Filippo Juvarra: differenze tra le versioni
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Formatosi inizialmente in Sicilia, parzialmente da autodidatta, la sua prima opera architettonica fu il completamento, nel [[1703]], della [[Chiesa di San Gregorio (Messina)|Chiesa di San Gregorio]], oggi scomparsa, per la quale progettò la sistemazione interna comprendente la realizzazione del coro e dell'altare maggiore<ref>F. Lenzo, ''Filippo Juvarra a Messina: La chiesa di san Gregorio'', in "''Annali di architettura''", n
== Biografia ==
=== Giovinezza ===
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Filippo Juvarra nacque il 7 marzo 1678 nella città di [[Messina]], figlio di Pietro ed Eleonora Tafurri (o Tafuris), sposata in seconde nozze nel 1668 dopo la morte della prima moglie Caterina Donia.<ref name=GM>{{cita|Molonia||GM}}.</ref>
La formazione del giovane Filippo avvenne, nell'ambito artistico messinese, sotto la guida del padre, di professione argentiere<ref>
[[File:Carlo Fontana.jpg|thumb|Ritratto dell'architetto [[Carlo Fontana]], maestro di Juvarra]]
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Tra il 1724 e il 1726 Juvarra costruì la propria casa studio, in via San Domenico, su un terreno donatogli dal Re. Nel dicembre 1724, invece, si recò a [[Roma]], dove progettò, probabilmente per conto del cardinale [[Annibale Albani]], il Palazzo dei Concavi; questo progetto, presentato in ben quattro varianti difficilmente attuabili, non ebbe esito, ma arrecò a Juvarra la carica onorifica di architetto della Fabbrica di San Pietro, titolo assegnato in precedenza al Bernini e a [[Carlo Fontana]].<ref name=TM/>
[[File:PalazzinaStupinigi12.JPG|thumb|Esterno della palazzina di caccia di Stupinigi]]
Ritornato a Torino, lo Juvarra lavorò a un radicale riassetto urbanistico della zona dei «palazzi di comando», dove intervenne con la costruzione del palazzo degli Archivi di corte (1731) e con la ristrutturazione degli interni dell'Accademia militare (1726-27, 1730-31), del Palazzo Reale (1730-32) e del Palazzo Reale vecchio (1731). Allo stesso periodo risalgono la sistemazione della contrada di Porta Palazzo (1729-32), l'esecuzione del palazzo del conte Richa di Covassolo (1730) e la realizzazione della facciata del palazzo del conte Roero di Guarene (1730). Accanto a questi progetti, inoltre, Juvarra proseguì l'intenso rapporto dialettico con le residenze regie urbane ed extraurbane con la realizzazione ''ex novo'' della [[Palazzina di caccia di Stupinigi|palazzina di Stupinigi]], villa di caccia e palinsesto adatto alla celebrazione dei piaceri della corte; l'edificio è caratterizzato dalla presenza di un salone ellittico centrale dal quale si irraggiano quattro corpi di fabbrica diagonali. Nello stesso periodo, nel campo dell'architettura religiosa vanno segnalate la [[Chiesa di Sant'Andrea (Chieri)|chiesa di Sant'Andrea a Chieri]], oggi scomparsa, gli altari della Sainte-Chapelle nel [[castello di Chambéry]] (1726-27), di San Francesco di Sales nella chiesa della Visitazione (1730) e di San Giuseppe nella chiesa di Sant'Andrea a Savigliano (1728-33), e gli altari maggiori del [[santuario della Consolata]] (1729) e della [[Chiesa dei Santi Martiri (Torino)|chiesa dei Santissimi Martiri]] (quest'ultimo mai eseguito<ref>Marziano Bernardi, ''Torino - Storia e arte'', Torino, Edizioni d'arte fratelli Pozzo, 1975, p. 54.</ref>) (1730-34).<ref name=TM/>
[[File:Filippo Juvarra (workshop) Dome of Sant'Andrea in Mantua.jpg|left|thumb|Progetto per la cupola di Sant'Andrea, a Mantova (circa 1733)]]
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