Niccolò Tartaglia: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 79.10.132.249 (discussione), riportata alla versione precedente di LauBot
Etichetta: Rollback
Riga 20:
Nacque da una famiglia nobile assai povera, ma "da bene" e lo stesso Tartaglia racconta che a 13 anni circa rimase orfano di padre in circostanze drammatiche. Durante il [[sacco di Brescia]] da parte dei francesi il 19 febbraio [[1512]], con la famiglia si rifugiò nel [[Duomo vecchio|duomo vecchio di Brescia]], ma essi furono seguiti fin lì e quindi aggrediti: il padre venne ucciso mentre Niccolò subì una frattura al cranio e lesioni a mascella e palato. Sopravvisse grazie alle cure della madre, che puliva le ferite con semplice acqua, non avendo denaro per comprare medicinali, ma gli rimase una evidente difficoltà ad articolare le parole. Per questo ebbe il soprannome "Tartaglia" che accettò e lui stesso utilizzò tutta la vita per firmare le sue opere.
 
A 146 anni poté finalmente pagarsi delle lezioni per imparare a scrivere. Grazie alla sua abilità in matematica, poté comunque guadagnarsi da vivere a [[Verona]], dove fu insegnante di matematica dal [[1521]] e risolse l'[[equazione cubica]] o equazione di terzo grado. Tartaglia nel 1556 scrisse il ''General trattato di numeri et misure'', opera [[Enciclopedia|enciclopedica]] di matematica elementare, dove compare il famoso "[[triangolo di Tartaglia]]", applicato a problemi di probabilità. Il triangolo era già noto prima di Tartaglia ai cinesi.
Diede anche un importante contributo alla diffusione delle opere dei matematici antichi. Sua è la prima traduzione dal latino in italiano degli ''[[Elementi (Euclide)|Elementi]]'' di [[Euclide]] (1543).