Carlo Pertusati: differenze tra le versioni

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{{Bio
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|PostCognomeVirgola = conte di Castelferro
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|AnnoNascita = 1674
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|AnnoMorte = 1755
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|Epoca = 1600
|Epoca2 = 1700
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|AttivitàAltre = e [[bibliofilia|bibliofilo]]
|Nazionalità = italiano
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|PostNazionalità = , più volte presidente del [[Senato di Milano]] fra il 1733 e il 1753
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Erudito e bibliofilo, figlio del conte [[Luca Pertusati]] già presidente del Senato milanese a cavallo fra il 1600 e il 1700, il Pertusati raccolse durante la sua esistenza una biblioteca costituita da circa {{formatnum:24000}} fra volumi a stampa e manoscritti,.
 
Il Pertusati visse nel palazzo di famiglia che si affacciava sull'attuale corso di Porta Romana, [[Casa Melzi Pertusati|casa Pertusati]], andato rovinosamente distrutto dai bombardamenti anglo-americani del 1943: la casa conteneva il famoso giardino degli Arcadi, una parte del quale è ancora presente sull'area nei pressi del largo Crocetta. Il conte era infatti uno dei quattro ''pastori'' della colonia milanese dell'[[Accademia dell'Arcadia]], introdotta nel 1704 dal [[Chierici regolari di Somasca|chierico regolare della Congregazione di Somasca]] [[Gian Antonio Mezzabarba]], e presso la sua residenza si tennero, fra il 1705 e il 1755 le riunioni della colonia stessa dove il conte metteva a disposizione degli arcadi la sua vasta biblioteca e il famoso ''orto erculeo'' adornato di piante e fiori.
 
Scriveva nel 1737 il [[Serviliano Latuada|Latuada]], poi ripreso dall'Ignazio Cantù nel 1855:
{{citazione|Quasi dirimpetto a questo monastero è situata una casa nobile, che a ragione chiamaremo albergo delle muse, radunandosi ivi l'accademia degli arcadi, ed abitandovi col suo padrone le muse stesse, potendosi ciò dire propriamente di sua eccellenza il signor conte presidente e gran cancelliere don Carlo Pertusati, cui furono lasciate in retaggio dal conte don Luca suo padre che fu pure presidente di questo eccellentissimo Senato, e vivo ancora nella memoria di tutti per la sua dottrina ed incorrotta giustizia. Qui il medesimo signor conte presidente ha fatto disporre un vaghissimo giardino, ornato de' più odorosi e rari fiori, con alte piante di cedri ed agrumi, per la conservazione de' quali dalle ingiurie del verno, vi si fabbrica a posticcio una casa di legno, sì bene architettata e connessa, che si concilia l'ammirazione di chiunque la vede.<ref>{{Cita|Latuada|p. 332|<cid>}}</ref>}}
 
