Guillaume-Chrétien de Lamoignon de Malesherbes: differenze tra le versioni

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Nel [[1792]] si recò da sua figlia, emigrata a [[Losanna]], solo per tornare ben presto in Francia, pur avendo perso tutte le illusioni sulla rivoluzione. Per fedeltà al re, che comunque non lo contraccambiava per niente, si offre volontario per fornire la sua difesa al processo e scisse al presidente della [[Convenzione Nazionale|Covenzione]]: «Ignoro se la Convenzione Nazionale darà a Luigi XVI un aiuto per la difesa, e neppure se egli potrà sceglierlo. In questo caso vorrei che Luigi XVI sapesse che, se mi sceglie per tale funzione, sono pronto a dedicarmi ad essa.<ref> lettera dell'11 dicembre 1792. Citata da Tyrtée Tastet, ''op. cit.'', pag. 487</ref>» Ma è lui che dovrà annunziare al re la sua sentenza di morte, il 20 gennaio [[1793]].
 
La Convenzione si ricorda di lui in pieno [[Terrore]] e, nel mese di dicembre, lo andarono a cercare nel suo ritiro. Fu riportato a Parigi ed incarcerato con la famiglia per "cospirazione con gli emigrati". Il suo genero fu ghigliottinato il 21 aprile 1794. Il giorno successivo vengono giustiziati con lui la figlia, i nipoti e due suoi segreatrisegretari. «Uscendo dalla prigione per salire sull'infame carretta, il suo piede urta una pietra e lo fa inciampare. "Ecco, dice sorridendo tristemente, un cattivo augurio; al mio posto un antico romano sarebbe rientrato in casa".<ref>''Ibid.'', pag 488</ref>.»
 
== Note ==