Cantautore: differenze tra le versioni

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Gigi Lamera (discussione | contributi)
→‎Gli anni '60: Memo Remigi cantautore politico???
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==== Gli anni '60 ====
[[File:Luigi tenco.jpg|thumb|left|upright=0.7|Luigi Tenco]]
Tra i principali cantautori italiani degli [[anni 1960|anni sessanta]] (spesso influenzati dalla canzone d'autore francese) troviamo [[Umberto Bindi]] (solo autore delle musiche, mentre per i testi si appoggiava ad altri, primo fra tutti [[Giorgio Calabrese]]), [[Luigi Tenco]], [[Gino Paoli]], [[Sergio Endrigo]], [[Bruno Lauzi]], [[Giorgio Gaber]], [[Enzo Jannacci]] (il primo che nelle sue canzoni fa diventare protagonisti gli ultimi, dai barboni ai malati di mente, dalle prostitute ai poveri), [[Piero Ciampi]] (in realtà solo paroliere, mentre per le musiche si affidava a vari compositori come [[Gian Piero Reverberi]] o [[Gianni Marchetti]]), [[Fabrizio De André]] (anche se, in realtà, quasi tutto il suo repertorio è stato scritto insieme ad altri artisti<ref>Le canzoni di cui De Andrè è autore sia del testo che della musica sono otto in quasi quarant'anni di carriera (fonte: Archivio della [[Società Italiana degli Autori ed Editori|SIAE]], dopo una scrematura delle 14 che lì risultano, vedi discussione di questa pagina), ma in realtà alcune di queste derivano da musiche di cui i diritti sono scaduti (''La canzone dell'amore perduto''), o sono di autori non iscritti alla SIAE, come [[Vittorio Centanaro]] per ''La guerra di Piero'' e ''Si chiamava Gesù''</ref>), [[Nino Tristano]], [[Silverio Pisu]], [[Memo Remigi]], [[Vittorio Paltrinieri]], [[Duilio Del Prete]], i quali hanno saputo riprendere le suggestioni della canzone francese e trasformarle secondo la sensibilità italiana.
 
Questa prima generazione è influenzata principalmente dalla canzone francese e dalla canzone popolare italiana; a metà del decennio ad essi si affiancano altri cantautori come [[Lucio Dalla]], [[Gian Pieretti]], [[Luciano Beretta]], [[Claudio Cavallaro]], [[Alberto Testa (paroliere)|Alberto Testa]], [[Fred Bongusto]], [[Mino Reitano]], [[Francesco Guccini]], [[Mauro Lusini]], [[Roby Crispiano]], Jonathan del duo [[Jonathan & Michelle]], [[Emilio Insolvibile]] e [[Tony Cucchiara]], che sono invece influenzati dal [[musica beat|beat]] (con il passare del tempo ed il proseguimento della carriera alcuni di loro come Guccini e Dalla svilupperanno delle caratteristiche musicali e tematiche proprie, mentre Cucchiara si dedicherà al [[teatro canzone]]).
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Infine appartengono alla categoria anche alcuni come [[Gipo Farassino]] o [[Nanni Svampa]] che si sono dedicati per lo più alla canzone dialettale: Svampa forma poi nel [[1964]] un gruppo, [[I Gufi]], con cui spesso incide canzoni di propria composizione in italiano, ed anche Farassino, alla fine degli anni '60, abbandona spesso il dialetto per scrivere canzoni come l'antimilitarista ''Ballata per un eroe'' («Andrò a ingrossare la nutrita schiera/di quelli che aggrappati a una bandiera/son morti bestemmiando di paura/ad occhi chiusi in una notte scura»), ''Remo la barca'', ''La mia città'', ''Il bar del mio rione'', ''Avere un amico''.
[[File:Jack Kerouac e Gian Pieretti (1966).jpg|thumb|Gian Pieretti con [[Jack Kerouac]], durante una delle conferenze tenute insieme nell'ottobre del 1966]]
Altri, come [[Memo Remigi]], [[Paolo Pietrangeli]], [[Gualtiero Bertelli]] ed [[Ivan Della Mea]], sono stati più legati ad una canzone strettamente politica.
 
Alla fine del decennio emerge un altro cantautore, [[Ugolino (cantante)|Ugolino]], che si distacca dal genere per avvicinarsi ad un tipo di canzone d'autore, basata su tematiche sociali che vengono espresse in maniera ironica e [[Satira|satirica]].