Sergej Sergeevič Prokof'ev: differenze tra le versioni

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Nel 1914 Prokof'ev uscì dal conservatorio con i migliori voti della propria classe e vinse il premio [[Anton Grigorevič Rubinštejn|Anton Rubinstein]] come miglior studente di pianoforte. Poco dopo partì per un viaggio per [[Londra]], dove conobbe [[Claude Debussy]], [[Maurice Ravel]], [[Richard Strauss]], [[Sergej Pavlovič Djagilev|Sergej Djagilev]] e [[Igor' Fëdorovič Stravinskij]]. Fu proprio con Djagilev che a Londra iniziò a comporre il suo primo balletto (''Ala e Lollij'') poi rielaborato nel 1916 nella ''Suite Scitica'', composizione carica di ritmi selvaggi con forti punti di contatto con Stravinskij.
 
Durante gli anni della [[prima guerra mondiale]] Prokof'ev ritornò al conservatorio per studiare [[Organo (strumento musicale)|organo]]. Scrisse un'opera basata sul romanzo ''[[Il giocatore (Dostoevskij)|Il giocatore]]'' di [[Fëdor Dostoevskij]], ma le prove furono turbate da continui problemi e la prima, nel 1917, venne cancellata per il verificarsi della [[Rivoluzione russa di febbraio|Rivoluzione di febbraio]], che fu salutata con gioia dal compositore. Nell'estate dello stesso anno compose la sua [[Sinfonia n. 1 (ProkovProkof'ev)|prima sinfonia]], detta ''La Classica'', composta in uno stile ispirato al [[neoclassicismo]] e a [[Franz Joseph Haydn|Joseph Haydn]]. Prokof'ev disse che se Haydn fosse stato ancora vivo l'avrebbe composta nello stesso modo, con poche varianti rispetto al suo stile. Dopo un breve soggiorno con sua madre a [[Kislovodsk]], nelle montagne del [[Caucaso]] e un'esecuzione del 1915 a [[Roma]] al [[Teatro Augusteo]] del suo ''Secondo concerto per pianoforte e orchestra'', tornò nel 1918 a [[San Pietroburgo|Pietrogrado]], deciso a lasciare almeno temporaneamente la [[Russia]]. Nel 1918, all'età di 27 anni, lasciò quindi la sua terra natale e cominciò a viaggiare in [[Europa]] e in [[America]].
 
[[Parigi]], [[Londra]] e [[Chicago]] furono per lui tappe fondamentali, che influenzarono fortemente la sua maturazione artistica. Il suo ritorno nell'[[Unione Sovietica]] avvenne nel 1923, quando volle partecipare alla trasformazione sociale e culturale del paese, dove tuttavia venne accusato dall'apparato burocratico di [[Iosif Stalin|Stalin]] di formalismo. Nonostante questo inconveniente, Sergej, continuando a elaborare la sua prodigiosa tecnica, divenne uno dei massimi artisti che la scuola russa avesse prodotto in quel periodo. La sua musica piaceva perché ironica, talvolta sarcastica, ma soprattutto istintiva e ritmicamente travolgente.