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{{Bio
|Nome = Aleksandr Aleksandrovič
|Cognome = Alechin
|PostCognomeVirgola = anche conosciuto come '''Alexander Alekhine'''
|PreData = [[Lingua russa|rus.]] Александр Александрович Алехин <ref>Quando diventò cittadino francese, adottò la grafia "Alekhine" nell'alfabeto latino. Vedi {{Cita web
| autore=[[Hans Kmoch]] | titolo=Grandmasters I Have Known: Alexander Alexandrovich Alekhine
| url=http://www.chesscafe.com/text/kmoch05.pdf | accesso=30 maggio 2010 | formato=PDF | pagine=2, 5}}. ''Alekhine'' è la più comune trascrizione del suo cognome. Altre trascrizioni sono ''Aljechin'' in tedesco, danese, olandese, ceco; ''Aljehin'' in ungherese, croato, sloveno; ''Alejin'' in spagnolo. </ref>
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In quell'occasione conobbe [[Savelij Tartakover]], che anni dopo disse di lui che già allora Alechin «manifestò quella volontà di vincere, quell'orientamento verso un obiettivo concreto, che caratterizzò tutta la sua vita». Aggiunse che i fattori che portarono Alechin al massimo livello furono: «1. La dedizione incondizionata agli scacchi, che egli considerò una vera arte. 2. Un'intelligenza molto sviluppata e una solida istruzione. 3. Una inesauribile fonte di idee. 4. Un costante lavoro di perfezionamento. 5. Il mezzo: porre problemi all'avversario in ogni fase della partita».
 
Il conseguimento del titolo di maestro gli permise di partecipare ai [[lista di tornei internazionali di scacchi|tornei internazionali]]. Giocatore di talento, ma non precoce e naturale come fu invece per esempio [[José Raúl Capablanca|Capablanca]], le sue prime prove non furono esaltanti. Nel [[1910]] si classificò 7°-8° nel torneo di [[Amburgo]] (vinto da [[Carl Schlechter|Schlechter]], nel [[1911]] fu 8°-11° in quello di [[Karlovy Vary|Karlsbad]] (vinto da [[Richard Teichmann|Teichmann]]) e 6°-7° a [[Vilna]], dove si affermò [[Akiba Rubinstein]]. In compenso, nel [[1912]] si classificò al primo posto a [[Stoccolma]], in un torneo peraltro di non altissimo livello. Si può dire che in questo periodo Alechin fosse un giocatore di seconda fila nel panorama internazionale, essendo la prima fila formata dal campione del mondo [[Emanuel Lasker|Lasker]], da Rubinstein e da Capablanca.
 
Nel [[1914]] si tiene a San Pietroburgo un importante torneo internazionale il cui esito avrebbe designato lo sfidante al titolo di campione mondiale e fu proprio Lasker a classificarsi primo, vincendo l'ultima partita contro Capablanca, giunto secondo. Terzo fu Alechin, a rispettabile distanza dai due migliori giocatori del momento, ma riuscendo a imporsi a giocatori del talento di Rubinstein e di [[Aaron Nimzowitsch|Nimzowitsch]] e guadagnando il titolo di Grande Maestro: non si trattava tuttavia di un titolo ufficiale (questo titolo sarà infatti ufficialmente istituito dalla [[FIDE]] solo nel 1950), ma di un riconoscimento onorifico tributato dallo [[zar]] di Russia ai primi cinque classificati del torneo (oltre a Lasker, Capablanca e Alechin, [[Siegbert Tarrasch]] e [[Frank James Marshall|Frank Marshall]]). Proprio in quella circostanza Alechin comprese che, data l'età ormai avanzata di Lasker, presto sarebbe stato Capablanca il prossimo campione e lui sarebbe divenuto il suo sfidante di diritto.
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| 1934 || align=left|[[Torneo di Zurigo 1934|Torneo di Zurigo]] || 1° || 13/15 || +12 =2 −1
| align=left | 37°º [[Campionato svizzero di scacchi|Campionato svizzero]] (titolo assegnato a [[Hans Johner]])
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| 1935 || align=left|[[Örebro]] || 1° || 8½/9 || +8 =1 −0
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| 1936/37 || align=left|[[Torneo di scacchi di Hastings|Hastings]] || 1° || 8/9 || +7 =2 −0
| align=left | Davanti a [[Reuben Fine|Fine]] con 7½/9
|-
| 1937 || align=left|[[Margate]] || 3° || 6°/9° || +6 =0 −3
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=== Risultati nelle competizioni individuali ===
Di seguito sono elencati i risultati di Alechin in alcuni match (sono esclusi i campionati del mondo e gli spareggi di torneo). <ref name="WallAlekhine"/><ref name="AlekhineMyBestGames1908to1937"/> <br/>
 
