Carlo II di Parma: differenze tra le versioni

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Dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, la [[Borbone|casa di Borbone]] non fu restaurata nel [[Ducato di Parma e Piacenza|Ducato di Parma]], che fu invece affidato a [[Maria Luisa d'Asburgo-Lorena|Maria Luigia]], moglie di Napoleone. Carlo Ludovico fu compensato con il [[Ducato di Lucca]] e con la promessa di rientro nella signorìa del Ducato di Parma e Piacenza alla morte di quest'ultima.
 
Il 13 marzo 1824, divenne Carlo I, duca di Lucca, un ducato piccolo ma ben tenuto. Carlo era inizialmente disinteressato al governo, preferendo dare libero sfogo al suo amore per i viaggi. Durante i primi anni del suo regno era sostanzialmente assente dal ducato, delegando le incombenze di governo al suo Primo Ministro [[Ascanio Mansi]]. Dal 1824 al 1827 Carlo viaggiò in tutta Italia. Visitò [[Torino]], [[Venezia]], [[Roma]], [[Modena]], [[Firenze]], [[Napoli]] e [[Palermo]]. Dal 1827 al 1833 viaggiò in Germania dove possedeva due castelli: [[Uchendorff]] e [[WeisstroppWeistropp]] (nei pressi di [[Dresda]]). Gli piaceva la vita alla corte austriaca, dove sua cognata era l'imperatrice. Mentre era a [[Vienna]] affittò il [[Palazzo Kinsky (Vienna)|palazzo Kinsky]]. Trascorse del tempo anche a [[Berlino]], [[Francoforte sul Meno|Francoforte]], [[Praga]] e nelle capitali degli altri stati tedeschi.
 
Nei primi anni del [[1830]] Carlo cominciò a nutrire un crescente interesse per gli affari di stato. Il suo ducato non era stato influenzato dai movimenti rivoluzionari che si ebbero in Italia centrale, nel 1831. Nelle relazioni esterne, riconobbe il re [[Luigi Filippo di Francia]], che era arrivato al potere nella rivoluzione di luglio del 1830. Fu anche alleato con i [[carlisti]] in Spagna. Nel 1833, dopo un soggiorno di tre anni, Carlo tornò a Lucca e concesse un'amnistia generale. Ciò era in netto contrasto con l'atteggiamento degli altri stati italiani che optavano per la repressione e il carcere. Nello stesso anno [[Thomas Ward]], un ex fantino inglese, arrivò a Lucca e in pochi anni divenne consigliere e ministro di Carlo. Carlo studiava e raccoglieva testi biblici e liturgici ed era interessato a diversi rituali religiosi. Aveva costruito una cappella di rito greco nella sua villa di Marlia.
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Carlo II fu accolto freddamente a Parma, un paese che non conosceva bene. Gli mancava il carattere e l'acume politico per essere in grado di superare una situazione molto più complicata di quella che aveva lasciato nel ducato di Lucca. Parma era completamente governata dall'Austria e non c'era spazio per i modi semplici e liberali di Carlo. Non era libero di seguire le proprie idee politiche e scrisse a Ward. "È meglio morire che vivere così. Durante il giorno, e quando sono solo, piango. Ma questo non aiuta". Gli mancava il sostegno dei suoi cugini a Madrid e a Parigi.
 
Nei suoi primi atti di governo, cercò di riorganizzare l'amministrazione centrale. Firmò un'alleanza militare con l'Austria. Pochi mesi dopo il suo arrivo, scoppiò a Parma la rivoluzione del 1848. Fu costretto a scegliere tra la soppressione della rivoluzione o la concessione di riforme. Decise per la seconda e nominò un Consiglio di Reggenza con il compito di preparare una costituzione. La sua intenzione era quella di salvare il trono per il figlio che aveva chiesto aiuto a [[Carlo Alberto di Savoia]]. Tuttavia Piacenza aveva già chiesto di aderire al Piemonte e Carlo Alberto voleva l'annessione. Durante la [[Prima guerra d'indipendenza]] italiana l'esercito austriaco sconfisse le truppe di Carlo Alberto a [[Custoza]], e poi a [[Milano]], costringendolo a firmare l'[[armistizio di Salasco]] il 9 agosto 1848. Nel mese di aprile 1849, le truppe austriache guidate da [[Josef Radetzky|Radetzky]] occuparono Parma e Piacenza. Il 9 aprile il Consiglio di Reggenza venne trasformato in un governo provvisorio. Solo due anni dopo aver riconquistato il trono dei suoi avi, Carlo II fu costretto a fuggire dall'Italia trovando rifugio nel castello di WeisstroppWeistropp, in [[Sassonia]]. Il 19 aprile 1849, Carlo abdicò formalmente in favore del figlio.
 
=== Ultimi anni ===
 
Dopo la sua abdicazione assunse il titolo di "Barone di Villafranca". Viveva come un uomo privato, dedicava il tempo ai suoi hobby alternando i suoi soggiorni tra Parigi e Nizza e il castello di WeisstroppWeistropp in Sassonia.
Sempre a corto di denaro, fu costretto a vendere nel 1851 la sua proprietà austriaca di Urschendorff al suo amico Thomas Ward per 150.000 corone. Nel 1852 si recò in Spagna per riconoscere sua cugina [[Isabella II di Spagna|Isabella II]] antiregina anticarlista. Gli fu permesso di partecipare a una riunione di famiglia tenutasi a Pianore nel mese di aprile 1853.