Montgomery Clift: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
Proveniente da una famiglia agiata di [[Omaha]], nel [[Nebraska]], la stessa città che darà i natali anche a [[Marlon Brando]], durante l'infanzia ricevette una solida formazione culturale, soggiornando più volte in [[Europa]], visitando città e musei e imparando il [[lingua francese|francese]], il [[lingua tedesca|tedesco]] e anche l'[[lingua italiana|italiano]]. All'età di tredici anni debuttò in teatro e a 15 era a [[New York]] per lavorare a [[Broadway]]<ref>{{cita web|url=http://www.ilpost.it/2016/07/23/cinquantanni-senza-montgomery-clift/|titolo=Cinquant’anni senza Montgomery Clift|editore=ilpost.it|data=24 luglio 2016|accesso=24 luglio 2016}}</ref>. Lì conobbe e fu il protetto dei coniugi [[Alfred Lunt]] e [[Lynn Fontanne]], che lo formarono e lo indirizzarono verso la sua carriera d'attore teatrale. A Broadway ottenne rapidamente successo recitando in lavori di [[Thornton Wilder]] e [[Tennessee Williams]] (con cui diventerà amico), e per dieci anni fu uno degli attori teatrali più promettenti e apprezzati di New York. A 25 anni, seppur riluttante, si recò ada Hollywood dove diversi produttori l'avevano già notato. Nonostante varie proposte, non volle firmare subito un contratto di esclusiva, come era consueto a quei tempi; consapevole delle proprie potenzialità, preferì temporeggiare, fiducioso di poter ottenere maggior potere contrattuale in seguito<ref name=":0">{{Cita news|lingua=en|nome=Anne Helen|cognome=Petersen|url=http://www.vanityfair.com/hollywood/2014/09/scandals-of-classic-hollywood-montgomery-clift|titolo=Scandals of Classic Hollywood: The Long Suicide of Montgomery Clift|pubblicazione=HWD|accesso=2017-07-21}}</ref>.
 
=== Gli esordi (1946-1951) ===
[[File:Montgomery Clift in The Search trailer.jpg|thumb|Montgomery Clift in un fotogramma del trailer del film ''[[Odissea tragica]]'' ([[1948]]), per il quale fu nominato a un [[Oscar al miglior attore]]|sinistra|250x250px]]
Il suo debutto cinematografico fuebbe luogo a ventisei anni nel [[western]] ''[[Il fiume rosso]]'' (girato nel [[1946]] ma uscito sugli schermi solo due anni dopo), accanto a [[John Wayne]] per la regia di [[Howard Hawks]], mentre nel [[1948]] fu diretto da [[Fred Zinnemann]] nel drammatico ''[[Odissea tragica]]'', che gli fece ottenere la prima ''nomination'' agli Oscar e lo fece conoscere al grande pubblico. Ottenuta visibilità e riconoscimenti, Clift si decise a firmare un contratto con la [[Paramount Pictures|Paramount]], ma solo per tre film, ottenendo anche ampia discrezionalità sui copioni da scegliere e la libertà di girare film anche con altre case di produzione<ref name=":0" />.
 
Il primo film interpretato per la Paramount fu il dramma in costume ''[[L'ereditiera (film 1949)|L'ereditiera]]'' (1949) di [[William Wyler]], nel ruolo dell'avido cacciatore di dote Morris Townsend. Clift giudicò deludente questa esperienza: i rapporti con Wyler e con la sua ''partner'' sullo schermo, [[Olivia de Havilland]], non furono dei migliori, e non gli fu concesso di modificare le battute del suo personaggio, che avrebbe voluto rendere meno stereotipato.
 