:{| class="wikitable" style="text-align:center"
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=== Risultati alle Olimpiadi degli scacchi ===
Di seguito i risultati di Alechin alle [[Olimpiadi degli scacchi]]. Giocò sempre in prima scacchiera con la Francia.
 
:{| class="wikitable" style="text-align:center"; "width:70%;"
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| align=left| [[Olimpiadi degli scacchi del 1930| Amburgo 1930]] || +9 &nbsp;–0 &nbsp;=0 || align="left" | Alechin non vinse medaglie perché giocò solo nove partite (i vincitori di medaglie giocarono 17 partite). <br/> Vinse il premio di bellezza per la sua [http://www.chessgames.com/perl/chessgame?gid=1012664 partita contro Gideon Ståhlberg].<ref>{{Cita web |url=http://www.olimpbase.org/1930/1930in.html |titolo=3rd Chess Olympiad: Hamburg 1930 |accesso=23 maggio 2008|lingua=en}}</ref>
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| align=left| [[Olimpiadi degli scacchi del 1931|Praga 1931]] || +10 &nbsp;–1 &nbsp;=7 || align="left" | Medaglia d'oro in prima scacchiera. <ref>{{Cita web |url=http://www.olimpbase.org/1931/1931in.html |titolo=4th Chess Olympiad: Prague 1931 |accesso=23 maggio 2008|lingua=en}}</ref>
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| align=left| [[Olimpiadi degli scacchi del 1933|Folkestone 1933]] || +8 &nbsp;–1 &nbsp;=3 || align="left" | Medaglia d'oro in prima scacchiera. <ref>{{Cita web |url=http://www.olimpbase.org/1933/1933in.html |titolo=5th Chess Olympiad: Folkestone 1933 |accesso=23 maggio 2008|lingua=en}}</ref>
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| align=left| [[Olimpiadi degli scacchi del 1935|Varsavia 1935]] || +7 &nbsp;–0 &nbsp;=10 || align="left" | Medaglia d'argento in prima scacchiera ([[Salo Flohr]] vinse la medaglia d'oro con 13 /17).<ref>{{Cita web |url=http://www.olimpbase.org/1935/1935in.html |titolo=6th Chess Olympiad: Warsaw 1935 |accesso=23 maggio 2008|lingua=en}}</ref>
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In marzo 1941 apparvero nel ''Pariser Zeitung'', giornale in lingua tedesca edito nella Parigi occupata, alcuni articoli firmati da Alechin, poi riprodotti anche nella ''Deutsche Schachzeitung''. Il primo di essi fu pubblicato il 22 marzo 1941 con il titolo ''Scacchi ebrei e scacchi ariani''. Alechin esordiva ricordando la recente morte di [[Emanuel Lasker]], il secondo campione del mondo, successore di [[Wilhelm Steinitz]], entrambi ebrei. Steinitz e Lasker, secondo Alechin, «cercarono di far credere al mondo di essere grandi strateghi e inventori di nuove idee», mentre erano soltanto «due abili tattici». Lasker, che batté in due match Steinitz, «la figura più grottesca che il mondo degli scacchi abbia mai visto», grazie alla giovane età e «alla sua abilità tattica», non espresse mai «una sola idea indipendente».
 
