Sestina: differenze tra le versioni

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La sestina lirica fu consacrata definitivamente come genere autonomo rispetto alla canzone da [[Francesco Petrarca]], che nel suo [[Canzoniere]] ne inserì ben 9 (tra cui una ''doppia'', composta di 12 strofe) e si diffuse in seguito in tutta Europa<ref>C. Pulsoni, Da Petrarca all'Europa: appunti sulla fortuna della sestina lirica, in Atti e memorie dell'Accademia galileiana di Scienze, Lettere ed Arti, a.a. 2010-11, vol. 123, pp. 201-17.</ref>. Fu usata da alcuni [[Umanesimo|umanisti]] come [[Leon Battista Alberti]] e la vediamo apparire nei [[canzoniere|canzonieri]] del [[XVI secolo|Cinquecento]] e [[XVII secolo|Seicento]] e nelle raccolte dell'[[Arcadia]].
Essa viene usata dai poeti [[germania|tedeschi]] [[Romanticismo|romantici]] e da [[Giosuè Carducci]] nell'[[XIX secolo|Ottocento]], e nel [[XX secolo|Novecento]] da [[Gabriele D'Annunzio]], [[Giuseppe Ungaretti]], e [[Franco Fortini]], Luigi Cerantola, dall'inglese [[Rudyard Kipling]], dagli statunitensi [[Ezra Pound]], [[Wystan Hugh Auden]] e [[John Ashbery]] e dal [[lingua catalana|catalano]] [[Joan Brossa]].
 
== Note ==