storia ==
Il termine ''mostarda'' è spesso fonte di equivoci, in quanto esso definisce sia la preparazione propriamente detta, sia, per rimando al [[lingua francese|francese]] ''moûtarde'', al condimento più noto in italiano come [[senape]], che condivide la stessa base, essendo entrambi gli alimenti preparati con i semi della stessa pianta.
 
A conferma dell'antichità della tradizione della mostarda si cita la ''[[La secchia rapita|Secchia rapita]]'' del [[Alessandro Tassoni|Tassoni]] ([[1621]]), che, nel descrivere i doni a un legato pontificio, menziona (XII, 38) «due cupelle di mostarda di Carpi isquisitissime». Peraltro già un secolo prima, nel 1522, il [[Francesco Berni|Berni]] alludeva alla mostarda nelle sue lettere facete.
 
== Diffusione ==
La diffusione di tale alimento nell'[[Italia settentrionale]] avviene verso il [[XVII secolo|Seicento]]; le testimonianze ne associano il consumo alle [[Natale|festività natalizie]].
La diffusione si ebbe nelle diverse città della [[val Padana|pianura Padana]]: [[Vicenza]], [[Mantova]] e soprattutto [[Cremona]], radicandosi in alcune ricette tradizionali.
 
A conferma dell'antichità della tradizione della mostarda si cita la ''[[La secchia rapita|Secchia rapita]]'' del [[Alessandro Tassoni|Tassoni]] ([[1621]]), che, nel descrivere i doni a un legato pontificio, menziona (XII, 38) «due cupelle di mostarda di Carpi isquisitissime».
Peraltro già un secolo prima, nel 1522, il [[Francesco Berni|Berni]] alludeva alla mostarda nelle sue lettere facete.
 
Il quantitativo di gocce di senape usualmente varia da dieci a venti per [[chilogrammo]] di composto, a seconda della piccantezza desiderata.
 
== Tipi di mostarda ==