Nel suo libro ''Common sense in Chess'', «Lasker plagia il grande Paul Morphy e le idee del nordamericano sulla "lotta per il centro"», essendogli del tutto estranea «l'idea dell'attacco come idea gioiosa e creativa». I fondamenti degli «scacchi ebrei» riposano infatti, secondo Alechin, su due principi: «Primo: guadagno materiale a ogni costo. Secondo: opportunismo. Un opportunismo portato all'estremo che vuole escludere la minima possibilità di pericolo», con la conseguenza di un gioco basato sulla «difesa in quanto tale». <ref> È da notare comunque che Lasker vinse diversi tornei davanti ad Alechin, e che il suo ''score'' complessivo contro Alechin è di tre partite vinte, una persa ed alcune patte.</ref>
 
Negli articoli del ''Pariser Zeitung'' si trovano altri sprezzanti giudizi di Alechin su vari giocatori di origine ebraica. Di [[David Janowski|Janowski]] scrive che realizzò partite brillanti solo contro avversari deboli, mentre «di fronte a veri maestri, il suo stile era tanto tecnico, secco e materialista come il 99% dei suoi compagni di razza». I primi anni del secolo furono un periodo di decadenza degli scacchi, dominati dalla cosiddetta ''Scuola viennese'' «fondata dall'ebreo [[Max Weiss]] e più tardi propagandata dal trio giudeo [[Carl Schlechter|Schlechter]]-[[Arthur Kaufmann|Kaufmann]]-[[Hugo Fähndrich|Fähndrich]]», per la quale «il segreto del successo non era conseguire la vittoria, ma evitare la sconfitta».
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Questi articoli, insieme con la sua partecipazione a tornei organizzati in Germania durante la guerra e la sua amicizia con il famigerato governatore della Polonia Hans Frank, causarono ad Alechin l'accusa di collaborazionismo e, per iniziativa della [[United States Chess Federation|Federazione scacchistica degli Stati Uniti]], l'esclusione dal torneo di Londra del 1946. Egli si difese con una lettera indirizzata il 6 dicembre 1945 all'organizzatore del torneo, Hatton Ward, negando che quegli articoli, che qualificò come «stupide elucubrazioni create con uno spirito imbevuto di idee naziste», fossero stati scritti da lui, ma ammise che una critica di Steinitz e di Lasker era stata da lui fatta già anni prima e giustificò i suoi legami con le autorità naziste con lo stato di necessità in cui si trovò nella Francia occupata, sostenendo che altrimenti i beni e la stessa libertà della moglie, residente in Francia, sarebbero stati in pericolo.
 
In ogni caso, avesse avuto o meno simpatie naziste, l'antisemitismo di Alechin era ben noto negli ambienti scacchistici ben prima dell'avvento del [[Terzo Reich]]. Come disse Tartakover nel 1946, «ora tutto il mondo critica l'antisemitismo di Alechin, ma è una cosa che noi tutti sapevamo da più di quindici anni». <ref>Tutte le citazioni sono tratte dal libro di Pablo Morán, ''Agonía de un genio, A. Alekhine'', 1972, pp. 55-69.</ref>
 
== La psicologia di Alechin ==
Secondo l'americano [[Reuben Fine]], psicoanalista e fortissimo giocatore di scacchi degli anni trenta e quaranta, Alechin fu «il sadico degli scacchi». Dotato di una forte componente fallico-narcisistica, Alechin utilizzava gli scacchi «come strumento di aggressione, come un mezzo per annientare gli avversari che non poteva sconfiggere in altro modo». Rilevato il ruolo importante rappresentato dalle donne - imparò a giocare dalla madre, si sposò più volte con donne molto più anziane e sarebbe divenuto sessualmente impotente molto presto - secondo Fine per Alechin continuare a giocare a scacchi significava vincere la madre.
 
Il suo rifiuto di giocare ancora con Capablanca, dopo la conquista del titolo, era dovuto alla sua nevrosi, dal momento che dal 1927 al 1934 Alechin era sicuramente il miglior giocatore del mondo. Poi cominciò il declino, segnato dall'alcoolismo e da segni di megalomania. Grande esponente del gioco d'attacco, questa sua tendenza rappresentava «una sublimazione degli impulsi sadici verso il padre». Alechin mostrava invece una certa debolezza nel gioco di difesa, segno che «egli proiettava i suoi impulsi sadici sull'avversario e temeva quell'annientamento che a lui sarebbe piaciuto infliggere». <ref> R. Fine, ''La psicologia del giocatore di scacchi'', 1976, pp. 83-87.</ref>
 
== Scritti ==