Hailé Selassié: differenze tra le versioni

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|Nazionalità = etiope
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato ''[[negusnegher neghestinegher]]'' e ultimo [[imperatore d'Etiopia]] dal [[1930]] al [[1936]], e dal [[1941]] al [[1974]]
}}
Era l'erede della [[dinastia Salomonide]], che secondo la tradizione avrebbe origine dal [[re Salomone]] e dalla [[regina di Saba]]. Quando l'[[Impero d'Etiopia]] [[Guerra d'Etiopia|fu invaso e conquistato]] dall'[[Italia fascista]] nel [[1936]], scelse l'esilio volontario fino al [[1941]], quando il [[Regno Unito]] conquistò l'[[Africa Orientale Italiana]] e riconsegnò il trono al ''negusnegher''. Verrà nuovamente detronizzato nel [[1974]], quando [[Menghistu Hailè Mariàm]] rovesciò l'impero e trasformò l'[[Etiopia]] in uno [[Stato socialista]].
 
== Biografia ==
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Nell'antico testo sacro etiope ''[[Gloria dei Re]]'', la [[Regina di Saba]] (ovvero d'[[Etiopia]]) chiamata Machedà incontrò [[re Salomone]] (evento descritto anche nella Bibbia, 1 Re 10; 2 Cr 9), ed ebbero assieme un figlio, il primogenito, incoronato re con il titolo di [[Menelik I]]. Da questo sovrano, attraverso 224 generazioni discenderebbe Hailé Selassié. Secondo la tradizione etiope, seguendo la linea monarchica di discendenza diretta, il duecentoventicinquesimo erede del trono è l'ultimo re dei re.
 
Figlio di [[Maconnèn Uoldemicaèl|ras Maconnèn Uoldemicaèl]] e cugino del [[negusnegher]] [[Menelik II d'Etiopia]], Hailé Selassié cresce tra la corte imperiale e quella paterna, diventando amministratore e governatore di [[Harar]] all'età di 13 anni. Inoltre, dall'età di 6 anni, ricevette una educazione mista, sia da parte del clero copto, che da un missionario gesuita francese, imparando a padroneggiare bene diverse lingue straniere (in particolare il francese e l'arabo). Divenne anche un lettore compulsivo, dagli ampi interessi. Nel [[1906]] si sposa con [[Menen Asfaù]].
 
Inizialmente è considerato come il possibile successore di suo cugino Menelik, ma il trono va al presunto [[Islam|musulmano]] [[titoli nobiliari etiopi|ligg]] [[ligg Iasù|Iasù V]] (la conversione all'islam di Iasù fu sempre negata però dall'interessato, che ha accusato l'imperatrice Zauditù di aver ordito una congiura ai suoi danni usando come scusa le origini islamiche della sua famiglia). Selassié, nel 1916, partecipa ad un colpo di stato, ordito con il pretesto di impedire ad un musulmano di regnare sul cristianissimo regno di Etiopia, e lo fa deporre, diventando [[reggente]] durante il regno dell'imperatrice [[Zauditù d'Etiopia|Zauditù]]. Il colpo ebbe l'appoggio entusiasta di Francia, Italia e Regno Unito, perché, durante la grande guerra, Iasù aveva dimostrato diversi contatti con l'Austria Ungheria e la Turchia; ma fu ben accolto anche dalla popolazione, poiché il precedente imperatore aveva una fama di persona incline alla crudeltà e ad una vita di eccessi sessuali, ben poco consona con la tradizione delle élite aristocratiche etiopiche. Il successo del colpo di stato ad Addis Abeba fece riscontro ad una guerra nelle campagne, particolarmente acuta nel 1916-1917, ma che continuò, con alti e bassi, fino al 1924.
 
Durante la reggenza promuove la modernizzazione del Paese e nel [[1923]] ottiene l'ingresso dell'Etiopia nella [[Società delle Nazioni]], primo Paese [[africa]]no a farne parte. Nel [[1924]] è in visita ufficiale in [[Italia]] e in [[Vaticano]], oltre che in diversi altri paesi europei (Francia, Svezia e Gran Bretagna gli tributeranno grandi onori). Viene dapprima incoronato [[negusnegher]] neghestinegher (re dei re) nel [[1928]] e, alla morte dell'imperatrice, diventa [[imperatore]] il 2 novembre [[1930]] assumendo il nome di Hailé Selassié, che significa "Potenza della Trinità". Nel 1930 vara la prima costituzione etiopica (che stabilisce per l'imperatore ampissimi poteri, ma si ispira per molti versi alla costituzione giapponese del 1889) nel [[1931]] crea un primo [[senato]] di notabili e successivamente fonda l'[[Università di Addis Abeba]].
 
