Real Albergo dei Poveri: differenze tra le versioni

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==Cenni storici==
Nel [[1799
Nel [[1749]] [[Ferdinando Fuga]]<ref>Dopo la sua scomparsa nel 1782, i lavori furono proseguiti da [[Mario Gioffredo]] e da [[Carlo Vanvitelli]]</ref> fu chiamato a Napoli, nell'ambito [[Storia dell'urbanistica e dell'architettura di Napoli|del programma di rinnovamento edilizio]] del nuovo re [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]], con l'incarico di progettare il gigantesco ''Albergo dei Poveri'' rivolto ad accogliere le masse di poveri del [[Regno delle Due Sicilie|Regno]]. L'opera si inserisce in un contesto storico non lontano dalle finalità per le quali fu creato. Nella prima metà del XVIII secolo, infatti, Napoli fu caratterizzata dalla coraggiosa opera di rinnovamento del ministro [[Bernardo Tanucci]], con i decreti sull'abolizione del [[feudalesimo]] e dei [[Beneficio ecclesiastico|privilegi ecclesiastici]], e dei primi vagiti dell'[[Illuminismo in Italia|illuminismo napoletano]], tra i quali si annoverano [[Antonio Genovesi]] e [[Ferdinando Galiani]].
 
 
Nel [[1749]] [[Ferdinando Fuga]]<ref>Dopo la sua scomparsa nel 1782, i lavori furono proseguiti da [[Mario Gioffredo]] e da [[Carlo Vanvitelli]]</ref> fu chiamato a Napoli, nell'ambito [[Storia dell'urbanistica e dell'architettura di Napoli|del programma di rinnovamento edilizio]] del nuovo re [[Carlo III di Spagna|Carlo III di Borbone]], con l'incarico di progettare il gigantesco ''Albergo dei Poveri'' rivolto ad accogliere le masse di poveri del [[Regno delle Due Sicilie|Regno]]. L'opera si inserisce in un contesto storico non lontano dalle finalità per le quali fu creato. Nella prima metà del XVIII secolo, infatti, Napoli fu caratterizzata dalla coraggiosa opera di rinnovamento del ministro [[Bernardo Tanucci]], con i decreti sull'abolizione del [[feudalesimo]] e dei [[Beneficio ecclesiastico|privilegi ecclesiastici]], e dei primi vagiti dell'[[Illuminismo in Italia|illuminismo napoletano]], tra i quali si annoverano [[Antonio Genovesi]] e [[Ferdinando Galiani]].
[[File:Fuga alto.jpg|thumb|left|Albergo dei Poveri: veduta aerea]]
L'opera rimase incompiuta per cui la sua mole (oltre 100.000&nbsp;m² di superficie utile) rappresenta solo un quinto del progetto originale{{anchor|27}}<ref name=arbitrio>D'Arbitrio N., Ziviello L., (1999) ''Il Reale Albergo dei Poveri di Napoli. Un edifizio per le arti della città'', Napoli, Edizioni Savarese, p. [[#13|13]], [[#21|21]], [[#27|27]], [[#47|47]], [[#53|53]], {{NoISBN}}</ref>. Tra le cause della sospensione, oltre all'ingente cifra necessaria al completamento, occorre risalire alla [[Repubblica Napoletana (1799)|rivoluzione]] del [[1799]] quando [[Ferdinando I delle Due Sicilie|Ferdinando IV]] impresse una svolta in senso pragmatico rispetto a quella prettamente assistenziale decisa dal suo avo Carlo III; si decise pertanto di adottare un nuovo progetto, elaborato dall'architetto [[Francesco Maresca]], che prevedeva un numero limitato di camerate rispetto a locali più ampi dove allocare le macchine di produzione manifatturiera{{anchor|47}}<ref name=arbitrio/>.