Nel [[1951]] arriva uno dei suoi ruoli più celebri, l'intensa e indimenticabile interpretazione dell'ambizioso George Eastman nel film ''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]'' di [[George Stevens]], accanto a una diciottenne [[Elizabeth Taylor]], con la quale instaurò un forte e duraturo rapporto di amicizia e di affetto. I giornali esaltarono l'alchimia che la coppia aveva sullo schermo e i due furono definiti dalla stampa "''the most beautiful couple in Hollywood"''.<ref>{{Cita libro|nome=Bosworth,|cognome=Patricia.|titolo=Montgomery Clift : a biography|url=https://www.worldcat.org/oclc/20798078|edizione=1st Limelight ed|data=1990, ©1978|editore=Limelight Editions|OCLC=20798078|ISBN=0879101350}}</ref>
{{Doppia immagine verticale|right|A Place in the sun premiere.JPG|Montgomery clift from young lions trailer.JPG|250|Montgomery Clift alla prima di ''[[Un posto al sole (film)|Un posto al sole]]'' ([[1951]])|Montgomery Clift nel trailer del film ''[[I giovani leoni]]'' ([[1958]])}}
 
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In ''[[Io confesso (film)|Io confesso]]'' ([[1952]]) di [[Alfred Hitchcock]], interpretò con efficacia il tormento interiore di Padre Logan, un prete accusato ingiustamente di omicidio, ma che ha ricevuto in confessione il vero nome dell'assassino; Clift si preparò scrupolosamente per il ruolo, imparando addirittura la messa in latino, ma la sua tecnica di recitazione basata sull'improvvisazione si scontrò con gli scrupolosi ''[[storyboard]]'' del regista inglese, che invece preferiva lavorare con una pianificazione rigorosa delle riprese ed esigeva che gli attori facessero esattamente quello che lui voleva. Il film non convinse pubblico e critica, ma fu molto apprezzato dai registi della ''[[Nouvelle Vague]]'' francese e oggi è ampiamente rivalutato.
 
L'anno seguente [[Vittorio De Sica]], che era rimasto molto impressionato dalla ''performance'' dell'attore in ''[[Io confesso (film)|Io confesso]]'', lo volle in ''[[Stazione Termini (film)|Stazione Termini]]'' ([[1953]]), una coproduzione italoamericana girata a [[Roma]], anche se Clift fu a lungo indeciso se accettare il ruolo; la lavorazione del film fu difficoltosa e sul ''set'' la coprotagonista [[Jennifer Jones (attrice)|Jennifer Jones]] (moglie del produttore del film [[David O. Selznick]]) si s'innamorò dell'attore e rimase esterrefatta quando seppe che era omosessuale.<ref>{{Cita libro|nome=Michelangelo|cognome=Capua|titolo=Montgomery Clift : vincitore e vinto|url=https://www.worldcat.org/oclc/44642535|edizione=1. ed|data=2000|editore=Lindau|p=78 e seg.|OCLC=44642535|ISBN=8871802373}}</ref> Anche questo film, nonostante la collaborazione di [[Truman Capote]] ai dialoghi, lasciò tiepidi sia il pubblico sia la critica.
 
L'attore ritornò al grande successo con il suo film seguente, il dramma bellico ''[[Da qui all'eternità]]'' (1953) in cui Clift fu nuovamente diretto da Fred Zinnemann e recitò accanto a [[Burt Lancaster]], [[Deborah Kerr]] e [[Frank Sinatra]], ottenendo un'ulteriore candidatura agli Oscar.
 
Clift sceglieva con molta accuratezza i copioni, spesso intervenendo sulla sceneggiatura per asciugarne i dialoghi, e scartando molte proposte che non lo convincevano. Rifiutò ruoli da protagonista in film come ''[[Viale del tramonto|Viale del Tramonto]]'', ''[[Fronte del porto]]'', ''[[La valle dell'Eden]]'', che poi ebbero molto successo e portarono alla fama colleghi come [[Marlon Brando]] e [[James Dean]]. Ebbe sempre un rapporto conflittuale con [[Hollywood]] e con i produttori cinematografici, rifiutando di adeguarsi alla loro logica del profitto e alle regole promozionali dello ''[[Divismo|star system]]'', e non volle mai trasferirsi ada Hollywood, che detestava, preferendo risiedere sempre a [[New York]].
 
