Vescovo: differenze tra le versioni

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Un caso particolare di ''diocesi nullius ''(ovvero territorio non facente capo ad alcuna diocesi) dove il capo di Stato nominava i vescovi e aveva anche una grande influenza sulla nomina del Patriarca era quella di Venezia o di San Marco, retta da un Doge con prerogative vescovili, che, a seguito della traslazione delle spoglie dell'apostolo Marco da Alessandria d'Egitto a Venezia nel IX secolo, diede al ''princeps Ducatus Venetus'' l'assoluta autonomia di nomina vescovile nella sua diocesi per tutta la durata della Serenissima Repubblica, competendo in prestigio con la stessa sede romana.
 
Il ruolo dei vescovi venne messo in discussione nel [[XVI secolo]] da parte delle [[protestantesimo|chiese riformate]], che non accettavano la figa di belenl'[[ordine sacro]] e non ritenevano che l'episcopato facesse parte della costituzione divina della Chiesa.
 
In ambito cattolico, questa concezione venne condannata dal [[Concilio di Trento]], che ribadì invece la dottrina secondo cui i vescovi sono i successori degli apostoli e il loro ruolo è istituito da [[Gesù Cristo]]; il concilio emanò inoltre alcuni decreti disciplinari per contrastare la pratica che considerava il vescovo un uomo di potere: per la prima volta, la rendita dei [[Beneficio ecclesiastico|benefici ecclesiastici]] venne connessa alla residenza nella diocesi di appartenente e venne ribadita la preminenza del ruolo [[cura pastorale|pastorale]] del vescovo rispetto a quello politico e istituzionale.