Madama Lucrezia: differenze tra le versioni

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{{tmp|Opera d'arte}}
[[File:|immagine = Madama Lucrezia Roma piazza San Marco.JPG|thumb|upright=1.4|Madama Lucrezia]]
|titolo = Madama Lucrezia
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|opera = scultura
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|altezza = 300
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|città = [[Roma]]
|ubicazione = Piazza di San Marco
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'''Madama Lucrezia''' (in romanesco ''Madama Lugrezzia''), è una delle sei ''[[Statue parlanti di Roma|statue parlanti]]'' di [[Roma]], l'unica rappresentante femminile della cosiddetta “Congrega degli Arguti”.
 
Si tratta di un colossale busto di epoca romana, alto circa 3 metri, attualmente posto su un basamento all'angolo tra il [[Palazzo Venezia]] e la [[Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio|basilica di S.San Marco al Campidoglio]], nell'[[Piazza Venezia|omonima piazza]].
 
Come per le altre statue, non si è potuta assegnare una identificazione certa, e le ipotesi sul personaggio raffigurato sono molteplici: la più accreditata sembra essere la dea [[Iside]] (o una sua sacerdotessa) perché il nodo della veste sul petto è una caratteristica che ricondurrebbe a quel culto. Il busto sarebbe stato donato a [[Lucrezia d'Alagno]], l'amante di [[Alfonso V d'Aragona]], [[Regno di Napoli|re di Napoli]], la quale, dopo la morte di Alfonso, a causa dell'ostilità del suo successore, si trasferì a Roma, ed abitò nei pressi del luogo dove ora si trova la statua. Ad ulteriore conferma dell'ipotesi dell'attribuzione del nome con riferimento a quella Lucrezia, c'è la circostanza che nel [[XV secolo]] il termine “madama” era usato a Napoli ma non a Roma.
Il busto sarebbe stato donato a [[Lucrezia d'Alagno]], l'amante di [[Alfonso V d'Aragona]], [[Regno di Napoli|re di Napoli]], la quale, dopo la morte di Alfonso, a causa dell'ostilità del suo successore, si trasferì a Roma, ed abitò nei pressi del luogo dove ora si trova la statua. Ad ulteriore conferma dell'ipotesi dell'attribuzione del nome con riferimento a quella Lucrezia, c'è la circostanza che nel [[XV secolo]] il termine “madama” era usato a Napoli ma non a Roma.
 
Come le altre cinque è stata la “voce” di diverse ''[[Pasquino#Pasquinate|pasquinate]]'' (poche, in realtà), le violente e spesso irriverenti satire indirizzate a colpire anche pesantemente e sempre in modo anonimo i personaggi pubblici più in vista nella Roma del [[XIV secolo|XIV]] e [[XV secolo]]. Se ne ricordano in particolare due: la prima quando, nel [[1591]], [[papa Gregorio XIV]], ormai in fin di vita, si fece trasferire al [[Palazzo Venezia]], sperando (grazie anche alla presenza di un alto steccato che attutiva i rumori della città) in un miglioramento che invece non ci fu, e Lucrezia sentenziò che ''La morte entrò attraverso i cancelli''. L'altra durante la [[Repubblica Romana (1798-1799)|Repubblica Romana]] del [[1799]], quando il popolo romano in rivolta precipitò a terra il suo busto, apparve sulle spalle la scritta ''Non ne posso veder più''.