Giovanni I Chiaramonte: differenze tra le versioni

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|Soprannome =
|Data_di_nascita =
|Nato_a = [[Agrigento|Girgenti]]
|Data_di_morte = [[1339]]
|Morto_a = [[Palermo]]
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}}
== Biografia ==
Nacque presumibilmente nella seconda metà del [[XIII secolo]] a [[Agrigento|Girgenti]]<ref>{{cita web|autore= A. Carisi|url=https://www.agrigentoierieoggi.it/chiaramonte-monastero-santo-spirito-agrigento/?cn-reloaded=1|titolo=I Chiaramonte e il monastero di Santo Spirito di Agrigento|accesso=29-12-2018}}</ref>, da Federico, signore di Sutera, e da Rosalia Prefoglio, detta ''Marchisia'', rampolla di una potente famiglia nobile girgentina di rango comitale.<ref>{{cita libro|autore=S. Biondi|titolo=La donna nella storia di una città: Agrigento|opera=Il femminile tra Oriente e Occidente: religioni, letteratura, storia, cultura|editore=Città Nuova Editrice|anno=2005|pp=235-238}}</ref>
 
Prese parte alle [[Guerre del Vespro]] in Sicilia, in cui appoggiò l'iniziativa militare di [[Federico III di Sicilia|Federico d'Aragona]] contro il passaggio dell'isola agli [[Angioini]] - favorito dalla rinuncia fatta dal fratello il re [[Giacomo II di Aragona]] al [[Trattato di Anagni]] - che nel 1296 sarebbe stato incoronato [[Re di Sicilia]]. Tra l'ottobre 1298 e il febbraio 1299, le truppe del Re Giacomo assediarono vanamente [[Siracusa]], la cui difesa era affidata al Chiaramonte; nel 1300 partecipò alla spedizione navale contro le coste del Regno comandata dal genovese [[Corrado Doria]], a capo di trentadue galee, in cui la flotta siciliana il 4 luglio fu sconfitta nei pressi dell'[[Isola di Ponza]] da quella angioina comandata dall'ammiraglio [[Ruggiero di Lauria]]. In quella circostanza il Chiaramonte fu fatto prigioniero dai nemici assieme al Doria e ad altri nobili siciliani come [[Palmiero Abate]], Enrico d'Incisa, Pellegrino di Patti, e altri.<ref>{{cita|Inverges|p. 234}}</ref> Successivamente liberato, nel 1301 partecipò ad un'altra spedizione navale formata da ventisette galee, e fatto nuovamente prigioniero, venne subito liberato attraverso uno scambio con il cavaliere napoletano Bartolomeo Siginolfo, catturato dai siculo-aragonesi.<ref>{{cita|Inverges|pp. 234-235}}</ref><ref>{{cita|Oddo|p. 10}}</ref>