Unione Sovietica: differenze tra le versioni

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Il complesso delle sue riforme politiche ed economiche, conosciuto con il nome di ''[[perestrojka]]'' ("ristrutturazione"), portò a forti alterazioni in direzione dell'autogestione della pianificazione centralizzata, con la conseguenza del rapido collasso dell'economia, di pesanti disfunzioni nelle filiere produttive.<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/05/31/economia-sovietica-in-pezzi.html|titolo='L'economia sovietica è in pezzi'|autore=Ezio Mauro|editore=La Repubblica|data=31 maggio 1989}}</ref> In politica estera la nuova direzione sovietica negoziò con gli Stati Uniti una riduzione degli armamenti, in un'ottica di riavvicinamento che avrebbe di lì a poco significato la fine del socialismo reale.
 
Sostenuta da Gorbačëv, la promozione nel 1985 di [[Aleksandr Nikolaevič Jakovlev]] a capo del dipartimento per la propaganda del Comitato centrale, e l'anno successivo a segretario della propaganda, segna un profondo cambiamento nel rapporto tra partito e mass media sovietici, i quali vengono esortati alla critica serrata contro il PCUS.<ref>{{Cita web|url=https://books.google.it/books/about/Perestroika.html?id=Y2lpAAAAMAAJ|titolo=Perestroika: Its Rise and Fall|autore=Mike Davidow|editore=International Publishers|data=1993}}</ref>
 
L'amministrazione Gorbačëv, con la cosiddetta "[[dottrina Sinatra]]", si propose d'instaurare un nuovo atteggiamento di "non ingerenza" verso gli altri Paesi socialisti dell'Europa orientale.<ref>{{Cita web|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/09/08/mosca-adotta-la-dottrina-frank-sinatra.html|titolo=Mosca adotta la dottrina 'Frank Sinatra'|editore=La Repubblica|data=8 settembre 1989}}</ref> Di fatto questa situazione permise una quasi immediata transizione politica che, tra la fine del [[1989]] e la prima metà del [[1990]], avrebbe portato al disfacimento del blocco orientale e alla transizione degli Stati che ne avevano fatto parte all'economia di mercato.