Niall Ferguson: differenze tra le versioni

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Il suo libro ''The Pity of War'' del 1998 (tradotto in Italia dapprima col titolo ''La verità taciuta'', e poi con ''Il grido dei morti'') si propone di sfatare 10 "grandi miti" sulla [[prima guerra mondiale]]. L'opera ha generato molte controversie, a causa della tesi di Ferguson secondo cui sarebbe stato meglio per l'Europa se la Gran Bretagna fosse rimasta neutrale, ovvero se avesse lasciato la Germania guglielmina vincere il conflitto e dominare il Vecchio Continente.
 
Ferguson si è dichiarato critico dell'"auto-flagellazione" dell'[[mondo occidentale|Occidente]] per i torti del [[colonialismo]] che caratterizza in larga parte il pensiero Europeo moderno. A causa di ciò, è stato tacciato da molti accademici, tra cui lo storico marxista [[Eric Hobsbawm]] - che pure lo lodò come eccellente storico - come "nostalgico" e fautore di un tentativo di "riabilitare l'Impero".
 
Nel [[2009]] Ferguson si è scontrato con il premio Nobel per l'economia [[Paul Krugman]] sulla politica economica e monetaria di [[Barack Obama]]; l'economista [[Economia neo-keynesiana|neo-keynesiano]] Krugman l'ha accusato di "riesumare fallacie vecchie di 75 anni". La loro aspra disputa - che spazia da [[Keynes]] all'insolvibilità futura del [[Welfare State]], dall'indebitamento gigantesco degli USA alla politica del [[Quantitative easing]] della [[Federal Reserve]] - perdura tuttora. Ferguson non ha mancato di redigere una lista delle previsioni economiche errate di Krugman: ad esempio, la fine dell'[[Euro]], vaticinata nel 2010.
 
Ferguson ha sostenuto le campagne elettorali dei candidati Repubblicani alla Presidenza degli Stati Uniti d'America: nel 2008 come consigliere di [[John McCain]] e nel 2012 con l'appoggio dichiarato a [[Mitt Romney]], entrambi sconfitti da [[Barack Obama]].