Tentativo di annessione della Valle d'Aosta alla Francia: differenze tra le versioni
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Il progetto di de Gaulle prevedeva, approfittando dello sfascio di qualsiasi autorità nell'Italia del nord a fine guerra, di avanzare il più possibile con l’esercito, occupando più territorio possibile (Valle d’Aosta, valli piemontesi scendendo fino a [[Cuneo]], [[Ivrea]], forse addirittura [[Torino]], [[Ponente ligure]] da [[Ventimiglia]] fino ad [[Imperia]]), guadagnando il favore delle popolazioni locali, in prevedibile stato di sbando materiale e morale, in modo da presentarsi al tavolo della pace su posizioni di forza che avrebbero favorito le annessioni, avendo ben capito che, al di là di tutte le dichiarazioni di principio, le frontiere postbelliche della nuova Europa altro non sarebbero state che la legalizzazione dei limiti raggiunti dai vari eserciti nelle loro avanzate.
De Gaulle, approfittando dell'invito ai francesi ad occuparsi dell’appoggio logistico alle formazioni partigiane italiane asserragliate nelle vallate alpine, liberando del compito l’aviazione alleata,
Il [[Maresciallo di campo|maresciallo]] [[Harold Alexander]], capo delle truppe Alleate in [[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia]], appurato che,
Il 7 aprile [[1945]] durante le fasi finali della [[Seconda battaglia delle Alpi]] finalmente le truppe francesi furono autorizzate a sconfinare in territorio valdostano entro però un massimo di 20 chilometri, ma il generale [[Paul-André Doyen]], comandante dell'[[Armée des Alpes]], avanzò, lentamente ma inesorabilmente, ben oltre i venti chilometri pattuiti, con avanguardie che giunsero fino ad [[Ivrea]], a [[Cuneo]], addirittura a [[Savona]], e se in [[Valle d'Aosta]] l’avanzata francese fu più lenta del previsto fu solo perché il prolungarsi oltre il consueto dell'inverno rese i passi alpini difficilmente transitabili fino ad aprile inoltrato.
Il 26 aprile iniziò l'invasione: le truppe francesi alla guida del generale Doyen, oltrepassarono il [[Colle del Piccolo San Bernardo]] e il 27 aprile conquistarono la [[Val di Rhêmes]] dirigendosi rapidamente verso l'interno del territorio grazie anche alla ritirata delle truppe tedesche, ma furono fermate a [[La Thuile (Italia)|La Thuile]] dagli [[alpini]] della [[Fiamme Verdi]] del [[Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia|CLNAI]] e dal fuoco degli obici della [[Batteria (unità militare)|12ª Batteria]] del Gruppo "Mantova" del 1º Reggimento artiglieria della [[4ª Divisione alpina "Monterosa"]], [[alpini]] della [[Repubblica Sociale Italiana|Repubblica Sociale]], in un'insolita alleanza tra [[partigiani italiani]] e soldati della [[Repubblica Sociale Italiana|RSI]], che bloccarono l'avanzata francese dal 26 aprile fino all'8 maggio, quando finalmente arrivano gli americani, che, nel prendere in consegna le posizioni italiane, schierarono,
Il presidente [[Harry Truman]] intervenne personalmente inviando un messaggio a De Gaulle, che rispose che avrebbe inviato il generale francese Juin dal maresciallo Alexander a Caserta, dove l'11 giugno fu firmato un accordo che prevedeva il ritiro delle truppe francesi dal territorio italiano entro il 10 luglio <ref>p. 211, Enrica Costa Bona (
==Conseguenze==
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