Io sono colui che sono: differenze tra le versioni

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== Significato della frase ==
''Hayah'' significa "esistito/esistette" o "era/fu" in [[ebraico]]; "ehyeh" è la prima persona singolare dell'imperfetto e viene usualmente tradotta nelle Bibbie italiane con "Io sono" (o "Io sarò" o "Io mostrerò d'essere").<ref>Per esempio, in {{passo biblico2|Esodo|3,12}}</ref> ''Ehyeh asher ehyeh'' letteralmente si traduce con "Io sarò ciò che sarò", con le conseguenti implicazioni teologiche e mistiche della tradizione ebraica.
 
Stando alle regole della grammatica ebraica, la forma verbale utilizzata in ebraico è traducibile col tempo passato, presente e futuro, indicando una verità ''a''temporale, che non nasce, non muta e non muore. Tale è Dio, ad eccezione dell'Incarnazione, Passione, Morte e Resurrezione di Gesù Cristo Dio. È quindi stata proposta la traduzione «io sono colui che c’era, che c’è e che ci sarà», cioè «io sono colui che è sempre presente», «io ci sono». Dio si rivela come un Dio personale, (Dio di Abramo, Isacco, Giacobbe), continuamente presente nella storia accanto all’uomo<ref>{{cita web | autore =Marco Giraldi (teologo) | url = https://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Io-sono-colui-che-sono-perche-Dio-si-presenta-cosi | titolo = «Io sono colui che sono»: perché Dio si presenta così? | data = 23 Ottobre 2016 | lingua = it | sito = toscanaoggi.it | urlarchivio = http://web.archive.org/web/20180215103134/https://www.toscanaoggi.it/Rubriche/Risponde-il-teologo/Io-sono-colui-che-sono-perche-Dio-si-presenta-cosi | dataarchivio = 15 Febbraio 2018 | urlmorto = no}}</ref>.
 
Gli Scolastici utilizzavano la locuzione latina ''[[nunc stans]]'', per indicare l'Eterno Presente:
* presente a sè stesso: come immutabile coscienza e amore di un essere immutabile,
* presente all'altro-da-sè: come amore e coscienza immutabile da e verso il [[prossimo]] che diviene Suo figlio.
 
La traduzione al tempo futuro indica che "la fine è il fine", che solo alla fine del tempo e nel Giudizio Università Dio è compiuto sulla terra, ed è realmente e pienamente colui che da sempre è nei cieli. <br />
Solo all'ultimo istante del tempo futuro è nota e percorsa tutta la via (la storia come piano salvitico di Dio per l'uomo); è rivelata tutta la verità, solo alla fine la vita è eterna e perfetta in unità con Dio con un [[risurrezione della carne|corpo resuscitato]], immortale e incorruttibile.
 
Tuttavia, nella maggior parte delle Bibbie in italiano, questa frase è resa come ''Io sono colui che sono''.<ref>I [[Tempo (linguistica)|tempi verbali]] in [[ebraico]] denotano l'azione e non la temporalità: il [[perfetto|tempo prefetto]] indica un'azione completata, e l'"imperfetto" denota un'azione incompleta. Così, il tempo [[imperfetto indicativo|imperfetto]] può essere tradotto come presente o futuro, e ciò può causare problemi nella traduzione.<br />