Carlo VII di Francia: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
=== Il re senza corona ===
 
Carlo era l'undicesimo dei figli di [[Carlo VI di Francia]] e [[Isabella di Baviera]], ma a parte lui nessuno dei maschi poté raggiungere la maggiore età. Nella sua giovinezza Carlo è ricordato per il coraggio e una certa inclinazione al comando; una volta divenuto [[Delfino (onorificenza)|Delfino]] condusse un esercito contro gli inglesi, tuttavia nel [[1421]] due eventi dovettero spezzare la sua fiducia in se stesso. Già l'anno precedente, il 21 maggio [[1420]], il padre, che pare avesse un'infermità mentale, firmò con [[Enrico V d'Inghilterra]] il [[Trattato di Troyes]], che accordava la corona francese a Enrico V e discendenti se questi avesse sposato una delle figlie di Carlo VI; così la corona francese alla morte di Carlo VI fu accordata a [[Enrico VI d'Inghilterra]] figlio del defunto Enrico V, marito di [[Caterina di Valois]].
 
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=== 1429-1431: Giovanna d'Arco e la riscossa ===
 
Il 1429 portò dei cambiamenti, la città di [[Orléans]] era sotto assedio sin dall'ottobre precedente e il reggente inglese, [[Giovanni di Lancaster, I duca di Bedford|Giovanni di Lancaster]], zio del re, stava avanzando nel Ducato di Bar governato da [[Renato D'Angiò|Renato d'Angiò]], cognato di Carlo. I signori di Francia ancora fedeli a Carlo e l'esercito iniziavano ad essere disperati perché la situazione andava facendosi insostenibile. Nel frattempo nel villaggio di Domrémy (oggi: Domrémy-la-Pucelle) una ragazzina di nome Giovanna d'Arco iniziò a credere di avere una missione divina da compiere, comunicatale da ''voci'' celestiali, prima fra tutte quella dell'[[Arcangelo Michele]]. Ella si recò a Vaucouleurs chiedendo una scorta per recarsi a [[Chinon]], presso la corte del re. Il capitano, Robert de Baudricourt, acconsentì solo alla terza udienza e, all'inizio di marzo, la ragazza giunse al castello di Chinon dopo un viaggio di undici giorni.
 
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=== La riconquista: 1431-1453 ===
 
La figura di Giovanna d'Arco non fu però la sola molla decisiva per il riscatto della nazione francese. Concorsero difatti molti fattori diversi nel favorire il risollevamento del fragile potere di Carlo VII: le lotte di potere in seno al Consiglio di Reggenza per il decenne [[Enrico VI d'Inghilterra]] indebolirono il coordinamento delle manovre militari inglesi sul continente; la creazione delle prime bombarde ad opera di [[Jean Bureau]] erano in grado di attaccare le mura e di disperdere le truppe sui campi di battaglia; il raffreddamento dei rapporti tra Inghilterra e Borgogna. Infatti, nel 1435, Carlo e [[Filippo III di Borgogna]] firmarono il [[Trattato di Arras (1435)|Trattato di Arras]] che riportò francesi e borgogoni a combattere dalla stessa parte contro gli inglesi. Una volta fatto questo in Francia non restava nessun principe del sangue disposto a riconoscere Enrico VI quale loro sovrano. Le conseguenze di tale cambio di rotta politico-militare si fecero già vedere a partire dall'anno successivo. Nell'aprile 1436<ref>''Storia Universale, IV.Il Basso Medioevo'', a cura di Alfredo Bosisio, pag.273</ref> Carlo riconquistò Parigi, lasciando nelle mani di Enrico VI soltanto la Normandia, Calais e la Guienna. Gli anni che andarono da quella data fino al 1440 furono terribili:
 
