Disco in vinile: differenze tra le versioni

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Nel [[1948]] furono introdotti i dischi in vinile; questi, rispetto ai vecchi dischi a [[78 giri]] in gommalacca che andarono a sostituire, presentano un solco di spessore e profondità minori, per questo sono anche detti "microsolchi", e ruotano a velocità più bassa, consentendo una maggiore durata di registrazione e riuscendo a raggiungere e a volte a superare nei [[33 giri]] i 30 minuti a facciata. Negli [[anni 1960|anni sessanta]] furono prodotti anche dischi ''[[Quadrifonia|quadrifonici]]'' che, grazie ad una tecnologia detta ''a matrice'' adottata nei circuiti, erano in grado di separare i segnali su quattro canali, dando all'ascoltatore l'impressione di essere letteralmente circondato dal suono poiché l'impianto riproduttore era dotato di due casse acustiche anteriori e due posteriori. Questa tecnica ebbe uno scarso successo commerciale, probabilmente a causa degli alti costi dell'apparecchio riproduttore, in particolare delle testine con puntina in diamante con taglio [[Shibata]] necessarie per la riproduzione quadrifonica, in un'epoca in cui anche gli impianti in grado di riprodurre i soli dischi stereofonici erano ancora un lusso. Fino agli [[Anni 1970|anni settanta]] il vinile è stato il più diffuso supporto per la riproduzione audio di materiale pre-registrato, ma all'inizio degli [[Anni 1970|anni settanta]] la sua preminenza è stata insidiata dalle [[musicassetta|musicassette]] e alla fine degli [[Anni 1980|anni ottanta]] il vinile ha ceduto progressivamente il posto al [[compact disc]] ([[CD Audio]]). La produzione su larga scala di dischi in vinile è praticamente cessata nei primi [[Anni 1990|anni novanta]] (in Italia fino al [[1993]]). Dalla seconda metà degli anni duemila il disco in vinile è tornato negli scaffali dei negozi, essenzialmente come prodotto di nicchia. I dati di consuntivo 2011 stilati dall'istituto Nielsen SoundScan indicano un aumento da 2,8 a 3,9 milioni di LP in vinile venduti negli USA. Anche in Italia la produzione e la vendita del vinile, ristampe in particolare, hanno ripreso quota. Molti sono gli artisti che stampano i loro lavori anche su vinile.
 
Il vinile più caro del mondo è il [[45 giri]] ''[[Do I Love You (Indeed I Do)]]'' del [[1965]] di [[Frank Wilson (musicista)|Frank Wilson]] stampato in sole due copie e acquistato per 20.000 [[sterlina britannica|sterline]] (22.484 [[Euro]] al cambio attuale), mentre il [[33 giri]] più caro è ''[[Yesterday and Today]]'' dei [[Beatles]] nella "Butcher Cover" che può costare fino a 45.000 [[dollaro statunitense|dollari]], anche se mediamente ha un valore massimo di 20.000 [[dollaro statunitense|dollari]]<ref>{{collegamentoCita web interrotto|1url=[http://www.dischivinile.com/index.php?option=com_content&view=article&id=53:il-piu-caro-45-del-mondo&catid=41:notizie&Itemid=56 |titolo=Gli "introvabili": il 45 più caro al mondo] |dateaccesso=aprile13 dicembre 2012 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20130626004327/http://www.dischivinile.com/index.php?option=com_content&view=article&id=53:il-piu-caro-45-del-mondo&catid=41:notizie&Itemid=56 |dataarchivio=26 giugno 20182013 |boturlmorto=InternetArchiveBot }}</ref>.
 
Nel 2011 il mercato italiano del vinile si è aggirato su 2,1 milioni di [[euro]], risultando il quinto mercato europeo dopo Germania, Regno Unito, Francia e Paesi Bassi e il settimo del mondo. Nel mondo la compravendita dei vinili nel 2011 ha mosso 115,4 milioni ossia il 28,7% in più del 2010<ref>[http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2012-04-18/litalia-settima-potenza-disco-192318.shtml?uuid=Ab0aMDQF L'Italia «settima potenza» del disco in vinile festeggia il «Record Store Day»]</ref>. Questi dati sono ancora molto inferiori alle vendite stimate per i cd e i download digitali. Ciò non toglie che vi sia da alcuni anni una indubbia crescita nella domanda di supporti in vinile che ha fatto pensare ad un loro ritorno prepotente nel mercato, seppure in una veste commerciale diversa.