Palazzo Pandolfini: differenze tra le versioni

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Il palazzo fu il primo ad essere costruito in questa parte della città, considerata periferica e in parte ancora destinata all'uso agricolo, sede soprattutto di ospedali e istituzioni religiose.
 
[[ImmagineFile:Palazzo Pandolfini, dettaglio.JPG|thumb|left|Dettaglio architettonico]]
In quest'area esisteva infatti l'antico "monastero di San Silvestro", abitato da monache benedettine dette "le Santucce", che nel 1443 era così in crisi da essere arrivato a contare una sola monaca, perciò i suoi beni erano stati incamerati dal vicino [[chiesa di Sant'Agata (Firenze)|monastero di Sant'Agata]]. L'edificio era invece passato alla [[compagnia dell'arcangelo Raffaello]] e, dal [[1447]], ai frati di [[Montesenario]], i quali lo affittarono in parte (una "casa con orto") a [[Giannozzo Pandolfini]], [[Diocesi di Lucera-Troia|vescovo di Troia]] (in [[Puglia]]) di origine fiorentina. Affezionatosi al luogo, usò il suo prestigio personale per ottenere da [[papa Leone X]] una [[bolla papale|bolla]] ([[1515]], durante la visita fiorentina del papa) e un [[breve papale|breve]] ([[1520]]) che permettesse di vendere i beni ecclesiastici su via San Gallo (che appartenevano alla [[diocesi di Firenze|diocesi]]) a patto che fosse mantenuto il luogo consacrato dell'oratorio, che infatti venne inglobato nel palazzo come cappella privata, sebbene dotata anche di un ingresso esterno.
 
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[[File:Palazzo pandofini, 1860s.jpg|thumb|Una foto di palazzo Pandolfini verso il 1860, dove si vede ancora l'oratorio di San Silvestro]]
[[Image:Paalzzo pandolfini, prospetto giardino 03.JPG|thumb|Prospetto interno del palazzo con la loggetta-limonaia]]
[[ImmagineFile:Giardino Palazzo Pandolfini.JPG|thumb|Il giardino decorato da statue]]
All'interno della lunga e complessa storia dell'edificio si segnala come questo abbia ospitato, negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) e della proprietà Nencini, l'ambasciata del [[Brasile]] in Italia.<ref>''Firenze in tasca. Una gita di piacere alla Capitale ( guida economico pratica)'', Fratelli Pellas, Firenze, 1867, Ristampa anastatica, Sesto Fiorentino, 2014, Apice Libri, ISBN 978-88-906198-3-0, pag. 12.</ref>
 
Dal [[1870]] al [[1885]] circa fu Alessio Pandolfini a procedere alla ristrutturazione del palazzo tramite l'architetto [[Cesare Fortini]]. Venne modificata la scala e fu sostituita la porta esterna dell'antico Oratorio di San Silvestro con una finestra uguale alle altre, così che il piccolo luogo di culto divenne esclusivamente la cappella privata di famiglia. In seguito l'edificio venne sconsacrato e vi fu costruito al suo posto un ingresso collegato all'androne del grande portale monumentale ''alla romana''; gli arredi sacri vennero trasferiti nella vicina [[chiesa di San Giovanni dei Cavalieri]].
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==Il giardino==
[[Image:Palazzo Pandolfini, battente 02.JPG|upright=0.8|left|thumb|Battente della porta del giardino]]
[[ImmagineFile:Paalzzo pandolfini, giardino.JPG|thumb|Il giardino odierno]]
[[Image:Palazzo Pandolfini, giardino.JPG|thumb|Veduta esterna del giardino]]
Il giardino cinquecentesco è descritto dal poeta [[Benedetto Varicensio]] nel [[1525]], che parla di un ambiente ombroso decorato da una fontana con giochi d'acqua, un prato e alcuni alberi di arancio.