Aghlabidi: differenze tra le versioni

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Nel [[765]] al-Aghlab fu incaricato dal [[califfo]] abbaside [[al-Mansur|al-Manṣūr]] di combattere i [[Kharigismo|kharigiti]] [[ibaditi]], diventando ''[[Wali (governatore)|wālī]]'' (governatore) d'Ifrīqiya, ma stando alle cronache fu ucciso da una freccia nemica a [[Qayrawān]], già nel [[768]].<ref name=vanoli46>{{cita|Vanoli|p. 46.}}</ref>
 
{{sf|Suo figlio [[Ibrahim ibn al-Aghlab|Ibrāhīm]] aveva ricevuto un'ottima educazione tanto militare quanto umanistica e giuridica.}}<ref>Si veda il lemma «Ibrāhīm I» (M. Talbi), su: ''[[The Encyclopaedia of Islam]]'': «He began his education with a thorough study of fiqh and was one of the most brilliant pupils of al-Layth b. Saʿd (d. 179/795)».</ref> Giunto nel distretto dello [[Mzab]] (attuale regione dell'[[Algeria]]) poco prima del [[795]], Ibrāhīm ne fu nominato governatore, col medesimo scopo di contenere le pericolose spinte eversive kharigite che si rifugiavano nelle regioni [[maghreb]]ine più occidentali, lì dove non poteva giungere l'autorità e il braccio militare degli Abbasidi.<ref name=vanoli46/> Il [[califfo]] [[Harun al-Rashid|Hārūn al-Rashīd]] nominò poi nell'[[800]] Ibrāhīm ''amīr'' ("[[emiro]]", "comandante") dell'Ifrīqiya, con autorità civile e militare e con amplissima autonomia decisionale per stroncare una volta per tutte il fenomeno del kharigismo nelle regioni sotto la sua diretta sovranità. Tale autonomia era di norma regolata da una delega (''tafwidtafwīd''), contenente un ''ʿahd'', cioè un documento di nomina, ma spesso i margini dell'autonomia emirale erano assai ampi e compensati da un tributo. È questo il caso degli Aghlabidi, che in questo contesto, pur fedeli agli Abbasidi, ebbero modo di mettere in piedi una vera e propria dinastia.<ref>{{cita|Vanoli|p. 47.}}</ref>
 
Per garantire la necessaria continuità d'azione, il califfo dispose dunque la possibilità che Ibrāhīm e i suoi successori designassero in piena libertà da [[Qayrawan|Qayrawān]] i loro successori, riservando a sé e ai suoi successori il [[diritto di veto]] sulle nomine, diritto che fu esercitato una sola volta, all'epoca in cui [[emiro]] diventò [[Ibrahim II degli Aghlabidi|Ibrāhīm II]] che, deposte le vesti emirali, indossò i panni del combattente dirigendosi verso la [[Sicilia]] e la "Terra Grande", trovando tuttavia la morte sotto le mura della città di [[Cosenza]].