Gaetano Donizetti: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m Annullate le modifiche di 79.36.121.91 (discussione), riportata alla versione precedente di Dr Zimbu
Etichetta: Rollback
Riga 31:
[[File:Gaetano Donizetti Kriehuber.jpg|thumb|upright|Gaetano Donizetti in una litografia di [[Josef Kriehuber]], del [[1842]]]]
Conclusa l'esperienza veneziana, il compositore fu a Roma, presso l'impresario Paterni, come sostituto del Mayr. Sul [[libretto]] poco felice del Merelli (il Donizetti lo avrebbe definito "una gran cagnara"), scrisse la ''[[Zoraida di Granata]]'', che sarebbe comunque stata riveduta due anni dopo, con l'aiuto del Ferretti. Al termine dell'opera si recò a [[Napoli]], per sovrintendere all'esecuzione dell'''[[Atalia (Mayr)|Atalia]]'' del Mayr, [[oratorio (musica)|oratorio]] diretto da [[Gioachino Rossini]].
 
In seguito alla fuga del direttore con la [[Isabella Colbran|Colbran]], l'impresario Barbaja assunse il Donizetti, che esordì il 12 maggio del [[1822]] con ''[[La zingara (opera)|La zingara]]'', opera semiseria su libretto del Tottola. In sala era presente [[Vincenzo Bellini]], che rimase ammirato dalla scrittura contrappuntistica del settimino, ma che in seguito non ricambiò la stima profonda che il Donizetti aveva per lui.
 
Questo periodo fu caratterizzato dalle numerose [[farsa (genere operistico)|farse]]. ''[[La lettera anonima]]'', andata in scena nel giugno del 1822 al [[Teatro del Fondo]], attirò l'attenzione della critica, che apprezzò la padronanza con cui il Donizetti aveva affrontato il genere buffo napoletano.
 
Il contratto col Barbaja lo impegnò per quattro opere l'anno. Sùbito dopo la rappresentazione dell'''[[Alfredo il Grande (opera)|Alfredo il Grande]]'', egli mise mano al ''Fortunato inganno'', [[satira]] teatrale ispirata ai precedenti di [[Benedetto Marcello]] (''Il teatro alla moda'', [[1720]]) e di [[Carlo Goldoni]] (''Il teatro comico'', [[1750]]), che fu per il Donizetti un esercizio preparatorio per ''Le convenienze e le inconvenienze teatrali'', del [[1827]], in parte già accennato anche nel personaggio di Flagiolet della ''Lettera anonima''.
 
Il libretto di quest'opera fu il primo che il Donizetti scrisse da sé. Il compositore aveva avuto un periodo di crisi, che superò grazie alla collaborazione di [[Jacopo Ferretti]], il quale lo aiutò a delineare uno stile personale. L'amicizia e la collaborazione professionale col Ferretti durarono a lungo, destando in lui il gusto per la parola e rassicurandolo sulla possibilità di scrivere libretti anche da sé.
 
Negli stessi anni dovette preoccuparsi del mantenimento della moglie Virginia, sposata nel [[1828]], ed ebbe il dolore della perdita del figlio primogenito. La produzione fu talvolta un po' convenzionale.
 
=== Gli anni trenta e i primi capolavori ===