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Gli inglesi cercarono di giungere pertanto ad un accordo di pace, nel 1445: il giovane Enrico VI avrebbe sposato la nipote di Carlo VII, Margherita d'Angiou, ed in cambio il Maine e l'Angiò sarebbero ritornate alla corona di Francia. Normandia, Guienna e e Calais sarebbero rimaste in mano inglese. Fatto sta che la cessione dei territori non ci fu e gli anni che andarono dal 1448 al 1453 segnarono la perdita della Normandia ([[battaglia di Formigny]], 1450) e della Guienna ([[Battaglia di Castillon]], avvenuta nel luglio del 1453<ref>''Ibidem,'' pag.273</ref>), lasciando nelle mani inglesi soltanto [[Calais]] e le Isole del Canale. Uno dei motivi per cui Carlo non procedette alla conquista anche di quest'ultimo possedimento può essere ravvisato dal fatto che il 29 maggio di quell'anno, la capitale dell'Impero Bizantino, Costantinopoli, cadde nelle mani dei turchi. Lo shock dell'avvenimento avrebbe talmente scosso le coscienze religiose, da bloccare la completa riconquista del suolo francese.<ref>''Ibidem.'' Ho dedotto questa informazione dalla frase che riporto: "A far cessare la guerra concorse, quantunque in modo non determinante, la profonda commozione prodotta in tutto il mondo cristiano dalla caduta di Costantinopoli in possesso dei Turchi (29 maggio 1453)...La Francia cristiana ne risentì più degli altri paesi occidentali"</ref>
 
=== La restaurazione del potere regio:e centralizzazione del potere regio ===
Sebbene fragile, Carlo è accreditato di contribuire a creare l'[[Assolutismo monarchico|assolutismo]] francese centralizzando l'amministrazione, incluse le tasse permanenti e arbitrarie, e creando un esercito permanente.<ref>Juan de Mariana, ''A Treatise on the Alteration of Money'', p. 16, n. 2.</ref>
 
La riconquista dei territori inglesi comportò inevitabilmente anche un rafforzamento del potere regale. Il sovrano, se nei secoli precedenti era piuttosto un ''primus inter pares'' con i principi del sangue, ora poteva contare su un potere abbastanza sufficiente e su un demanio regio nettamente vasto. Difatti, la Normandia e gli altri territori strappati agli inglesi confluirono nelle proprietà del sovrano, gestite da dei funzionari (i balivi). Questa politica centralista di Re Carlo comportò però la nascita di una fronda di nobili (la ''praguerie'' del 1440<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/praguerie/ Praguerie nell'Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>), capeggiati da Carlo I di Borbone, nel tentativo di ostacolare l'ascesa del potere regale ponendo sul trono il giovane delfino [[Luigi XI, re di Francia|Luigi]]. La rivolta fu stroncata facilmente, grazie alla compattezza dell'apparato burocratico-militare.
centralista di Re Carlo comportò però la nascita di una fronda di nobili (la ''praguerie'' del 1440<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/praguerie/ Praguerie nell'Enciclopedia Treccani<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>), capeggiati da Carlo I di Borbone, nel tentativo di ostacolare l'ascesa del potere regale ponendo sul trono il giovane delfino [[Luigi XI, re di Francia|Luigi]]. La rivolta fu stroncata facilmente, grazie alla compattezza dell'apparato burocratico-militare.
 
Nel campo amministrativo, la burocrazia fu riorganizzata dall'attività di [[Jacques Cœur]], che promosse l'espansione del commercio francese in Italia e nel mediterraneo.<ref>''Il Basso Medioevo''...pag.273</ref>
 
Altra operazione di rafforzamento del potere reale fu il ristabilimento delle antiche normative [[Gallicanesimo|gallicane]]: nel 1438, per legarsi il Clero, impose a quest'ultimo il giuramento della Prammatica Sanzione, con la quale il sovrano aveva il diritto di scegliere i vescovi, lasciando poi al Papa la consacrazione. Un atto di forza che non fu ritirato e che sarà uno dei perni della politica francese fino a [[Napoleone IBonaparte|Napoleone]].
 
=== I dissidi col figlio ===
 
Gli ultimi anni del regno di Carlo vennero contraddistinti da una certa ostilità con il figlio maggiore [[Luigi XI di Francia|Luigi]] quando questo chiese maggiori poteri insieme al titolo di Delfino richiesta che il padre gli rifiutò. A seguito di questo pare che Luigi abbia tentato di destabilizzare la posizione del padre attraverso vari complotti arrivando anche a discutere aspramente con [[Agnese Sorel]] amante del padre. Quando nel [[1446]] nacque il suo ultimo figlio, anch'egli chiamato Carlo, il re spedì Luigi nel [[Delfinato]], i due non si incontrarono più e quando Carlo lo richiamò a corte il figlio preferì andare presso la corte di Borgogna arrivandovi nel [[1456]].
 
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== Bibliografia ==
* {{cita libro | cognome= Wagner| nome= John A.| titolo= Encyclopedia of the Hundred Years War| editore= Greenwood Press| città= Westport, Connecticut| anno= 2006| ISBN = 0-313-32736-X| cid = wagner}}
 
== Voci correlate ==