Giorgio Levi Della Vida: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: i simboli corretti degli ordinali sono º e ª
m WPCleaner v2.01 - Fixed using Wikipedia:Check Wikipedia (Tag HTML con sintassi errata - Note senza tag di chiusura o apertura)
Riga 18:
 
== Biografia ==
Nato a [[Venezia]] da Ettore e Amelia Scandiani, [[ebrei]] «famiglia ebraica assimilata non osservante». Cfr. <ref>M. G. Amadasi Guzzo, "Cenni biografici", in: G. Levi Della Vida, ''Visita a Tamerlano. Saggi di storia e letteratura'', Napoli, 1988 (Collana di storia, 1), p. 23.</ref> di origini [[Ferrara|ferraresi]], si trasferì con la famiglia dapprima a Firenze, poi a [[Genova]] e infine a [[Roma]], nella cui [[Sapienza Università di Roma|Università]] si laureò nel [[1909]] con il semitista [[Ignazio Guidi]].
 
Subito dopo la laurea svolse numerosi viaggi di studio al [[Il Cairo|Cairo]],<ref>Della fallita possibilità di diventare professore nell'Università Egiziana del Cairo, di recente istituzione, [[Carlo Alfonso Nallino]] - che, a partire dal 1909, vi tenne corsi per 3 Anni Accademici consecutivi - incolpava senza mezzi termini il Bibliotecario italiano dell'Università cairota Vincenzo Fago. Si veda [[Claudio Lo Jacono]], Introduzione alla ristampa di ''La letteratura araba dagli inizi all'epoca della dinastia umayyade'', Roma, Accademia Nazionale dei Lincei - Fondazione Leone Caetani (Testi di storia e storiografia 7), 2018.</ref> ad [[Atene]] - presso la Scuola archeologica italiana - e a [[Creta]]. </br/>Ritornò definitivamente a Roma nel [[1911]], dove lavorò con il grande storico orientalista [[Leone Caetani]] alla redazione degli ''Annali dell'Islām''. Strinse legami di profonda amicizia con [[Michelangelo Guidi|Michelangelo e Giacomo Guidi]], figli di [[Ignazio Guidi|Ignazio]], il primo illustre [[islamista]], il secondo archeologo, oltre che con [[Gaetano De Sanctis]], [[Ernesto Buonaiuti]], [[Giorgio Pasquali]], [[Luigi Salvatorelli]] e con il sacerdote [[Barnabiti|barnabita]] [[Giovanni Semeria]]. Da sempre profondamente interessato alle problematiche religiose, attraverso padre Semeria ed Ernesto Buonaiuti (scomunicato per il suo convinto [[Modernismo teologico|modernismo]]), si accostò già prima dell'Università agli [[studi biblici]], malgrado la sua formazione culturale fosse del tutto laica.
 
Dal [[1914]] al [[1916]] fu titolare della cattedra di ''[[Lingua araba|Lingua]] e [[Letteratura araba]]'' presso il [[Istituto Universitario Orientale di Napoli|Regio Istituto Orientale]]; partecipò al [[Primo conflitto mondiale]] con il grado di [[tenente]], svolgendo il ruolo di interprete. Assegnato alla cattedra di ''Filologia semitica'' nell'[[Università di Torino]], vi poté prendere servizio solo alla fine del servizio militare e la tenne fino al [[1919]]. Dal [[1920]] subentrò a Ignazio Guidi nell'[[Sapienza Università di Roma|Università di Roma]] come docente di ''[[Lingua ebraica|Ebraico]] e [[lingue semitiche]] comparate''.
Riga 32:
 
Fu uno degli dodici docenti universitari italiani che si rifiutarono di prestare il [[Giuramento di fedeltà al Fascismo|giuramento di fedeltà al re e al regime fascista]] imposto dall'articolo 18 del [[Regio Decreto]] 28 agosto [[1931]] ai professori di ruolo e incaricati e, a seguito del rifiuto, l'anno successivo fu espulso dall'insegnamento universitario.<br />
Continuò tuttavia la collaborazione con l'Enciclopedia Treccani, per la quale fu estensore, tra l'altro, della voce ''[[Ebraismo]]'', fino al termine del 1937-principio del 1938.</br/>Operò anche, tra il novembre del 1931 e il settembre del 1939, in veste di "collaboratore", nella [[Biblioteca Vaticana]]<ref>Si veda Paolo Vian, ''Un ebreo tra i monsignori. Giorgio Levi Della Vida in Biblioteca Vaticana (1931-1939)''.</ref> (in cui era "''scriptor''" per le lingue orientali, diventandone proprefetto tra il 1º dicembre 1930 e il 15 giugno 1936, il futuro amico e apprezzato orientalista [[Eugène Tisserant]]), ricevendo l'offerta di catalogare il fondo di [[manoscritto|manoscritti]] arabi, di cui pubblicò nel [[1935]] un primo elenco,<ref>''Elenco dei manoscritti arabi islamici della Biblioteca Vaticana. Vaticani, Barberiniani, Borgiani, Rossiani'', Città del Vaticano, 1935 (Studi e testi, 67)</ref> seguito da un secondo e conclusivo trenta anni dopo: le ''Ricerche sulla formazione del più antico fondo dei manoscritti orientali della biblioteca Vaticana''.</br/>
In quegli anni redasse, con la consueta altissima competenza, numerosi lemmi dell'''[[The Encyclopaedia of Islam|Encyclopaedia of Islam]]'', il massimo repertorio enciclopedico della cultura [[islam]]ica, redatto in massima poarte dai principali esperti accademici occidentali.