=== L'incidente (1956) ===
All'apice del suo successo, durante la lavorazione de ''[[L'albero della vita (film 1957)|L'albero della vita]]'' (1957) ebbe un gravissimo incidente stradale in cui riportò gravi ferite al volto, tra cui la frattura della mandibola, che mutarono la bellezza e l'espressività dei suoi lineamenti. Questo evento, unito alla dipendenza dall'[[Alcolismo|alcol]] e a una forte [[Disturbo depressivo|depressione]], aggravate dalla crescente difficoltà a tenere nascosta la propria [[omosessualità]], lo fecero sprofondare verso un abisso di tormento e di autodistruzione: [[Robert Lewis]], fondatore dell'[[Actors Studio]] e amico di Clift, definirà i suoi ultimi dieci anni di vita "il più lungo suicidio della storia del cinema"<ref>{{Cita news|lingua=en|url=http://www.telegraph.co.uk/culture/film/9841724/Montgomery-Clift-better-than-Brando-more-tragic-than-Dean.html|titolo=Montgomery Clift: better than Brando, more tragic than Dean|pubblicazione=Telegraph.co.uk|accesso=2017-07-22|citazione=Acting teacher Robert Lewis called Clift’s subsequent career “the longest suicide in Hollywood history”}}</ref>.
=== Il declino personale (1956-1962) ===
[[File:Judgment at Nuremberg-Montgomery Clift.JPG|miniatura|250x250px|Montgomery Clift nel ''trailer'' di ''[[Vincitori e vinti]]'' (1961) di [[Stanley Kramer]], per cui ebbe la ''nomination'' all'[[Oscar al miglior attore non protagonista|Oscar come miglior attore non protagonista]].|sinistra]]
L'incidente segnò l'inizio della parabola discendente di Clift, ma, nonostante le sue problematiche condizioni fisiche e psicologiche, a 36 anni l'attore continuava ad essere molto amato dal pubblico. Riprese presto a lavorare terminando le riprese dell'''Albero della vita'' e continuando negli anni seguenti a fornire altre ottime interpretazioni, come nei film ''[[I giovani leoni]]'' (1958) di [[Edward Dmytryk]], ''[[Improvvisamente l'estate scorsa (film)|Improvvisamente l'estate scorsa]]'' (1959) di [[Joseph L. Mankiewicz]], ''[[Gli spostati]]'' (1961) di [[John Huston]], e ''[[Vincitori e vinti]]'' (1961) di [[Stanley Kramer]], in cui ritrasse il tormentato Rudolph Petersen, testimone degli orrori nazisti al [[processo di Norimberga]], un'intensa performance di soli dodici minuti che gli valse la quarta ''nomination'' agli [[Oscar al miglior attore non protagonista|Oscar]]. Subito dopo girò ''[[Freud - Passioni segrete|Freud, passioni segrete]]'' ([[1962]]), ancora diretto da [[John Huston]], in cui interpretò il padre della [[psicoanalisi]].
 
=== Gli ultimi anni e la morte (1963-1966) ===
Negli anni seguenti la vita di Clift si fece ancora più difficile: i molteplici problemi di salute, la dipendenza dai farmaci e l'aggravarsi della depressione personale lo avevano reso un attore poco gradito ada Hollywood, che riteneva la sua carriera praticamente finita. Non ricevendo più scritture di suo gradimento, lavorò principalmente in radio, recitando drammi teatrali con la sua celebre voce. Dopo quattro anni di inattività cinematografica, che lo avevano ulteriormente avvilito, nel [[1966]] la sua amica di sempre [[Elizabeth Taylor|Liz Taylor]] riuscì ad imporlo come suo co-protagonista per il film ''[[Riflessi in un occhio d'oro]]'', tratto da un torbido dramma di [[Carson McCullers]]. Per prepararsi al ritorno sul ''set'' dopo quattro anni di forzata inattività, accettò una parte in un ''thriller'' spionistico di produzione franco-tedesca, ''[[L'affare Goshenko]]'', diretto da [[Raoul Lévy]], che resterà il suo ultimo film.
 
Poco prima di iniziare a girare ''Riflessi in un occhio d'oro'', Clift morì improvvisamente nel suo appartamento di [[New York]] il 23 luglio 1966 a causa di un [[Infarto miocardico acuto|attacco cardiaco]], a 45 anni: la sua parte venne affidata a [[Marlon Brando]].