Boasi: differenze tra le versioni

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Mi pare che non sono stato il solo ad aver fatto presente l'ingiusto rilievo di quelle sezioni :-)
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La presenza di una casaccia è registrata a Boasi nel XVI secolo. Salirono a tre le realtà sociali religiose operanti a Boasi alla fine del XVIII secolo: la confraternita della Santissima Trinità, la compagnia Nostra Signora del Rosario e la compagnia Sant’Antonio da Padova.<ref>Anita Ginella, Le confraternite della Valbisagno tra Rivoluzione e Impero (1797-1811) Atti della Società Ligure di Storia Patria Nuova Serie XXIII (XCVII) Fasc. II, Genova, Linotipia-Stamperia Brigati-Carucci, Luglio-Dicembre 1983, p. 310</ref> Tra il 1797 e il 1799 una confraternita spese tutti i suoi soldi per acquistare la campana della chiesa del villaggio. Nel 1812 un censimento del Primo Impero Francese non rilevò la presenza di cappelle religiose private.
 
===Associazioni===
Il 7 marzo 1915 venne fondato da alcuni abitanti di Boasi il dopolavoro “Club Stampalia”, un'associazione a scopo ricreativo e di mutuo soccorso. In caso di malattia ogni socio era assistito ogni sera a turno da due soci, che sempre a turno dovevano aiutare l’ammalato nel disbrigo dei lavori campestri.<ref>Statuto dopolavoro "Club Stampalia"</ref> Il primo presidente del club fu Emanuele Boasi.
 
Il primo gennaio 1950 a Boasi venne aperta la sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti e Reduci per riunire chi aveva combattuto nella Prima Guerra Mondiale, nella Seconda Guerra Mondiale e nella Resistenza. I presidenti furono: Virgilio Fossa per due mandati, 1950-1954 e 1961-1964, Mario Fossa dal 1954 al 1959, Luigi Fossa dal 1959 al 1961, Dante Boasi dal 1964 al 1972.<ref>Archivio Ancr Boasi custodito presso Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea</ref>
 
Il 30 aprile 1967 un gruppo di abitanti del villaggio fondò il “Consorzio Rurale Boasi” per il miglioramento fondiario. Il primo presidente fu Ottorino ‘Ettore’ Boasi.<ref>Atto costitutivo del consorzio rurale di Boasi firmato il 30 aprile 1967 davanti al notaio Remo Berruti</ref>
 
== Cultura ==
===Fitoterapia===
La studiosa Esa Bertagnon nel 1955 in una ricerca descrisse la tradizione fitoterapica sviluppatasi a Boasi nel corso dei secoli.<ref>{{Cita libro|titolo=Esa Bertagnon, Sulla flora medicinale della Liguria, Usi tradizionali dell’Alta Fontanabuona, Atti dell’Accademia Ligure di Scienze e Lettere, volume 11, Genova, Accademia Ligure di Scienze e Lettere, 1955, pp. 201-214}}</ref> Si narra che nel XIII secolo Papa Bonifacio VIII chiese aiuto all’alchimista Anselmo d’Incisa per essere curato. Nel 1892 il parroco-medico di Boasi don Antonio Dondero venne processato e condannato al pagamento di una multa dal Tribunale di Genova per aver assistito alcune persone attraverso la fitoterapia.<ref>Anonimo, La condanna di un prete, Gazzetta Piemontese, 9-10 febbraio 1892, p. 2-3</ref> L’ultimo protagonista di questa tradizione fu il parroco-medico di Boasi don Luigi Rosasco, prete del villaggio dal 1934 al 1968, aveva trasformato il piano terra della canonica della chiesa in una sorta di studio medico, dove malati d’ogni dove si recavano a chiedere consiglio.<ref>F.D., I fedeli bloccano un parroco in canonica da due settimane, La Stampa, 20 luglio 1968, p. 15</ref>
 
== Geografia antropica ==