Carlo Sforza: differenze tra le versioni

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Sforzino Sforza ebbe due mogli
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Colloqui informali con i rappresentanti del [[regno dei Serbi, Croati e Sloveni]], furono condotti da Sforza durante la conferenza interalleata di [[Spa (Belgio)|Spa]], nel luglio 1920<ref>''Il Ministro degli Affari Esteri al presidente del Consiglio'' (telegramma), Spa, 17 luglio 1920, in: {{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=Pensiero e azione di una politica estera italiana|curatore=Alberto Cappa|editore= Laterza|città=Bari|anno=1924|p=112}}
</ref>. Il negoziato fu fissato a partire dall'8 novembre successivo, a [[Rapallo]], nella Villa Spinola. Sforza era accompagnato dal Ministro della guerra [[Ivanoe Bonomi]]; solo a trattative ultimate, per la firma dell'accordo, fu raggiunto dal Primo ministro Giolitti. La delegazione jugoslava era composta dal Primo ministro [[Milenko Vesnić|Vesnić]], dal Ministro degli esteri [[Ante Trumbić|Trumbić]] e dal Ministro delle finanze Stojanovic. Sforza pose subito sul tavolo le sue condizioni, definite non negoziabili: la fissazione della frontiera terrestre allo spartiacque alpino da [[Tarvisio]] al [[Quarnaro|Golfo del Quarnaro]], compreso il [[Monte Nevoso (Slovenia)|Monte Nevoso]]; la costituzione del territorio di Fiume in Stato libero indipendente, collegato all'Italia da una striscia costiera, l'assegnazione all'Italia della città di [[Zara]] e delle isole di [[Cherso (isola)|Cherso]], [[Lussino]], [[Lagosta (isola)|Lagosta]] e [[Pelagosa]]<ref>''Il Ministro degli Affari Esteri al presidente del Consiglio'' (telegramma), Rapallo, 7 novembre 1920, in: {{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=Pensiero e azione, cit.|p=147-148}}
</ref>. L'accordo venne raggiunto dopo soli due giorni, superando le riserve slave relative al passaggio di Zara all'Italia<ref name=Italia95>{{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=L'Italia dal 1914 al 1944, cit.|pp=95 e succ.ve}}</ref>. Un successivo accordo, firmato il 25 novembre [[1920]] a [[Santa Margherita Ligure|S. Margherita Ligure]], prevedeva una serie d'intese economiche e finanziarie tra i due paesi<ref name="ReferenceA"/> e, il 12 novembre, i due governi sottoscrissero una convenzione antiasburgica per la mutua difesa delle condizioni del precedente [[Trattato di Saint-Germain-en-Laye (1919)|Trattato di Saint-Germain]]. Il 24 dicembre [[1920]], al rifiuto di D'Annunzio di evacuare Fiume, l'esercito italiano procedette con la forza allo sgombero dei legionari dalla città.
 
Il [[Trattato di Rapallo (1920)|Trattato di Rapallo]] rappresentò la conclusione del processo risorgimentale di unificazione italiana, con il raggiungimento completo del confine alpino e l'annessione di [[Gorizia]] e [[Trieste]]<ref>Cfr.il testo de: ''Il trattato di Rapallo'', in: {{cita libro|cognome=Sforza|nome=Carlo|titolo=Pensiero e azione, cit.|pp=155 e succ.ve}}