Dopo la morte del conte, avvenuta nel 1755, l'erede Luca Pertusati stabilì di cedere la vastssimia raccolta di volumi: a tal scopo avviò contatti con la corte del [[Ducato di Parma]] che nel 1763 inviò un bibliotecario della [[Biblioteca Palatina (Parma)|Palatina]], il benedettino Andrea Mazza, per concludere le trattative. Fu allora che intervenne [[Carlo Giuseppe di Firmian]], bibliofilo e ministro plenipotenziario austriaco dello Stato di Milano, che, onde evitare che la collezione venisse allontanata dal territorio milanese, impose in accordo con il cancelliere austriaco [[Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg]] l'acquisto della raccolta. Il 1 giugno 1763 fu firmato il contratto mediante il quale la Congregazione di Stato di Lombardia corrispondeva all'erede Pertusati {{formatnum:240000}} lire e 500 zecchini acquisire l'intera raccolta per uso privato del figlio l'arciduca [[Ferdinando d'Asburgo-Este|Ferdinando]], futuro governatore di Milano. L'imperatrice accettò il dono a condizione che se ne facesse una biblioteca pubblica.<ref>{{Cita libro|titolo = 3500 ex libris italiani|autore = [[Jacopo Gelli|Gelli, Jacopo]]|url = https://archive.org/details/3500ietremilacin00gell|via = Archive.org|editore = Ulrico Hoepli|città = Milano|anno = 1908|p = 262|ISBN = no}}</ref> Nel 1770 la collezione fu quindi trasferita in parte nel palazzo del collegio di Brera, dove si fuse con la biblioteca del collegio dei [[Compagnia di Gesù|gesuiti]] dando origine alla [[Biblioteca Nazionale Braidense|Braidense]], e in parte presso la biblioteca dell'Università di Pavia.<ref>{{Cita web|url = http://www.bibliotecauniversitariapavia.it/bu/index.php?it/245/fondo-pertusati|titolo = Fondo Pertusati|sito = bibliotecauniversitariapavia.it|editore = Biblioteca universitaria di Pavia}}</ref>
{{citazione|Quasi dirimpetto a questo monastero è situata una casa
nobile, che a ragione chiamaremo albergo delle muse, radunandosi ivi l'accademia degli arcadi, ed abitandovi col suo padrone
le muse stesse, potendosi ciò dire propriamente di sua eccellenza il signor conte presidente e gran cancelliere don Carlo
Pertusati, cui furono lasciate in retaggio dal conte don Luca
suo padre che fu pure presidente di questo eccellentissimo Senato, e vivo ancora nella memoria di tutti per la sua dottrina
ed incorrotta giustizia. Qui il medesimo signor conte presidente ha fatto disporre un vaghissimo giardino, ornato de' più odorosi
e rari fiori, con alte piante di cedri ed agrumi, per la conservazione de' quali dalle ingiurie del verno, vi si fabbrica a po-
sticcio una casa di legno, sì bene architettata e connessa, che si concilia l'ammirazione di chiunque la vede.<ref>{{Cita|Latuada|p. 332|<cid>}}</ref>}}
 
== Note ==
Dopo la morte del conte, avvenuta nel 1755, l'erede Luca Pertusati stabilì di cedere la vastssimia raccolta di volumi: a tal scopo avviò contatti con la corte del [[Ducato di Parma]] che nel 1763 inviò un bibliotecario della [[Biblioteca Palatina (Parma)|Palatina]], il benedettino Andrea Mazza, per concludere le trattative. Fu allora che intervenne [[Carlo Giuseppe di Firmian]], bibliofilo e ministro plenipotenziario austriaco dello Stato di Milano, che, onde evitare che la collezione venisse allontanata dal territorio milanese, impose in accordo con il cancelliere austriaco [[Wenzel Anton von Kaunitz-Rietberg]] l'acquisto della raccolta. Il 1 giugno 1763 fu firmato il contratto mediante il quale la Congregazione di Stato di Lombardia corrispondeva all'erede Pertusati {{formatnum:240000}} lire e 500 zecchini acquisire l'intera raccolta per uso privato del figlio l'arciduca [[Ferdinando d'Asburgo-Este|Ferdinando]], futuro governatore di Milano. L'imperatrice accettò il dono a condizione che se ne facesse una biblioteca pubblica.<ref>
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==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* {{Cita libro|titolo = Descrizione di Milano ornata con molti disegni in rame (etc.)|autore = [[Serviliano Latuada|Latuada, Serviliano]]|url = https://books.google.it/books?id=dgFYAAAAcAAJ&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q=pertusati&f=false|via = Archive.org|editore = Cairoli|città = Milao|anno = 1737|volume = Tomo II|ISBN = no|cid = Latuada}}
* {{Cita libro
*{{Cita libro|titolo = Politica, vita religiosa, carità: Milano nel primo Settecento|autore = Marco Bona Castellotti, Edoardo Bressan, Paola Vismara, Paola Vismara Chiappa|url = https://books.google.it/books?id=fXEMiHfTJCEC&printsec=frontcover&hl=it&source=gbs_ge_summary_r&cad=0#v=onepage&q&f=false|via = Google libri|editore = Editoriale Jaca Book|città = Milano|anno = 1997|capitolo = L.A. Muratori e la Socieà Palatina
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== Voci correlate ==
* [[Senato di Milano]]