Elezioni politiche in Italia del 1948: differenze tra le versioni

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== Campagna elettorale ==
Terminata l'esperienza al governo, e divenuto evidente che l'[[Italia]] guidata da [[Alcide De Gasperi]] puntava sull'Occidente e al [[Patto Atlantico]], PCI e PSI decisero di fondare un'alleanza elettorale, presentando liste comuni: nacque così il [[Fronte Democratico Popolare]]. Durante il Congresso socialista del 1918 gennaio 1948, [[Sandro Pertini]] sostenne che la lista unica socialcomunista fosse un errore, poiché il partito sarebbe diventato un vassallo del PCI: nella successiva votazione il Congresso socialista si pronunciò a favore del Fronte (con una maggioranza del 99,43%)<ref name="MontanelliCervi"/> e delle liste uniche con i comunisti (favorevole il 66,78%)<ref name="MontanelliCervi"/>. L'ala «destra» del PSI si unì al [[Partito Socialista Democratico Italiano|Partito Socialista dei Lavoratori Italiani]] (nato dalla «scissione di Palazzo Barberini» nel 1947) a formare la lista [[Unità Socialista]] (su 115 deputati dell'Assemblea Costituente, 52 si schierarono con il PSLI)<ref name="MontanelliCervi"/>, mentre liberali e qualunquisti si unirono nel [[Blocco Nazionale]].
 
La contrapposizione tra DC e FDP creò una sorta di bipolarismo che rispecchiava fedelmente la divisione politica internazionale: la [[guerra fredda]] appena esplosa, infatti, e la divisione del mondo in sfere d'influenza ebbero una grossa ripercussione sulle elezioni italiane. L'unione socialcomunista avvenne nel momento in cui l'[[Unione Sovietica|URSS]] pretendeva che i partiti comunisti occidentali acclamassero il lavoro dell'[[Armata Rossa]] nell'[[Europa orientale]]: puntualmente, PCI e PSI applaudirono le persecuzioni attuate in [[Cecoslovacchia]] da [[Klement Gottwald]], in collaborazione con il Ministro dell'Interno Nocek, successivamente al [[Colpo di Stato in Cecoslovacchia del 1948|colpo di Stato di febbraio]]<ref name="MontanelliCervi"/>.