Strega: differenze tra le versioni

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==La definizione di strega ==
Alla definizione classica e popolare di strega se ne intrecciano altre che assumono caratteri specifici, anche se il più delle volte puramente simbolici, e soggetti alla flessibilità e all'ambiguità delle diverse culture che li rendono espliciti<ref>Serena Foglia, ''Streghe'', Rizzoli, Milano, 1989, cap. I, pag. 9.</ref>. Risulta pertanto riduttivo, benché storicamente corretto, indicare come "strega" solamente quella donna(molto bella per ingannare) che si sarebbe data al [[Demonio]] per mezzo di un patto e dunque strettamente associata al male e al peccato. Per una maggiore comprensione del termine usato attualmente è indispensabile fare riferimento a tutte quelle discipline che studiano la figura della strega nei suoi molteplici aspetti (la [[psicologia]], la [[psicoanalisi]], la [[sociologia]], l'[[antropologia]], ecc.)<ref>Colette Arnould, ''La stregoneria. Storia di una follia profondamente umana'', Edizioni Dedalo, Bari, 2011, cap. VI.</ref>.
 
Con il supporto delle [[scienze sociali]] e delle scienze umane la ricerca storica ha potuto collocare la figura della strega all'interno di determinati gruppi sociali e individuarla in soggetti dalle precise caratteristiche, quali ad esempio i poveri, i mendicanti, gli emarginati, gli anziani, le vedove, e in tutti coloro che all'interno di una comunità ristretta esercitavano pratiche magiche e guaritive. Naturalmente non sono esistite delle categorie fisse entro le quali si possono rintracciare con assoluta certezza i soggetti che corrispondono allo stereotipo della strega. Nei secoli delle [[Caccia alle streghe|persecuzioni]] vennero infatti accusate di stregoneria anche persone giovani, benestanti, fisicamente sane e perfettamente inserite nell'ambito sociale di provenienza. Ciascuna differenziazione dipende dallo specifico contesto storico, culturale, politico, religioso ed economico, ma in linea di massima la strega è sempre colei che si distingue dalle persone che la circondano e che non si adatta interamente al modo di vita e alle regole del gruppo sociale di appartenenza<ref>Una delle opere più rappresentative dell'incontro tra storiografia e scienze sociali è il volume ''La stregoneria. Confessioni e accuse nell'analisi di storici e antropologi'', a cura di Mary Douglas, Einaudi, Torino, 1980. Gli storici Keith Thomas e Alan Macfarlane, presenti nel libro curato dalla Douglas con uno scritto ciascuno, nelle loro opere principali hanno analizzato approfonditamente i rapporti tra le streghe e gli abitanti dei loro villaggi nell'Inghilterra cinque-seicentesca (cfr. K. Thomas, ''La religione e il declino della magia. Le credenze popolari nell'Inghilterra del Cinquecento e del Seicento'', Mondadori, Milano, 1985; A. Macfarlane, ''Witchcraft in Tudor and Stuart England. A regional and comparative study'', Routledge & Kegan Paul, London, 1970). Si segnalano inoltre: Julio Caro Baroja, ''Le streghe e il loro mondo'', Pratiche editrice, Parma, 1994, che analizza la strega in chiave storico-psicologica, e Gregory Zilboorg, ''The Medical Man and the Witch during the Renaissance'', Johns Hopkins University Press, Baltimore, 1935, saggio che si avvale della moderna psichiatria per indagare la personalità degli inquisitori e delle streghe.</ref>.