Tutto il periodo tra il 1916 e il 1930 venne utilizzato per modernizzare il paese in senso accentratore e occidentalizzante, anche se con grandissima cautela (per evitare le rotture con l'aristocrazia e il clero tradizionalisti), cercando di sostituire il feudalesimo e il sistema schiavista in vigore con una forma più moderna e liberale di governo, oltre ad adeguare il sistema economico all'industrializzazione. I risultati (soprattutto economici), anche per la scarsità di capitali, non furono esaltanti, ma l'amministrazione pubblica nel 1930 era decisamente più efficiente, scelta anche in base al merito e non solo alla nascita, e dotata di funzionari e diplomatici di riprovata capacità e cultura. Inoltre la situazione internazionale del regno era enormemente migliorata, ed erano state in buona parte rintuzzate le mire imperialistiche della Gran Bretagna sulla regione del lago Tana.
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Dopo gli iniziali successi italiani, in dicembre prova a ribaltare la situazione lanciando l'offensiva di Natale, che però si esaurisce nel gennaio [[1936]] senza ottenere risultati di rilievo. Qualche settimana dopo la sconfitta di [[ras Immirù]], Selassié raduna la propria guardia imperiale e muove verso nord, incontro all'esercito italiano. Le due armate si scontrano nella conca di [[Battaglia di Mai Ceu|Mai Ceu]]. All'alba del 31 marzo gli abissini attaccarono gli alpini ma vengono bloccati e infine respinti. La battaglia terminò con perdite in entrambi gli schieramenti e fu chiaro che per Hailé Selassié si trattasse di una grave sconfitta, conseguentemente egli ordinò la ritirata verso [[Dessiè]]. Badoglio valutò le perdite etiopiche in circa 8.000 caduti (in parte durante il successivo inseguimento, in cui si distinse particolarmente la Regia Aeronautica, con bombardamenti convenzionali, mitragliamenti ed attacchi con l'iprite), mentre quelle italiane ammontavano a 68 ufficiali, 332 soldati nazionali e 873 ascari eritrei.
 
Quella di Mai Ceu fu l'ultima grande battaglia in cui un imperatore in carica condusse e guidò di prima persona il suo esercito, mentre nei giorni precedenti (il 15 febbraio 1935) Hailé Selassié fu il primo (e unico) imperatore ad abbattere un aereo (manovrando un cannoncino contraereo Oerlikon da 20&nbsp;mm)<ref>cfr. Angelo del Boca, Il negusnegher, Laterza, Bari, 1995-2007, pp.&nbsp;143</ref>. In verità Selassie condusse di persona il suo esercito in altre occasioni, sia in precedenza (come ad Anchem, contro i partigiani del precedente imperatore e contro alcuni ribelli), sia in seguito durante le operazioni di riconquista dell'Etiopia nella seconda guerra mondiale, tuttavia non ebbe la fama di grande guerriero, come i suoi avi (in particolare Menelik e Jhoannes IV), perché non vinse mai una battaglia risolutiva, {{Senza fonte|anche se dimostrò spesso grande coraggio personale e fermezza morale}}.
 
La difesa di Addis Abeba e del sud del paese si presentava allora molto critica, anche perché il grosso dell'esercito etiopico era stato colpito duramente, soprattutto dall'aviazione e dall'artiglieria italiana, con l'uso di gas (Iprite o gas mostarda e Fosgene) contro cui gli etiopi non potevano opporre che alcune centinaia di vecchie maschere anti gas, per altro non sempre funzionanti. Si decise di non difendere la capitale e di far fuggire l'imperatore dal paese anche per timore di vedere la città completamente distrutta dall'aviazione.
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== Il culto di Hailé Selassié nel rastafarianesimo ==
[[File:Tomb of Haile Selassie (7492159402).jpg|upright=0.6|thumb|Tomba di Hailé Selassié, nella [[Cattedrale della Santissima Trinità (Addis Abeba)|cattedrale della Santissima Trinità]] ad [[Addis Abeba]]]]
L'ultimo negusnegher è considerato dagli aderenti al [[rastafarianesimo]], movimento politico-religioso sorto intorno al 1930 tra la popolazione nera della Giamaica e incentrato sulla figura dell’imperatore d’Etiopia,<ref>{{Treccani
|rastafarianesimo/
|Rastafarianesimo
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|data =
|citazione =
}}</ref> il nuovo [[Messia]] e la seconda [[Incarnazione (cristianesimo)|incarnazione]] di [[Gesù]]. Il rastafarianesimo accetta tutti i dogmi del [[chiesa ortodossa etiope|cristianesimo ortodosso etiope]], il credo che il ''negusnegher'' ha sempre praticato nella sua vita. È una delle religioni praticate soprattutto nelle [[isole caraibiche]] ed in particolare in [[Giamaica]], ed è famosa per essere stata veicolata nella musica [[reggae]] (della quale il maggior esponente è stato [[Bob Marley]]), per il ricorso alla [[marijuana]] per [[Uso medico della cannabis|uso medico]] e [[meditazione|meditativo]], per i [[dreadlocks|dreadlock]] e per l'uso, nell'abbigliamento, dei colori della [[Bandiera dell'Etiopia|bandiera etiope]] ([[rosso]], [[giallo]], [[verde]]).
 
Tra i seguaci di questo movimento Hailé Selassié è considerato [[Gesù|Gesù Cristo]] stesso ritornato in [[Gloria (religione)|gloria]] per regnare con un Nome Nuovo, l'incarnazione di [[JHWH|Jah]], il Dio supremo, venuto sulla terra per liberare le nazioni dal male [[nazifascismo|nazifascista]] ed ''in primis'' la popolazione nera, come profetizzato da [[Marcus Garvey]]. Il nome del movimento Rastafari deriva dal nome di battesimo dell'Imperatore ''Ras Tafarì'', che in [[lingua amarica]] significa "Capo da temere". Selassié concesse delle terre (le terre di [[Sciasciamanna]]) per il rimpatrio dei giamaicani Rastafari.
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<references/>
== Bibliografia ==
* Angelo Del Boca, ''Il NegusNegher. Vita e morte dell'ultimo Re dei Re'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Bari 1995, ISBN 88-420-4697-3.
* Lorenzo Mazzoni, ''Haile Selassie I - Discorsi scelti 1930-1973'', [[Stampa Alternativa]] / Nuovi Equilibri, 2011, ISBN 978-88-6222-159-7.
* [[Ryszard Kapuściński]], ''Il NegusNegher. Splendori e miserie di un autocrate'', [[Feltrinelli]], 1978, ISBN 978-8807817427
 
== Voci correlate ==