Artabano II: differenze tra le versioni

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=== Le rivalità con Roma ===
[[File:ArtabanIIIGreekLetter.JPG|miniatura|Epigrafe riportante una lettera (in greco) di Artabano agli abitanti di [[Susa (Elam)|Susa]], [[Museo del Louvre]].]]
Nel 35 cercò di conquistare l'Armenia e di collocarvi il figlio [[Arsace I di Armenia|Arsace]] sul trono. A quel punto un conflitto con i Romani apparve inevitabile. I nobili a lui ostili, tra cui un certo Sinnace e l'eunuco Abdo,<ref>Ibidem.</ref> si appellarono segretamente a [[Tiberio (imperatore romano)|Tiberio]] affinché sostituisse Artabano con un re della stirpe di Fraate (dal momento che Artabano aveva fatto uccidere la maggior parte degli Arsacidi di alto rango), che loro identificavano nel di lui figlio Fraate, allevato a Roma. ArtabanaoArtabano però, scoperto il complotto, fafece uccidere l'eunuco Abdo, e trattienetrattenne con inganni e promesse Sinnace.<ref>''Annali'', VI 32</ref>
 
Fraate intanto muoremorì di malattia, e Tiberio optaopto per un altro candidato, ovvero il nipote dello stesso Fraate, Tiridate III, ordinando a [[Lucio Vitellio]] (padre del futuro imperatore [[Vitellio]]) di ripristinare l'autorità romana sull'area.<ref>Ib.</ref> La campagna, condotta brillantemente da Vitellio, si concluse con un completo successo. Artabano, abbandonato dai suoi sostenitori e potendo contare solo sulla sua milizia privata, fuggì nella Scizia.<ref>''Annali'', VI 36</ref> Tiridate si installainstallò così sul trono grazie all'appoggio avuto da Sinnace e da Abdagese, nobile capo del partito filo-romano, il quale contribuiscecontribuì con il tesoro all'apparato regale. Vitellio, raccomandata obbedienza al nuovo re e a Roma, fafece rientro con le legioni in [[Siria (provincia romana)|Siria]].<ref>''Annali'', VI 36</ref>
 
Tuttavia, lo stesso Tiridate, una volta preso possesso del regno, non poté rimanervi a lungo, a causa della rivalità con i nobili e della sua sudditanza a Roma. Artabano ebbe così modo di riappropriarsi del suo regno, valendosi dell'aiuto di un esercito composto essenzialmente di [[Sciti]] della tribù dei Dahan, ottenendo l'approvazione dei Parti. La sua posizione nei confronti di Roma rimaneva comunque estremamente precaria, in quanto sebbene non avesse inizialmente incontrato resistenza (essendo Tiridate fuggito in Siria), non era comunque in grado di intraprendere con successo una campagna contro Vitellio. Concluse quindi di lì a poco (nel 37) un trattato, nel quale rinunciava alle sue mire espansionistiche. Poco dopo tuttavia venne deposto nuovamente, venendo proclamato re un certo [[Cinnamo]]. Artabano si rifugiò presso un suo vassallo, il re dell'Abiadene Izate. Grazie alla sua intermediazione i Parti vennero convinti a ripristinare Artabano sul trono. Il suo regno fu tuttavia di breve durata, venendo egli a mancare di lì a poco. Gli subentrò il figlio [[Vardane I]].